Quante cose grandi uscite
mai da questa terra! Eppure quanto disinteresse e insensibilità.
Uomini politici che hanno retto e reggono le sorti della Terra di
Ciociaria, ben nutriti e ben pasciuti, che sono passati e passano
senza lasciare un segno positivo, una traccia
gratificante del loro operato, se non il loro
agitarsi e muoversi sul palcoscenico di un teatrino sempre uguale e
il medesimo per tutti loro, marionette vocianti. Cementificazione
farneticante e criminale del territorio, la distruzione e
inquinamento dell’ambiente, spese e sperperi faraonici per
progettazioni mai realizzate, per posti di lavoro inventati, per
spese e consulenze varie, divertimenti e mangiamenti, intrallazzi e
ruberie…: ecco le loro imprese. Ma ci arrestiamo altrimenti il
lettore si bloccherà e si perderà una fonte, invece, di molta
gratificazione e di grande godimento, qui appresso.
E infatti nell’ambito
dell’orribile massacro parigino presso la sede di
Charlie Hebdo si
registrano anche delle concomitanze che hanno rapporto diretto,
sembra incredibile, con la Ciociaria. Coluche,
il grande commediante ed umorista nonché fondatore dei ‘Ristoranti
del cuore’, che ha letteralmente improntato di sé e dominato la
scena artistica francese per oltre venti anni, onorato e ricordato
anno dopo anno in tutta la Francia -ma ignorato in Ciociaria e
perfino a Casalvieri suo paese originario- del quale anche su queste
colonne abbiamo illustrato vita e opera, ebbe rapporti collaborativi
con due delle vittime della strage del 7 gennaio scorso e cioè con
Cabu e
Wolinski, eminenti vignettisti, massimi
disegnatori e molto altro. Coluche e Cabu e
Wolisnki, l’uno con la parola, i due con
penna e matita, hanno lanciato per anni i loro messaggi e
divertito, e ammonito, i francesi con le loro trovate, le loro
invenzioni irripetibili e uniche. Tutti e tre Artisti autentici, di
quelli cioè che la Natura regala alla umanità con sensibile
oculatezza e molta parsimonia, in grado quindi di aprire spiragli ed
orizzonti di idee e di concetti che arricchiscono l’uomo e lo
innalzano. Pur se la vita di Coluche è stata improvvisamente
spezzata a poco più di quaranta anni, la relazione tra i tre artisti
deve essere stata necessariamente molto stretta e ricca non solo e
perché coltivavano visceralmente, e praticavano, le medesime idee
politiche quanto essendo accomunati dalle medesime finalità ed
obbiettivi artistici ed etici, operavano in settori diametralmente
opposti: i due prevalentemente nella carta stampata, l’altro nella
televisione, nella radio, nel cinema, perciò un completarsi
e integrarsi perfetto, come avviene in
rarissimi altri casi. Le ricerche mi hanno portato ad individuare
almeno due libri che accomunano i tre famosi artisti: uno scritto
direttamente da Coluche e intitolato: Pensées
et Anecdotes con disegni di Cabu e di
Wolinski e di altri tre disegnatori e un secondo volume intitolato:
L’Intégrale des Sketches
opera di tutti e tre: Coluche, Cabu e Wolinski. Questi libri sono
continuamente ristampati e riproposti, tanto sentita la
partecipazione che riscuotono. Certamente parecchio altro si potrebbe
far venire alla luce del giorno indagando più da vicino i loro
rapporti.
Una seconda concomitanza
veramente sorprendente chiama di nuovo in relazione la Ciociaria con,
questa volta, il solo Georges Wolisnki.
Come detto, l’Artista si professava da sempre di certe idee
politiche e nelle occasioni ufficiali di riferimento del partito di
appartenenza, è inevitabile che esse occasioni rappresentassero
anche un luogo di incontro e di conoscenza. E in una di queste
manifestazioni il grande artista ha conosciuto e familiarizzato con
un altro sodale di partito al quale fece dono di un disegno che,
caso o volontà, ne ritrae fedelmente la fisionomia. E la didascalia
del disegno, in verità molto acclamato e noto, illustra e dichiara
apertamente i loro sentimenti e la loro solidarietà autentica: ”La
felicità? Si dovrebbe farla diventare comune a tutti,
nazionalizzarla!”. Il sodale di cui sopra che per sua bocca esprime
le parole di Wolinski, vittima dell’integralismo e del
fondamentalismo, è un ciociaro anche lui, come Coluche.
Michele Santulli