Se vi capita
di fare un giro in Alto Adige/Südtirol vi stupirete – ma sono
tante le cose da ammirare – nel trovare sull’architrave delle
porte d’ingresso delle case, siano esse private, di comunità, o
sedi pubbliche, oppure direttamente sulle ante, un iscrizione fatta
press’a poco così: 20 - K+M+B - 14.
Esiste anche sulla porta di casa mia. E tante
volte ho dovuto spiegarne la ragione a parenti ed amici del sud che
negli anni hanno voluto onorarmi di una visita, me partito da Torre
Annunziata, in provincia di Napoli, più di 40 anni fa. Ogni Regione
ha le sue tradizioni, e così pure per Natale.
Chi come me
proviene dalla Campania sa che per Pasqua, il parroco della comunità
parrocchiale porta la benedizione alle famiglie girando – chi sa se
lo fanno ancora ! – per le case aspergendo con l’acqua santa la
dimora e i suoi abitanti, e raccogliendo offerte ed uova fresche
(quando nelle aie e nei cortili si allevavano ancora le galline).
Qui, in Alto
Adige invece la benedizione delle case la si fa nei giorni tra Natale
e Capodanno, e la portano i Tre Magi i quali visitando i presepi
danno l’annuncio della nascita del Redentore: pregano con la
famiglia ospite, intonano un canto in lingua tedesca (perché dalla
cultura tedesca ci viene a questa bella tradizione), e alla fine
segnano sulla porta la prova del proprio passaggio: la sigla
20-K+M+B-14, che mi accingo a decifrare.
Le cifre
indicano la data, praticamente il numero dell’anno che inizia,
perciò quest’anno sarà 15, fermo restano il numero dei secoli
[20]. Le lettere invece, stando ad una leggenda popolare sarebbero le
iniziali dei nomi dei santi magi visitatori, Kaspar,
Melchior, und Balthasar (Gaspare,
Melchiorre e Baldassarre, i nomi attribuiti ai Tre Magi). Per la
verità il segno apposto con un gessetto bianco sulla porta di casa,
e che – stranamente – si mantiene per l’anno intero fino alla
nuova visita dei Cantori della Stella, significa Christus
Mansionem Benedicat (Cristo benedica il
maso), dove mansionem (da cui deriva la parola “maso”, e che
indica un tipo di proprietà con sue prerogative anche giuridiche) è,
come lo era all’origine, la casa, la dimora, dove uno “rimane”.
Il nome di
“Cantori della stella” è dovuto al fatto che il gruppo in
costume da “magi” è accompagnato, oltre che da incenso ed acqua
benedetta, anche dal signifer,
un chierico che al posto della croce porta un’insegna (signum) a
forma di una grande stella.
In quei
giorni, nella comunità parrocchiale dove si coordina l’iniziativa,
si formano diversi gruppi di Magi, ognuno accompagnato dal suo
signifero.
Per una
decisione locale che interessa tutta la Diocesi di Bolzano, le
offerte raccolte nei giorni della visita dei Magi sono devolute a
progetti sociali nelle terre di missione. Le famiglie più antiche,
quelle di maggior rilievo sociale, quelle amiche, o i benefattori,
sono visitate dal gruppo degli adulti, il più caratteristico, il
meglio attrezzato per vestimenti e per stile, le persone che
mantengono viva l’antica tradizione, capaci di creare occasioni di
scambio di auguri e nuove relazioni di amicizia.
Luigi
Casale