Betty
Scaglione Cimò, scrittrice e giornalista sciacchitana, ci presenta
le sue opere letterarie con al centro la Sicilia e le sue maschere.
Intervista
di Andrea Giostra.
Ciao
Betty, benvenuta e grazie per la tua disponibilità. Ai nostri
lettori che volessero conoscere qualcosa di più di te quale
scrittrice e giornalista, cosa racconteresti?
La
vita è un insieme di sogni, se non ne realizziamo almeno uno, avremo
una vita inutile. Tra i sogni che sono riuscita a realizzare, c’è
quello di scrittrice. Da ragazza, durante gli studi di giornalismo,
sognavo di diventare un corrispondente di guerra, ma ho scelto la
famiglia. Mi accontento di scrivere di tanto in tanto con uno
pseudonimo.
Ci
parli del tuo ultimo romanzo di prossima uscita? Qual è il tema
dominante e quale il messaggio che vuoi lanciare ai tuoi lettori con
questo scritto?
A
dire il vero, sono due i romanzi finiti di recente: “Donne”
e “Sola”.
Non ho deciso ancora quale dei due andrà in stampa per primo. “Sola”
è quello che ho finito di correggere da pochi giorni. Il tema
dominante, come si evince dal titolo, è la solitudine. Un messaggio
semplice: nella vita, a lungo andare, valgono molto gli affetti e non
i soldi.
Come
nasce questa storia? A cosa hai pensato quando hai cominciato a
scriverla?
Sono un insieme di
storie, di fatti accaduti nell'arco di un ventennio. Ho iniziato a
scriverle nel lontano 1972. Un anno indimenticabile. In quell'anno ho
conosciuto il grande amore, ma anche il dolore e la tristezza.
Quali sono le tue
opere letterarie già pubblicate che vuoi ricordare oggi? Anche in
questo caso, quali i temi che tratti e perché proprio quelli?
“La
casa nel cuore”
e “Con
tutto il nostro amore”.
“La
casa nel cuore” è
un ritorno al passato, ai luoghi dell'infanzia. Un omaggio a Santa
Margherita di Belice. “Con
tutto il nostro amore”
è il ricordo di due donne straordinarie. Due eroine silenti. Due
donne importanti nella mia vita. Storie di famiglia con un unico filo
conduttore: l'amore! L'amore per la vita, per la propria terra, per
il prossimo, soprattutto per la famiglia.
Come
definiresti il tuo stile letterario? C’è qualche scrittore,
italiano o straniero, al quale ti ispiri?
Narrativa,
vera narrativa. Una lettura semplice, per i giovani dai 10 ai 99 anni
… (sorride) … No! … scrivo cercando sempre di essere me stessa.
Quali
sono secondo te le caratteristiche, le qualità se vogliamo, il
talento, che deve possedere chi scrive per essere definito un vero
scrittore? E perché proprio quelle?
Creatività,
immaginazione, un bel po' di fantasia. Quando occorre, cercare di
essere un tantino intrigante, semplice nel linguaggio, descrittivo e
armonioso. Chi scrive deve trasferire il proprio pensiero a chi legge
e sa che le parole sono il solo mezzo per farlo.
Come
è nata la tua passione per lo scrivere, e qual è il tuo proposito,
il tuo scopo nello scrivere i tuoi libri, i tuoi romanzi?
La
mia passione per la scrittura nasce dalla lettura iniziata a quattro
anni e dall'ascolto dei tanti racconti narrati dalla nonna e dalle
donne di casa. Narrare storie di famiglia. Ricordare il passato,
vivere il presente e pensare al futuro.
Perché
secondo te oggi è importante scrivere, raccontare con la scrittura?
La
scrittura è la memoria del passato che spesso ci porta nella vita un
giusto equilibrio. Chi scrive cancella il tempo e rivive tante
realtà, anche quelle passate.
Secondo
te, quanto è importante vincere un premio letterario per la carriera
di uno scrittore? E perché occorre partecipare ai premi letterari?
Non
ho mai partecipato, né tanto meno vinto un premio letterario.
Ritengo che sia importante per fare conoscere i propri lavori.
Quali
concorsi letterari consiglieresti a giovani scrittori?
Ai
giovani consiglio di leggere molto, ma soprattutto di scrivere prima
con la mente e poi con il cuore. Per i concorsi, scelgano loro.
Quanto
sono importanti le fiere del libro invece? A quali hai partecipato e
perché proprio quelle? Che benefici letterari portano secondo te?
Sì,
le fiere del libro sono importanti. Ti permettono di conoscere altre
realtà, altri autori e di allargare il proprio orizzonte.
Qual
è il ruolo del critico letterario secondo te? E Perché è
importante per uno scrittore il suo giudizio, la sua opinione
artistico-letteraria?
Chi
scrive sa bene che qualche lettore troverà motivo di critica,
importante è continuare a scrivere. Io scrivo per me stessa, mi
appaga e mi rende serena. La loro opinione artistico-letteraria è
spesso determinante per noi autori. Ben vengano i critici e le
critiche.
Cosa
consiglieresti ad un giovane che volesse cimentarsi come scrittore,
narratore? Quali i tre consigli più importanti che daresti?
Leggere,
leggere e leggere. Essere sé stessi, non cercare di imitare altri
autori. Cercare un buon equilibrio nella propria vita, scrivere con
entusiasmo e trasmetterlo ai personaggi dei loro romanzi.
Quali
sono i tuoi prossimi progetti e i tuoi prossimi appuntamenti? A cosa
stai lavorando? Dove potranno seguirti i tuoi lettori e i tuoi fan?
In
autunno riprenderò con la presentazione dei miei lavori.
Un’ultima
domanda Betty. Immaginiamo che sei stata inviata in una scuola media
superiore a tenere una conferenza sulla scrittura e sulla narrativa
in generale, alla quale partecipano tutti gli alunni di quella
scuola. Lo scopo è quello di interessare questi adolescenti alla
lettura e alla scrittura. Cosa diresti loro per appassionarli
all’arte della scrittura e catturare la loro attenzione? E quali le
tre cose più importanti che secondo te andrebbero dette ai ragazzi?
Ascoltare,
se ne hanno la possibilità, i racconti dei grandi. Leggere fin dalla
prima infanzia. Raccontare loro stessi ai più piccoli le storie che
hanno letto, cercando di destare un forte interesse nei bimbi sia per
la lettura che per la narrazione. Chi legge vive due vite, chi scrive
ne vive tante.
Betty
Scaglione Cimò
I
libri dei Betty Scaglione Cimò
Aulino
editore
Andrea
Giostra