GUALDO
TADINO (Perugia) - Dissacrante, onnivora, pretestuosa e conflittuale,
è tutta l’opera dell’artista di origini partenopee Piergiuseppe
Pesce, che vive e
lavora da oltre trent’anni in Umbria, a Gualdo
Tadino, sede elettiva
della Cube-gallery
ed anche del suo mondo creativo, in cui processi di grande
produttività e accumulazione, danno origine a mostre che sono il
frutto di una stratificazione esistenziale, fino ad essere puro caos
e confusione, come una pellicola di un film che impazzita, srotola
immagini a ritmo sfrenato.
“Eppure” spiega Catia
Monacelli, curatore e
critico d’arte, “ciò che appare infine davanti ai nostri occhi è
estremamente lucido, calcolato, tagliente, sottile, in una parola
sola: geniale. Ho visto pochissimi artisti far emergere da tanta
frenetica confusione, una così straordinaria sintesi”.
Domenica
15 febbraio, a Corciano,
presso lo spazio galleria del Gherlinda, prospicente al cinema, è
stata inaugurata la sua nuova personale dal titolo “XX
Secolo. Crescete e moltiplicatevi”,
che già promette di suscitare grandi polemiche, per i temi sensibili
trattati. A rapire questa volta l’attenzione dell’artista, dopo
aver esposto in tutto il mondo, ed in decine di spazi istituzionali,
tra gallerie pubbliche, private e musei, è proprio “un luogo-non
luogo”, come lo definiscono i sociologi. Siamo infatti all’interno
di un centro commerciale, uno spazio senza identità, nel quale la
civitas, si è geneticamente trasformata nella civiltà omologante
dei consumi.
Ed è in questo luogo fluttuante, di passaggio, di circolazione e rapida comunicazione, che Piergiuseppe Pesce mette in scena per quindici giorni uno straordinario spettacolo fatto di colori, di forme, di pensiero e di icone del secolo appena trascorso. Vicino alla corrente internazionale e postmoderna del neo pop, miscela i simboli di culture diverse rimandando al grafitismo urbano, al mondo dell’underground, ma anche ai fumetti e al web design. Le opere che fanno parte di questo progetto raffigurano soggetti tratti dall’universo mediatico, icone del quotidiano note a tutti e riconoscibili.
Ed è in questo luogo fluttuante, di passaggio, di circolazione e rapida comunicazione, che Piergiuseppe Pesce mette in scena per quindici giorni uno straordinario spettacolo fatto di colori, di forme, di pensiero e di icone del secolo appena trascorso. Vicino alla corrente internazionale e postmoderna del neo pop, miscela i simboli di culture diverse rimandando al grafitismo urbano, al mondo dell’underground, ma anche ai fumetti e al web design. Le opere che fanno parte di questo progetto raffigurano soggetti tratti dall’universo mediatico, icone del quotidiano note a tutti e riconoscibili.
Ed
ecco allora che disparati protagonisti sono costretti a coabiatare in
un improbabile spazio comune. Attraverso il linguaggio critico e
ludico che lo caratterizza, anche la carrellata di personaggi e
simboli che l’artista propone rappresenta un grande riassunto del
secolo che ci siamo appena lasciati alle spalle, con le sue
contraddizioni, con le sue star, con il suo modo di vivere il
pianeta.
“Non mancano anche questa volta”, continua Catia Monacelli, che ha presentato il progetto, “richiami critici verso l’attualità e le notizie di cronaca drammatiche di questi ultimi tempi: Pesce non può fare a meno di essere azzardato, ribelle, senza filtri e brutale, poiché l’arte, quando è tale può dire tutto, e lui racconta il suo essere Je suis Charlie, andando ben oltre la scomoda satira, osservando tutto apparentemente da un altro pianeta, senza giudizi morali o etici, senza vincitori né vinti”. Lo spettatore entra di diritto a far parte della scena personificando se stesso e partecipa ad una performance destinata sia ai principianti che ai giocatori più esperti. La grande lezione delle avanguardie storiche del Novecento arriva fino a noi in veste contemporanea e concettuale.
“Non mancano anche questa volta”, continua Catia Monacelli, che ha presentato il progetto, “richiami critici verso l’attualità e le notizie di cronaca drammatiche di questi ultimi tempi: Pesce non può fare a meno di essere azzardato, ribelle, senza filtri e brutale, poiché l’arte, quando è tale può dire tutto, e lui racconta il suo essere Je suis Charlie, andando ben oltre la scomoda satira, osservando tutto apparentemente da un altro pianeta, senza giudizi morali o etici, senza vincitori né vinti”. Lo spettatore entra di diritto a far parte della scena personificando se stesso e partecipa ad una performance destinata sia ai principianti che ai giocatori più esperti. La grande lezione delle avanguardie storiche del Novecento arriva fino a noi in veste contemporanea e concettuale.
Anche
questa è in fondo un’eredità del XX secolo: un nuovo approccio
nel fare arte e nel fruirla, un’apertura a 360° verso il mondo in
cui viviamo e che solo ora possiamo percorrere contemporaneamente sia
in senso geografico che in senso storico. L’iniziativa è promossa
da Oxigene Symbiotic Ambient, nelle persone di Alessandra
Anca Palel e Michele
Martinelli, che hanno
deciso di accogliere volutamente un progetto forte e dirompente, ma
di altissimo livello artistico, capace di attirare non sono gli
esperti d’arte, ma anche un pubblico più giovane. Non a caso le
opere di Pesce fanno parte anche della collezione privata di Fedez,
uno dei volti rap più amati in Italia dai ragazzi e non solo.
Durante la manifestazione è intervenuta per un saluto il Direttore
del Corriere dell’Umbria Anna
Mossuto, che in
particolare ha analizzato i lavori dell’Artista dal punto di vista
mediatico e comunicativo.
Dal 15 Febbraio 2015 al 28 Febbraio 2015
CORCIANO | PERUGIA
LUOGO: Galleria del Gherlinda
CURATORI: Catia Monacelli
ENTI PROMOTORI:
- Oxygene Symbiotic Ambient