Teatro dei Conciatori, "I conigli non hanno le ali". Fattitaliani intervista Paolo Civati, autore e regista

In scena al Teatro dei Conciatori dal 23 settembre al 5 ottobre 2014 "I conigli non hanno le ali", scritto e diretto da Paolo Civati, con Francesca Ciocchetti e Tommaso Cardarelli. TRAMA: Un bambino getta il suo coniglietto (vivo) dalla finestra dopo avergli infilato un paio di mutande da Superman. Un genitore salta addosso al bambino, l'altro lo segue. La sorellina guarda. "I conigli non hanno le ali" è la ricostruzione di come sia possibile perdere il controllo senza essersene accorti; di come la violenza possa nascere in maniera silente, imprevedibile, dentro di noi e scattare fuori, così, apparentemente all'improvviso. Al centro della vicenda Richard e Marianne, una giovane coppia americana addormentata nella società in cui vive, una coppia ripiegata su una quotidianità incredibilmente anonima e inzuppata di piccole violenze verbali e fisiche, di frustrazioni e compressioni, di ossessioni per il loro futuro e quello dei loro figli: Lucas e Sarah. Fattitaliani ha intervistato Paolo Civati.
Più difficile scrivere il testo o dirigerlo in tutta la sua drammaticità? 
Scrivere e dirigere sono simili perché le due questioni viaggiano a tratti su uno stesso binario a tratti su due paralleli; il processo di scrittura scenica, per me, è un pensiero che si fa parola scritta e poi diventa vivo attraverso le persone, gli attori. E' inevitabile che questi passaggi vivano un'osmosi continua. Il testo si scrive da soli, si legge insieme, si prova pudore, si cambia, si butta, si prova a farlo, a scriverlo sulla scena, nello spazio, con i corpi, si butta di nuovo, si sottrae l'inutile del dire per far emergere i silenzi, le immagini, la drammaticità che quelle immagini incontrate riverberano dentro me e gli attori e poi, si spera, nei nostri spettatori. Questo lento processo è complesso perché felice e doloroso allo stesso tempo, tocca fare delle rinunce. Poi si arriva al pubblico e, finalmente, si condivide... 
Paolo Civati
Durante le prove e la messa in scena ha focalizzato degli aspetti in maniera più lucida e profonda? 
La concretezza della scena obbliga tutti gli artisti coinvolti ad indagare ulteriormente sulla questione proposta dal tema che sostiene il testo e a ricercare la sintesi estrema per esprimere un concetto, un sentimento, attraverso il minor numero di parole possibili. La scena obbliga ad indagare sul come tirar fuori quello che sta dentro senza spiegarlo. Non sempre si riesce. Quasi mai. Alle volte la musica veicola questi passaggi a livello inconscio e aiuta a conquistare lucidità dall'astrattezza... 
Tanti sono i fatti di cronaca oggi a cui potrebbe essere ricondotto l'argomento: è stato "ispirato" da un evento in particolare? 
No, nessun riferimento. Da quando sono diventato padre, quasi cinque anni fa, mi interrogo moltissimo sulla difficoltà del ruolo di genitore, su quanto sia facile perdere il controllo, e quanto sia difficile mantenerlo. Ho osservato tanti miei amici cambiare radicalmente dopo essere diventati genitori o, forse, rivelarsi per come erano. I figli sono, a mio avviso, una grande possibilità di evolversi ma sono anche l'evidenza dei limiti di relazione che si ha con se stessi e con gli altri. 
Che rapporti e psicologie ci sono fra Richard, Marianne, Lucas e Sarah? 
Nella nostra rappresentazione i figli, Lucas e Sarah, non ci sono, esistono in quanto risultato della loro “non presenza” nella vita di due genitori. Richard e Marianne sono incastrati nella loro solitudine e sordità relazionale, sono una coppia basata su aspettative banali e vitali, come quelle che abbiamo tutti. Una coppia che scopre di non essere speciale e superiore a nessun'altra coppia. Lucas e Sarah, gridando ascolto, obbligano i genitori a prendere coscienza del loro ruolo. 
In quale reazione del pubblico spera? 
Vorrei che il pubblico sentisse la delicatezza che abbiamo cercato nel cercare di argomentare sul nero che sta dentro ognuno di noi... 
Giovanni Zambito
© Riproduzione riservata


TEATRO DEI CONCIATORI C.U.T. – Contemporary Urban Theatre - 
100% TAGLIO CONTEMPORANEO 
 dal 23 settembre al 5 ottobre 2014 I CONIGLI NON HANNO LE ALI 
scritto e diretto da Paolo Civati 
con Francesca Ciocchetti e Tommaso Cardarelli 
Musiche: Valerio Camporini Faggioni
Fattitaliani

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