Cinema, Benicio Del Toro porta sullo schermo la vita di Pablo Escobar "Un semidio malefico! "


Andrea Di Stefano porta sul grande schermo Escobar, Paradise Lost e per produrre questo film con il premio Oscar Benicio Del Toro si è rivolto a Francia, Spagna e Belgio per trovare i finanziatori di questo thriller biografico. La storia - che prende spunto da un episodio autentico - racconta come la vita di un giovane e innocente surfista canadese che si trova in Colombia col fratello, venga distrutta dall'incontro fortuito con una figura quasi mitologica: quella del ricchissimo boss del narcotraffico Pablo Escobar, a capo negli anni Ottanta del cosiddetto Cartello di Medellìn, un uomo corrotto e corruttore.
Il film che possiamo definire cruento per le scene, mette in risalto ancora una volta le capacità camaleontiche di Benicio Del Toro in grado di trasformazioni fisiche per vestire i panni del personaggio da lui stesso interpretato. Josh Hutcherson e Claudia Traisac interpretano i due giovani innamorati perseguitati da Escobar, che non troveranno via di fuga in quella che lo stesso protagonista definisce la giungla di Mowgli.
Cosa ti ha dato questo personaggio (ci rivolgiamo a Benicio Del Toro)?Come lo giudichi? 
Sicuramente so più cose ora di Pablo Escobar di quanto ho iniziato a lavorare a questo progetto. Non lo giudico; l'ho guardato attraverso gli occhi di Nick, il personaggio interpretato da Josh Hutcherson (Hunger Games). Ho cercato di capire diciamo il dualismo di quest'uomo che da una parte è stato posto su un piedistallo dalla Colombia, ma al tempo stesso è stato nemico del suo popolo.
Come è avvenuto il processo di recitazione in questo film? Che ne pensi della storia? 
Ho visto molti film e mi sono reso conto che era un idolo che ha fatto cose tremende. E' di per sé una contraddizione. E' una storia triste, un uomo con un talento sprecato, ma non è certo un documentario su Pablo Escobar! Ha provocato sofferenza al suo popolo e sono consapevole di aver rappresentato un personaggio che ha preso una strada sbagliata nella sua vita. Ci sono voluti otto mesi di ricerche su Escobar: sono stati consultati molti libri, biografie. Il regista si è recato anche in Columbia per fare un lavoro di ricerca su questo personaggio. La dinamica criminale di questo uomo era interessante e siamo partiti da questo per affrontare le riprese del film! 
Come definiresti Pablo Escobar? 
Un semidio malefico! 
La cosa più difficile che hai fatto nel film? Cantare.... (scherza, ndr), ma questa è stata un'idea di Andrea di Stefano, il regista. Comunque sono un fan di Elvis e la musica mi piace! 
Progetti futuri? 
Gli attori non sanno mai niente del loro futuro professionale, ma devono credere in se stessi! Emanuela Del Zompo.
Fattitaliani

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