Arte, intervista a Ferdinando Valentini: ogni opera deve avere per forza un'ispirazione

- Cosa significa per lei essere stato selezionato, dal Curatore Gregorio Rossi,  per la mostra "IL GRANDE  CANALE DELLA PACE" che si terrà a Venezia dal 9 maggio?

Sicuramente è sempre gratificante essere selezionato e invitato ad una manifestazione di importanza artistica culturale internazionale, ed essere ricordato assieme ad altri illustri artisti che condividono per un unico progetto come tema 'la Pace' e contro la guerra.
- Quale è il suo messaggio artistico?
Le mie opere realizzate con le tecniche ad acquerello, olio, tempera, pastello, sono sempre con tonalità molto delicate, i colori chiari, le figure e i volti dei personaggi richiamano ai canoni di stile e bellezza con sapienti tratti di armonia e di classe. Le mie opere sono frutto del continuo desiderio ed entusiasmo, verso la ricerca della felicità e della serenità interiore, allontanando l'uomo dallo  stress e dalle angosce quotidiane, che lo affligge rendendolo triste e affaticato. In ogni rappresentazione, cerco di far risaltare questo stato d'animo e sentimento artistico  rivolto verso la condivisa sensazione di "tranquillità" con lo spettatore, rapendolo e distraendolo, seppur brevemente, da quel momento di realtà quotidiana.
- Come nasce un'idea?
Un'idea può nascere casualmente in ogni circostanza della vita di tutti i giorni, attraverso la lettura di un libro, dalla visione di un film, dal rapporto con le persone, con la natura, le cose.
- Che cosa è per lei l'ispirazione?
È l'essenza dell'opera. Ogni opera deve avere per forza un'ispirazione. L'ispirazione può essere immediata o richiedere del tempo. L'importanza dell'ispirazione può fare importante l'opera stessa e quindi la differenza di importanza tra gli artisti. La fase successiva di preparazione dell'opera è la ricerca della tecnica rappresentativa; una buona ispirazione e una buona tecnica esecutiva contribuiscono essenzialmente ad un buon livello di risultato dell'opera.
- In che circostanze vengono le idee migliori?
Qualunque circostanza può essere fonte di un'idea.
- Qual è la prova del nove per capire  se un'idea è valida oppure no?
È l'immaginazione. Quel lampo immediato che porta tutto con sé il messaggio in un unico momento. L'artista sente l'idea valida e forte quanto tutto il messaggio che essa contiene. Naturalmente, poi l'artista elaborerà l'idea al suo senso artistico, alla sua passione, alla sua arte figurativa, ma terrà integro il messaggio dell'idea.
- Tre idee creative che piacerebbero fossero venute a lei?
Apprezzo e seguo il lavoro e la conoscenza di altri artisti, preferendo la partecipazione a mostre collettive più che personali. Oggi noi artisti viviamo in un momento privilegiato per farci conoscere, grazie ai media e Internet, condividendo le proprie opere con il pubblico e gli esperti d'arte molto velocemente che in passato. Lo scambio e la conoscenza tra diversi generi e opinioni artistiche, mi ha sempre affascinato, ma non ho desiderato nessuna idea e tantomeno ispirazione di altri artisti.
- Quando e come ha iniziato a vedersi come artista?
Anche se la mia prima mostra di pittura risale al 1973 a Roma all'età di 18 anni, ho iniziato a dipingere dall'età di 6 anni, grazie all'aiuto di mia madre e mio nonno materno Pietro Lecce, anch'esso artista, che e' stato un soldato disegnatore dei giornali di trincea l'Astico e il Nuovo Contadino della 1a Guerra Mondiale diretti da 'La Voce' di Piero Jahier, di cui alcuni suoi disegni sono conservati all'archivio della guerra del museo del Risorgimento al castello Sforzesco a Milano. I miei primi quadretti ad acquerello datati 1961 e 1963, rimangono ancora gelosamente custoditi presso la mia famiglia. Da sempre e in continuo crescendo la pittura e il disegno sono la mia passione. Mi sono visto d'artista già in adolescenza nelle scuole. Lì il primo confronto artistico con gli altri scolari e gli apprezzamenti del maestro d'arte per il mio talento artistico e'  stato negli anni successivi sempre univoco giudicato come primo della classe. Questo mio convincimento è stato confermato dal consenso critico e dal pubblico, già dalle prime esposizioni e mostre degli anni '70 e '80 e dai premi conseguiti. Nel 2012 ho avuto la registrazione di alcune opere quali protette presso il Ministero dei Beni culturali, sia per la pittura che per la scultura. Attualmente ricevo inviti di partecipazione per mostre da gallerie sia in Italia che dall'estero, con programma espositivo fino al 2017, come in America e in  Giappone; così, anche per le pubblicazioni in riviste d'arte del settore, in Italia e in America. Ma sicuramente, anche l'invito alla 1a edizione della mostra "Il Grande Canale della Pace" mi riempie d'orgoglio e mi conferma come artista.
- Perché la maggioranza degli artisti hanno delle personalità complesse?
Perché la complessità è un aspetto intrinseco dell'artista che lo differenzia dalla persona comune. Una persona comune, si occupa del quotidiano, del lavoro, della casa, della famiglia e vede le cose con razionale normalità; ogni fine giornata la deve concludere con le stesse modalità come un normale svolgimento delle giornate passate. L'artista è l'opposto. Non accetta schemi, regole e ogni altro modo che sia ripetitivo e ricadente nella normalità quotidiana. L'artista è libero. È creativo. È solo, ma ama il caos urbano delle metropoli. L'artista ha bisogno dell'impatto della gente che si muove mentre lui l'osserva come in un film. L'artista è introverso, irrazionale, timido ma nello stesso tempo riflessivo e attento meticoloso, in ogni particolare e situazione. L'artista è un perfetto prestigiatore della propria personalità. L'artista meraviglia gli altri con il suo messaggio che vuole dare, attraverso  la sua opera, a prescindere dal suo stato d'animo che solo lui sa e ben custodisce. L'artista non scopre mai le sue carte. L'artista è un attore geniale.
- Come si deve valutare un'opera artistica?
Dalla complessità dell'artista, sicuramente come prima spiegato. Dalla stranezza, dallo stato emotivo che suscita: dalla originalità. Pertanto, a parte il costo reale dell'opera, può assumere una valutazione tante volte il costo reale, inoltre, per le esposizioni, per l'expertise, per gli acquisti in galleria e nelle aste, per le critiche e le pubblicazioni, per i premi e le partecipazioni espositive di prestigio.
- L'artista deve reinventarsi ogni giorno?
No. Deve continuare il suo messaggio attraverso nuove opere, ma con nuove creazioni che riescono sempre ad identificarlo univocamente per il suo lavoro artistico.
- Che artisti ammira e in che modo hanno influenzato le sue opere?
La mia passione per l'arte classica e rinascimentale già dai  primi anni universitari, mi ha avvicinato a visitare le chiese e i palazzi storici di Roma. Ma nello stesso periodo, studiando gli artisti del passato, mi ha affascinato la tecnica pittorica di Giotto e il disegno di Leonardo da Vinci. Seguo in generale i movimenti artistici americani. Apprezzo molto la pop art e Andy Warhol.
- Qual è la sua opinione sulle sovvenzioni pubbliche all'arte?
L'arte è l'opera dell'intelletto e dell'ingegno umano. Ogni paese deve sviluppare la convinzione della divulgazione dell'arte alla gente, sviluppando programmi e impegni di risorse mirati  alla fruizione e conoscenza dell'arte. Pertanto le sovvenzioni pubbliche devono rappresentare un punto di forza per la conoscenza dell'arte. Tuttavia, personalmente approvo l'operato e le iniziative private a favore dell'arte, che a volte riescono a tutelare e salvaguardare la ricchezza di opere e capolavori, in favore della conservazione del patrimonio artistico e culturale del paese.
- Le dispiace doversi staccare da un pezzo che ha venduto?
Sì moltissimo. Ma a volte non lo vendo, o preferisco io l'acquirente a cui darlo. Le cose sono invece molto dolorose, quando non ti ritorna indietro a fine mostra un quadro, che dall'organizzazione di turno non attenta e poco responsabile, viene smarrito.
- Si compera l'opera o si compera l'artista?
Si compera l'opera ma anche l'artista relativamente, perché è un pezzo di vita che l'artista ha speso per creare quell'opera.
- Nell'arte non ci sono guide, come  sa qual è la cosa successiva da fare?
Partecipare alle esposizioni e alle mostre, come sempre, scegliendo quelle più importanti e di prestigio. Far conoscere alla gente del settore, le nuove creazioni tramite pubblicazioni nelle riviste ed editoriali specializzati. Se qualcuno sarà interessato, sicuramente saprai di essere apprezzato da persone qualificate.
- Che ruolo hanno giocato nella sua traiettoria le figure del mercante, rappresentante, gallerista e intermedi in generale?
Ognuno ha i propri ruoli, ma sono sempre io a dirigere. Mi avvalgo di soli pochi galleristi: uno in Italia, due in Inghilterra e due in America. Con questi riesco ad esporre e far conoscere le mie opere in tutto il mondo. Inoltre curo costantemente le pubblicazioni delle mie opere, in Italia e in America attraverso primari editoriali specializzati. Non tratto con mercanti e affaristi, in quanto preferisco essere personalmente contattato e curare  le trattative con gli acquirenti.
- Che cosa consiglierebbe a chi inizia?
Di intraprendere il cammino artistico solo se si è motivati di grande passione e talento; ma soprattutto di continuo e quotidiano entusiasmo nella pittura e nel disegno. Esercitarsi giornalmente nel disegno e non solo nelle pennellate facili dei paesaggi e dell'astratto. Oggi spesso  si improvvisano artisti in tanti e solo pochi sanno disegnare un volto, una mano, un occhio o una bocca. Quindi, conoscere i propri limiti è doveroso in questo campo, altamente critico e selettivo. Inoltre, bisogna costruirsi un bagaglio culturale negli anni e non improvvisarsi; proponendosi sicuri, al meglio e in assoluta libertà di condizionamenti. Naturalmente, bisogna avere poi, anche la fortuna di ricevere in cambio dei riscontri e quindi il successo di essere apprezzati per l'arte prodotta. Ma questo sta esclusivamente in noi, sapere utilizzare quella unica chiave, cui riuscire ad aprire la giusta porta del successo.
Fattitaliani

#buttons=(Accetta) #days=(20)

"Questo sito utilizza cookie di Google per erogare i propri servizi e per analizzare il traffico. Il tuo indirizzo IP e il tuo agente utente sono condivisi con Google, unitamente alle metriche sulle prestazioni e sulla sicurezza, per garantire la qualità del servizio, generare statistiche di utilizzo e rilevare e contrastare eventuali abusi." Per saperne di più
Accept !
To Top