Fra i 10 finalisti della seconda edizione del Premio Nazionale per la Canzone d’Autore di Vische e del Canavese, in scena il prossimo week end a Vische (TO) all’interno del Festival Lanterne Rock, oggi Fattitaliani ha intervistato - ponendo loro le stesse domande - Marco Da Torre (Lucca), i La Malora (Acqui Terme), Fabrizio Longobardi da Torino. Con gli altri sette si esibiranno sabato 6 e domenica 7 settembre nella splendida cornice di Piazza San Bartolomeo (foto) e saranno valutati da una giuria di giornalisti, musicisti ed addetti ai lavori presieduta dalla cantautrice Valeria Vaglio
Conoscevate la manifestazione? Attraverso quale percorso ci siete arrivati?
MARCO DA TORRE: Ho conosciuto il festival dal passaparola di internet e di facebook.
LA MALORA: Non la conoscevamo, l'abbiamo conosciuta da poco attraverso l'internet.
FABRIZIO LONGOBARDI: Conosco Lanterne Rock perché ho già partecipato l'anno scorso a questa manifestazione conosciuta via e-mail.
MARCO DA TORRE: Ho conosciuto il festival dal passaparola di internet e di facebook.
LA MALORA: Non la conoscevamo, l'abbiamo conosciuta da poco attraverso l'internet.
FABRIZIO LONGOBARDI: Conosco Lanterne Rock perché ho già partecipato l'anno scorso a questa manifestazione conosciuta via e-mail.
Che cosa è oggi rock?
MARCO DA TORRE: Oggi il rock è in genere musicale, oggi non è più, forse, voglia di libertà e di cambiare il mondo come lo è stato negli anni passati.
LA MALORA: Dice Umberto Palazzo che il rock è morto, siamo d'accordo con lui.
FABRIZIO LONGOBARDI: Il Rock è l'evoluzione di qualcosa di passato e la sua rielaborazione mantenendo un'autenticità al di la dei canoni prestabiliti.
MARCO DA TORRE: È molto più facile con gli strumenti e l'informatica ma per scrivere canzoni ci vuole ispirazione e quella non la inventa nessuno...
LA MALORA: Sì, se uno non vuole fare dischi di successo.
FABRIZIO LONGOBARDI: Sì, se si ha la costanza e soprattutto se non si ha paura di liberare ciò che si ha dentro e la propria essenza, non è facile però fare della musica il proprio mestiere.
Che cosa porta di nuovo la vostra musica nel panorama attuale?
MARCO DA TORRE: Spero di comunicare qualcosa di interessante, sia con le parole che con la musica!
LA MALORA: Gli anni '90.
FABRIZIO LONGOBARDI: Una scrittura pungente, metaforica e d'atmosfera accompagnata da sonorità elettro-acustiche crude ma allo stesso tempo sottili con una voce sabbiosa e distorta.
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La Malora |
Qual è il vostro artista preferito? Di chi vorreste realizzare una cover? Con chi vi piacerebbe cantare in duetto?
MARCO DA TORRE: Mi piacciono tutti i cantautori ma, dovessi scegliere, vorrei duettare con Ivano Fossati.
LA MALORA: Preferiamo i Duran Duran. Come cover diremmo dei Noir Désir, Le Grand Incendie perché è un pezzo da paura. Faremmo un duetto con Edda.
FABRIZIO LONGOBARDI: Definire un solo artista preferito è difficile però una tra le mie maggiori influenze sono sicuramente gli Afterhours. Mi piacerebbe riproporre "A me piace lei" di Dente per contrapporre la sua scrittura spensierata e la sua voce leggera alle mie sonorità crude e d'atmosfera. Oltre ai due artisti precedentemente citati mi piacerebbe duettare con Le Luci della Centrale Elettrica e Giorgio Canali.
Accettereste di partecipare a un talent show?
MARCO DA TORRE: Non mi interessano i talent, è puro business.
LA MALORA: No, siamo vecchi e brutti.
FABRIZIO LONGOBARDI: Non lo so più che altro perché non penso che la mia musica sia collocabile in un contesto del genere ora come ora.
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Fabrizio Longobardi |
Chi vi sta accompagnando nel vostro desiderio di cantare? Chi vi sostiene nel coltivare il vostro sogno?
MARCO DA TORRE: La mia famiglia, soprattutto, e i miei amici.
LA MALORA: Nessuno.
FABRIZIO LONGOBARDI: Oltre alla mia famiglia, molti amici e persone che sanno darmi spunto ogni giorno.
Che cosa vi attende dopo il festival?
MARCO DA TORRE: Spero mi attenda un lavoro musicale!!!
LA MALORA: Il ritorno all'oblio.
FABRIZIO LONGOBARDI: Dopo il festival uscirà il videoclip della mia canzone "Metropoli", parteciperò a nuovi eventi e concerti e inizierà la lavorazione di un mio probabile primo album. Giovanni Zambito.
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