Trento, il Festival dell'economia guarda a squilibri sociali. Parlano Giuseppe Laterza e Ugo Rossi

La  forte disuguaglianza economica, l’assenza dei diritti sociali e politici per la maggior parte dei Paesi nel mondo, gli errori che hanno portato alla crisi economica, ma anche le opportunità per la futura crescita del paese. Sono questi alcuni dei temi su cui si soffermeranno i numerosi relatori internazionali, del Festival dell’Economia di Trento, che si è aperto ieri pomeriggio. L’iniziativa, giunta alla decima edizione, si concluderà martedì prossimo, con la presenza del Premio Nobel per l’economia, Paul R. Krugman. Marina Tomarro ha intervistato l’editore Giuseppe Laterza tra i promotori del Festival: 

R. – Oggi, si parla molto di crescenti disuguaglianze e della necessità di creare più opportunità per i meritevoli a partire dai giovani. La mobilità sociale racchiude in sé questi due temi, rappresenta le disuguaglianze in senso dinamico, cioè come si creano opportunità di ascendere la scala sociale. Per i ragazzi, per esempio, che vengono da famiglie più svantaggiate: come si può creare a quei giovani pari condizioni rispetto a chi ha di più. E quindi è un tema essenziale non solo per l’Italia, che purtroppo di mobilità sociale ne ha poca, ma per tutti i Paesi del mondo.
D. – Quali sono i passaggi principali di questa edizione del Festival?
R. – L’edizione si svolge su più piani: quello essenziale, che è quello degli economisti che raccontano i risultati delle loro ricerche. Poi, c’è un piano che ha a che fare con le altre discipline, rappresentanti delle scienze sociali, della storia anche, e poi infine c’è un piano quest’anno dedicato ai grandi attori di cinema e teatro che vengono a rappresentare il tema del linguaggio dello spettacolo.
D. – Il Festival racchiude più aspetti ma, secondo lei, quale potrebbe essere una strada per far ripartire la crescita economica del Paese?
R. – Il Festival dà molte indicazioni e io credo – e non è un caso che al Festival vengano il ministro dell’economia, lo stesso Renzi, il governatore della Banca d’Italia  – che sia fertile questo scambio tra chi lavora ai grandi temi della ricerca e chi invece ha un compito più politico e istituzionale.
D.  – Quanto può essere importante anche, secondo lei, un collegamento tra università e aziende? Quanto il Festival può anche dare indicazioni riguardo a questo?
R.  – Il lavoro di rete è fondamentale. Far parlare tra loro persone che normalmente non interagiscono dal punto di vista professionale è molto importante. Si possono produrre tante indicazioni diverse. Il Festival è per sua natura pluralista, non c’è una ricetta: ci sono tante idee e tanti spunti all’interno dei quali ciascuno farà maturare le sue convinzioni e il suo modo di lavorare.
D. – Siamo alla decima edizione, come è cambiato nel corso degli anni?
R. – Il Festival si è sempre più specificato, arricchito, ha approfittato delle indicazioni del pubblico per migliorare anche la disposizione dei vari incontri nel programma generale del suo palinsesto. Devo dire che il pubblico ha sempre confortato la scelta iniziale che è quella di fare un Festival fuori dagli schemi precostituiti, che non parlasse mai un linguaggio tecnico, specialistico, che quindi, appunto, chiedesse prima di tutto agli economisti di essere sempre chiari e accessibili.
E sull’importanza di questo Festival, il commento di Ugo Rossi, presidente della Provincia Autonoma di Trento:
 “E’ la decima edizione del Festival dell’economia e il tema che abbiamo scelto è quello della mobilità sociale. Credo che completi un po’ tutti i temi che abbiamo affrontato in questi anni, dentro anche un grande periodo di crisi. Per ripartire e per guardare con fiducia al futuro dobbiamo anche riflettere su come le nostre società, i decisori politici, ma non solo, debbano sentirsi tutti impegnati a realizzare quelle condizioni di base, ma vorrei dire anche più innovative di quelle di cui disponiamo oggi, per garantire ai nostri cittadini, ai giovani in particolare, di poter avere tutti le stesse opportunità”. Marina Tomarro, Radio Vaticana, Radiogiornale del 30 maggio 2015.
Fattitaliani

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