Nai Barghouti è la dolcissima Layla dello spettacolo "Orfeo & Majnun" in scena anche stasera all'Opera La Monnaie di Bruxelles (recensione): un'interpretazione intensa e pacata che raggiunge il punto più alto ed emozionante quando il personaggio può finalmente piangere senza riserve l'amore impossibile e coscientemente si lascia morire. Fattitaliani l'ha intervistata.
"Sono palestiniana - ci dice - studio musica jazz ad Amsterdam, sono cantante e flautista: "Orfeo & Majnun" è la prima opera cui partecipo, ne sono davvero felice".
Quando è arrivata in Europa?
Sono arrivata circa due anni fa, ho cominciato a studiare e sono venuta a Bruxelles proprio per lo spettacolo.
Sono arrivata circa due anni fa, ho cominciato a studiare e sono venuta a Bruxelles proprio per lo spettacolo.
Da quando è arrivata in Europa, la sua vita è cambiata?
Certamente. Prima di tutto, provenire dalla Palestina porta con sé vari elementi, il tuo essere palestinese in sé, la musica stessa: soprattutto, ho portato con me un'idea della Palestina che di solito le persone non vedono attraverso i media, che dipingono il mio Paese come una terra violenta e non possono conoscere la verità. E la verità è che i palestinesi hanno bellezza e talento, l'amore per la musica e per l'arte. E in Europa ho finalmente la possibilità di mostrare tali aspetti.
Al contrario, l'idea che aveva dell'Europa è cambiata da quando ci vive?
Sì, certo. Prima conoscevo dell'Europa ciò che passava attraverso i media, dai film: da quando sono arrivata, ho avuto l'opportunità di conoscerla sotto diversi aspetti davvero positivi, come la cultura progressiva che mi permette di essere veramente me stessa e, ovviamente, anche i lati negativi che sono presenti in ogni cultura.
Per esempio?
Per esempio il modo negativo con cui le persone guardano a chi proviene da fuori Europa: dal confronto diretto emergono altre sfaccettature positive di chi viene da lontano.
In questo senso, il progetto interculturale di "Orfeo & Majnun" si rivela importante...
Sicuramente: è davvero importante perché rivela la bellezza della cultura arabo e fa conoscere "Layla & Majnun" una storia d'amore molto drammatica, emozionante, che è ugualmente bella e intensa di "Orfeo & Eurydice". Il che fa capire che non esiste una cultura superiore a un'altra, sono allo stesso livello...
Che cosa Le piace del personaggio di Layla?
In un certo senso, Layla è un po' come me. Un poco 'selvaggia', apparentemente timida ma che ha in sé un lato forte e onesto, che combatte per quello che non trova giusto e va avanti con determinazione per ottenere ciò che vuole. Insomma, mostra un modo di essere donna che abitualmente non si conosce delle donne arabe.
Secondo lei è possibile morire per amore?
Non penso proprio. L'amore può causare un immenso dolore, ma non penso fino a morire.
Prossimi progetti?
Continuerò a studiare ad Amsterdam e laurearmi. Sono giovanissima, ho 21 anni: poi farò dei concerti in Palestina e non solo. Il mio obiettivo è quello di conciliare musica araba e musica jazz e provare a combinarli in uno stile originale. Giovanni Zambito.
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