Basta
giocare con smartphone, console e personal computer. Il 78% degli
italiani preferisce riempire il proprio tempo libero con i giochi di
una volta come biliardino, freccette e carte da gioco. Ritenuti
maggiormente educativi, capaci di allenare diverse abilità e
socializzanti, i passatempi tradizionali tornano quindi anche
d’estate ad animare le piazze e i locali di tutto lo Stivale.
Il
gioco,
momento caratterizzante della fase della crescita, ricopre
un ruolo prioritario nella creazione delle nuove relazioni, nel
consolidare quelle esistenti e nell’allenamento della mente anche
per gli adulti.
Nonostante questo aspetto della vita di ognuno stia subendo una
rivoluzione, diventando territorio
esclusivo degli ultramoderni svaghi tecnologici come
console, cellulari e pc, 8
italiani su 10 scelgono anche in vacanza di divertirsi e rinsaldare i
rapporti sociali attraverso i giochi di una volta.
Oltre al valore
socializzante della pratica dei passatempi tradizionali
(72%),
milioni di persone li prediligono perché rappresentano
il modo migliore per conoscere se stessi e gli altri (46%),
per stimolare
capacità come attenzione, concentrazione e competitività
(34%)
e maturare
globalmente come persone
(21%).
Sul podio dei giochi di una volta ricordati con più affetto e
nostalgia il biliardino
(74%),
le freccette
(53%)
e le carte
(49%).
È quanto risulta da uno studio promosso da Gingerino condotto su oltre 1200 italiani, uomini e donne di età compresa tra i 18 e i 60 anni, realizzato con metodologia WOA (Web Opinion Analysis) attraverso un monitoraggio online sui principali social network, blog, forum e community dedicate, in occasione del Gingerino Mix Tour, una campagna per ritornare a giocare insieme, riscoprendo il valore delle relazioni umane e il piacere del divertirsi condividendo un momento di svago semplice e spensierato.
“Gingerino
è da sempre simbolo dell’aperitivo come momento di aggregazione,
socialità e svago
– spiega Erika
Tuniz, brand manager Aperitivi del Gruppo Sanpellegrino
– Per festeggiare il lancio del nuovo Gingerino
Mix
abbiamo dunque voluto lanciare un tour
che, come una vera e propria campagna, vuole riportare al centro il
valore della socializzazione e l’importanza delle relazioni. E con
questo studio abbiamo voluto sondare come i giochi ‘di una volta’
sono capaci di rompere barriere e far riscoprire il piacere di
divertirsi in modo semplice e genuino”.
Se
per
l’UNESCO il gioco costituisce una vera e propria espressione della
cultura umana e popolare,
fino al punto di dedicargli una “Carta
Internazionale del Gioco”,
a maggior ragione questo rappresenta
un patrimonio imprescindibile da salvaguardare e tramandare alle
future generazioni.
PC, videogames e smartphone stanno però man mano monopolizzando ogni
momento ludico e di socializzazione dei più giovani, rischiando di
cancellare per sempre nella memoria delle nuove generazioni un
patrimonio di grande rilevanza storico-sociale.
Ma
come raggiungere questo scopo?
Ritenuti una leva educativa più forte rispetto ai moderni
intrattenimenti dal 78% degli intervistati, secondo
6 italiani su 10 per essere tramandati i giochi tradizionali vanno
proprio insegnati ai più piccoli in tenera età,
mentre per il
54% del
campione
è importante organizzare e partecipare attivamente a festival,
mostre e dimostrazioni di
queste usanze tradizionali; per
il 45%
delle persone infine questi
temi andrebbero diffusi anche attraverso appositi corsi e scuole dove
si insegnano i giochi di una volta,
utili
a diffondere e tramandare questo bagaglio culturale.
Anche
gli esperti confermano l’importanza dei giochi tradizionali,
rivelandone valori e peculiarità fondamentali: “E’
davvero fondamentale sostenere, tramandare e valorizzare il gioco
tradizionale
– spiega Francesca
Antonacci,
docente di Pedagogia del gioco presso l’Università Milano-Bicocca
–
Il motivo principale risiede nel fatto che in esso si possono
rintracciare delle preziosissime dimensioni
culturali invarianti:
ad esempio la
condivisione degli spazi pubblici, il legame con il festivo,
la sopravvivenza di spazi e tempi regolati nei quali esercitare
in modo protetto la sfida e la competizione
tra gruppi, in
modo che non emerga il lato distruttivo dello scontro, ma quello
sportivo e collaborativo. Il
gioco può servire
ad unire e far
dialogare
le generazioni, è un luogo straordinario utile a connettere le
persone unite da uno sguardo ludico, appassionato e colmo di
leggerezza. Unisce
le generazioni
perché appartiene a una disposizione d'animo più che a una età
anagrafica.
Detto
ciò non dimentichiamo che anche
gli adulti dovrebbero riservare una porzione maggiore del loro tempo
al gioco
in moda da conservare in tutte le età della vita la leggerezza
necessaria per saper connettere
esperienze e situazioni in modo creativo e intuitivo,
per saper scherzare anche con le cose più serie e trasformare
la realtà con l'immaginazione,
rendendola più comprensibile e più felice”.
Emerge
quindi la tendenza a riscoprire e diffondere i giochi tradizionali,
che ancora oggi rappresentano un modo unico per unire le generazioni
e far tornare a vivere i luoghi d’aggregazione delle città. Ma
quali sono i luoghi principi dove stanno tornando in auge questi
svaghi?
Al primo posto, come vuole la tradizione, proprio le
piazze
(75%),
vero cuore pulsante dei centri abitati, seguiti
da bar e locali
(69%),
sempre più spesso dotati di aree gioco con apposite postazioni, e
dalle ludoteche
(44%),
presenti in sempre più città, ma senza dimenticare le spiagge
(42%).
Ma
quali sono i giochi di una volta ancora oggi praticati e apprezzati
in ogni parte d’Italia?
Se
al primo posto il
biliardino è per distacco il passatempo preferito dagli italiani
(74%),
sul secondo gradino del podio si piazzano le
freccette
(53%),
mentre la medaglia di bronzo va alle carte
da gioco,
evergreen senza tempo (49%).
Molto apprezzati anche i giochi in scatola, come il Monopoli
(41%)
e il Subbuteo
(40%),
e i tipici svaghi da piazza, come il
nascondino
(38%),
la
campana
(35%)
e le
biglie
(23%).
Oltre
alla dimensione ludica, esiste infatti anche quella educativa,
un tema molto sentito nel Belpaese. Secondo
8 italiani su 10 infatti i giochi di una volta sarebbero più
educativi di quelli moderni, ma per quale ragione?
Per
l’85%
delle persone i giochi tradizionali
insegnano a convivere con gli altri e a rispettarli,
mentre al giorno d’oggi si tende eccessivamente al gioco solitario
e alienante davanti a uno schermo. Una consistente percentuale (71%)
ritiene invece che divertirsi
per le strade e le piazze allena oltre che il fisico anche il
cervello,
stimolando abilità quali la capacità di adattamento, la creatività
e la competitività. Un ultimo aspetto da tenere in considerazione
secondo
il 43% degli italiani è la totale assenza di violenza e oscenità
nei passatempi di una volta.
Dall’indagine
risulta altresì evidente che il tempo da dedicare al gioco in
famiglia o tra amici è sempre più risicato.
Impegni
quotidiani
(88%),
lavoro
(76%)
e preoccupazioni
dovute alle difficoltà economiche (53%)
riducono il tempo da dedicare allo svago, magari in compagnia di
figli e nipoti. Circa
un italiano su 2 (53%) infatti non riesce a trovare nemmeno 15 minuti
al giorno da dedicare al gioco.
La percentuale scende
al 35% per chi può dedicare al gioco fino a due ore alla settimana,
mentre i fortunati che possono
divertirsi anche per più di un’ora ogni giorno rappresentano
solamente il 12% del totale.
L’importanza
che ricopre la dimensione ludica nella vita delle persone emerge
anche da un altro dato, quello
sul primo ricordo che torna alla mente ripensando alla propria
gioventù.
Il primo pensiero del
75% delle persone va infatti a rispolverare i giochi praticati
durante l’infanzia,
mentre il
68% si sofferma sulle prime vacanze
fuoriporta. Molto gettonate anche le
prime gite scolastiche
(22%),
i giochi
con gli amici per strada
(20%)
e le
marachelle fatte a fratelli e cugini
(17%).