Castrocaro 2015, tra i finalisti Pietro Falco. L'intervista di Fattitaliani: le mie canzoni? pensieri e lampi improvvisi

Primo classificato nella Tappa di Semifinale del 5 agosto 2015 di Gabicce, il giovane Pietro Falco si appresta a calcare il palcoscenico della finale della 58.ma edizione del Festival di Castrocaro, che sarà trasmessa sabato 29 agosto in prima serata su Raiuno. Fattitaliani lo ha intervistato.

Fra le diverse mete raggiunte, quella di Castrocaro rappresenta qualcosa in più?
Castrocaro è un'esperienza bellissima. In un video recente ho detto che per tutti noi, ma per i cantautori in particolare, le emozioni sono come benzina. Queste accendono il motore della creatività e ci fanno raccontare storie. Tengo particolarmente al festival perché quando fui contattato da Paola Bedei, mio padre, che era malato, spingeva affinché io mi presentassi alle selezioni. Da quando lui mi ha lasciato, purtroppo, ho avuto una maggiore forza d'animo e ho dato tutto me stesso per poter arrivare fino in fondo. Era ed è la persona più importante della mia vita.
Sei un tipo battagliero? Quando affronti una gara o una selezione dici a te stesso «ce la devo fare» oppure «l'importante è partecipare»? L'importante è partecipare, confrontarsi, arricchirsi reciprocamente. È chiaro che, arrivato fin qui, il cuore e la mente (stranamente) sono d'accordo: quindi "ce la devo fare"! Quanto racconta di te il brano che presenti a Castrocaro? Il mio brano Sogni e portafogli racconta ironicamente di una storia con una ragazza che mi ha fregato entrambe le cose. Ho scritto un testo in cui viene accostato il lato spirituale a quello "materiale" della fine di una storia, che c'è sempre, inutile negarlo! Lo si capisce, in particolare, da questa parte del testo:
"Sai, nei grandi amori
si rubano cuori
tu mi hai rubato la casa, la moto, i miei mille colori
sogni e portafogli
che ho speso per te
insieme a tutti i miei dischi, la radio e l’amore per me."
Com'è nata la canzone e la decisione di portarla a Castrocaro? La canzone, come tutte quelle che scrivo, è nata in un secondo. Sono dei pensieri, dei lampi improvvisi, che la mia mente partorisce quando meno me lo aspetto, quando sto facendo altro. Ho preso la chitarra e ho trovato il giro giusto. Un Rhythm'n Blues a cavallo tra Italia e America. Ho deciso di portarla a Castrocaro perché mi sembra "diversa", nel bene e nel male. Non mi piace fare ciò che fanno tutti. Ultimamente la musica sembra stereotipata. Tutti suonano e cantano allo stesso modo!
Che mi dici dell'album "Gioventù suonata"? Gioventù suonata é il mio primo album. Ci sono tutte le mie storie. Un pezzo di questo puzzle che è la vita. Racconto delle mie passioni, di donne, di sogni, riflessioni, delusioni. Ne vado particolarmente fiero perché ho scritto e arrangiato tutto da solo. Come descrive il titolo, l'album racconta di una gioventù "suonata", in tutti i sensi.
Hai dei riferimenti artistici cui guardi spesso? Troppi! Nel senso che ascolto di tutto. Essendo un chitarrista, amo e suono il Blues, ma sono cresciuto con i cantautori italiani, in particolare Rino Gaetano, Edoardo Bennato, Lucio Dalla e Battisti.
Mai seguito il Festival di Castrocaro? come giudichi i talent show? Seguo da sempre il festival di Castrocaro. Mi piace molto ed ha una grande storia. Checché se ne dica, io non sono contro i talent, perché oggi rappresentano una delle poche strade per arrivare direttamente alle case discografiche. L'importante è che la gente abbia la possibilità di ascoltare le mie canzoni. Credo sia la cosa più importante per un artista. Giovanni Zambito.
©Riproduzione riservata 




Fattitaliani

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