TARANTO
- Quando per la conferenza stampa inviai il comunicato, si creò un
certo enigma sulla presenza del leggendario cantante inglese Robin.
In effetti RJ
Gibb
è il figlio di Robin che presenta un concerto direttamente dalla
Central
Hall di Londra
con la Royal Philarmonic Orchestra per la prima mondiale con musiche
di Robin
e
RJGibb.
Ma Anche Robin ci sarà. Incontro Cesare
Natale
della Falanthra, associazione culturale Onlus che partecipa
all’organizzazione dell’evento insieme alla Titanic di Londra.
Gli
chiedo subito com’è nata questa iniziativa.
“Per
caso. Avevamo fatto una iniziativa dell’associazione nel
Palamazzola e il responsabile della struttura ci aveva parlato
dell’evento, ma ci aveva anche detto che l’organizzazione inglese
cercava un’associazione per il risvolto solidale della prima
mondiale. Cosi inviammo il curriculum sociale e loro ci chiamarono
dicendo che era tutto ok.”
Allora
chiariamo la presenza di Robin, il gemello eterozigote di Maurice che
insieme all’altro fratello Barry rappresentano il gruppo musicale
britannico Bee Gees, formatosi in Australia nei
primi anni sessanta, considerato come uno dei gruppi più noti e
classificati fra i cinque artisti di maggior successo della storia
della musica pop.
“L’hanno
spiegato in conferenza stampa, sia il figlio che la moglie del
popolare cantante morto nel 2012 per un tumore al cervello.
L’iniziativa è partita per volontà di Robin che al risveglio da
un coma, disse che avrebbe voluto cantare l’ultima canzone d’amore
alla moglie. Quella registrazione è diventata un ologramma che verrà
inserito nel concerto con grandi effetti speciali”.
Ecco
spiegata la presenza di Robin. Ma adesso parliamo di Alzheimer +:
cos’è un caffè Alzheimer che abbiamo visto al Nord?
“Noi
abbiamo pensato che parlare di caffè, in questa realtà meridionale
avrebbe falsato un po’ la cosa; per questo abbiamo pensato ad un
posto ricreativo ma con un alto profilo scientifico di approccio alla
malattia che aiuti le famiglie a capire che non è l’isolamento la
risposta a questa malattia silenziosa, anzi l’aggregazione,
l’attività culturale che facciamo noi con poesie, spettacoli di
ogni tipo, serve a far sentire partecipe il malato che per la sua
particolare situazione tende a staccarsi dalla realtà”
Come
funzionerà la solidarietà?
“Tutti
i biglietti in prevendita presso di noi ci consentono di avere una
percentuale di guadagno che riverseremo nel progetto che abbiamo già
avviato nella Parrocchia di Massimiliano Maria Kolbe a
Paolo VI; così da acquistare attrezzature e creare un fondo per le
attività, le consulenze di specialisti e animatori che conoscono la
malattia”
Il
giorno prima ci sarà un convegno organizzato da voi sulla malattia?
“Abbiamo
voluto organizzare, con la partecipazione della Logos, una conferenza
medica il giorno prima per affrontare con medici impegnati su questo
fronte per illustrare le tecniche del San Raffaele di Milano e di
altri centri che affrontano la malattia in altro modo. Quello che si
fa qui a Taranto è praticamente nulla”
Certo
questa afflizione è vista per lo più affine alla demenza senile e
gestita nelle case protette per anziani non autosufficienti
"Invece
noi crediamo che il cervello può essere stimolato, soprattutto la
parte laterale destra che non usiamo mai, attraverso stimolazioni
cognitive, musicoterapia e altro che aiuti, se non a fermare
l’evoluzione almeno a rallentare il più possibile il suo
obbiettivo” Noi vogliamo dare voce a chi vive nel silenzio. Non so
se ha visto il film Stil Alice, che ha vinto un oscar che si misura
col dolore muto e ingrato dell’Alzheimer; la protagonista, una
professoressa della Columbia University si misura sulla malattia,
finendo col dire in un passaggio che avrebbe preferito avere un
cancro che debilita e quindi il nemico lo affronti, mentre il killer
del cervello è silenzioso e non sembra che non faccia nulla, invece
il morbo lavora nel il
progressivo declino delle facoltà cognitive.
Concludo
questa intervista in un caffè tarantino. L’aria condizionata ci ha
salvato dall’afa anche se il clima ferragostano ci svela risvolti
climatici insoliti. L’ultima domanda è su come opera il
volontariato a Taranto.
Che
n’è stato di SOS Alzheimer, perché hanno chiuso?
“Inizialmente
lavoravamo insieme. Io penso che in questo campo occorre avere molta
pazienza e sapere che il più delle volte ci saranno porte chiuse o
sbattute il faccia. Loro in vece hanno fatto la voce grossa e sono
stati isolati. In una realtà dove tutto è fermo, chi governa è
lontanissimo da questa realtà, pensa ad altro. Allora conviene
lavorare contando sulle proprie forze e gli amici che accorrono
numerosi alle nostre iniziative”
Un ottimo metodo da imparare
che fa ricordare le regole di Santa Teresa di Calcutta.
Roberto
De Giorgi
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