MILANO - Giovedì 11
giugno, mattina, ero a Milanofiori per la firma, con la più grande
casa editrice d’Europa, del contratto relativo al mio
trentatreesimo libro in materia di finanza aziendale e del contratto
relativo al mio trentaquattresimo libro in materia di bilancio.
Alla fine del colloquio,
ho invitato il direttore generale agli eventi che mi avrebbero visto
protagonista giovedì sera e sabato sera, rispettivamente,
l’inaugurazione del Salento Village e il matrimonio tra il
Primitivo di Manduria e il Caciocavallo stagionato in grotta di Noci.
Soddisfatte le normali
curiosità del mio interlocutore, è arrivata puntuale la domanda di
rito: “Se lei, professore, è il vicepresidente dell’Associazione
Regionale Pugliesi di Milano, chi è il presidente?”
Ho risposto come sempre:
“Il mio presidente è il leggendario Cavaliere del Lavoro Dino
Abbascià”.
Perché ho sempre
definito leggendario il mio presidente? Perché lui arrivò ragazzino
da Bisceglie a Milano con la classica valigia di
cartone. Agli inizi faceva il garzone di fruttivendolo: non era il
massimo, c’erano altre categorie di garzoni più prestigiose, tra
cui il garzone di macelleria. Lui non si dava pace, anzi piangeva
quando pensava al suo stato e diceva: “Verrà un giorno in cui un
chilo di frutta costerà più di un chilo di carne”.
Sappiamo tutti che quel
giorno è arrivato da tempo e che la differenza tra i due generi è
significativa. Ebbene, mi piace sottolineare che siffatto cambiamento
non è avvenuto per opera del fato, o della storia, ma perché Dino
Abbascià ha contribuito a determinarlo.
È stato lui ad inventare
“Abbascià Frutta Pregiata”, è stato lui ad
attrezzare i furgoni che senza soluzione di continuità riforniscono
i ristoranti milanesi, è stato lui a dotare la sua azienda di un
sistema logistico all’avanguardia per far fronte agli ordini e alle
spedizioni, è stato lui a trasformare la sua azienda da un normale
fornitore di frutta in un eccezionale fornitore di qualità.
Per fare tutto questo ha
lavorato, tantissimo, di notte ancor più che di giorno, confermando
ancora una volta che Milano è la città dove generazioni di
pugliesi hanno dato il meglio di sé. Come faccio, come faccio a dire
a un siffatto Cavaliere del Lavoro “riposa in pace”?
Sapete cosa faccio? Non
glielo dico, tanto so bene che troverà il modo di lavorare anche
nell’alto dei Cieli e che anche lassù farà il turno di notte con
il sorriso sulle labbra.
Francesco Lenoci
Docente Università
Cattolica del Sacro Cuore – Milano
Vicepresidente
Associazione Regionale Pugliesi – Milano