Stefania Visconti a Fattitaliani: in Italia le produzioni puntano sempre sui soliti noti. L'intervista alla camaleontica artista

di Laura GoriniAttrice di teatro,  di cinema e di  videoclip musicale e modella e fotomodella: Stefania Visconti è decisamente un’artista che ama l’arte in moltissime sue forme. Che debba recitare o posare per un fotografo lei dimostra sempre di possedere classe ed eleganza. Non per nulla è molto richiesta quando si tratta di realizzare servizi glamour… L'intervista di Fattitaliani.

Stefania, è un impegno difficile diventare ed essere attore/attrice al giorno d’oggi?
Desiderare di fare l'attrice e poi riuscirci in Italia è un'impresa ardua. Le produzioni cinematografiche e televisive puntano sempre sui soliti noti e non osano neanche raccontare storie alternative. Il circuito indipendente è abbastanza vivo e in fermento ma non ha vita facile nel nostro Paese a causa del non semplice reperimento dei fondi necessari per realizzare i vari progetti.

Secondo te cosa si aspetta in primis la maggior parte delle persone, soprattutto dei giovani, che intraprendono questa carriera?
Molti giovani sono convinti che la strada artistica dia successo immediato, popolarità e benessere, perdendo di vista l'impegno, lo studio, la costanza, i fallimenti e le delusioni a cui si è sottoposti. Non è un percorso facile neanche dal punto di vista psicologico perché bisogna essere molto forti e non lasciarsi abbattere dai risultati negativi o dai rifiuti che in questo lavoro sono all'ordine del giorno.

Restando collegati alla domanda precedente, perché anche molti di coloro lo fanno superficialmente, finendo poi per non ottenere il “successo sperato” e quindi ad abbandonare inevitabilmente?
Il problema sta proprio nel fatto che molti lo fanno superficialmente e questo è un lavoro che non ti perdona se non sei molto preparato e determinato. L'impegno e lo studio devono essere a tempo pieno e non tutti possono permetterselo.

Il lavoro attoriale di per sé è abbastanza redditizio o conviene almeno agli inizi integrarlo con qualcosa di più “sostanzioso” dal punto di vista economico?
Solo gli attori veramente affermati guadagnano delle cifre importanti, per tutti gli altri non è semplice arrivare a fine mese. Ricordiamo anche che fare l'attore significa essere costantemente precario e questo non è sicuramente una condizione ottimale per chi guadagna poco.

Quale può essere un momento in cui chi non è riuscito a “sfondare” né a fare curriculum, forse deve capire di cambiare strada?
Non credo sia molto difficile capire quando è il caso di cambiare strada. Se i risultati non arrivano o sono pochissimi forse è il caso di voltare pagina.

Per quale motivo la maggioranza di coloro che diventano registi, cominciano il loro percorso con la vocazione di attori?
Il regista per diventare tale deve conoscere alla perfezione il lavoro attoriale altrimenti sarebbe impossibile o scarsamente professionale dirigerne un attore o un cast completo.

Quali sono i possibili “campanelli d’allarme” per riconoscere dei buchi nell’acqua da invece dei progetti seri?
Ci sono tantissimi “artisti” improvvisati e imbattersi in qualcuno di loro è estremamente consueto. La mia esperienza e l'istinto mi portano subito ad individuare quelli da cui stare alla larga. Ne ho conosciuti tanti che ti fanno solo perdere tempo ma è sufficiente essere accorti e svegli.

A proposito di progetti, tra i tuoi quali sono quelli cui ti senti particolarmente legata?
Sono molto legata ad un progetto che sta prendendo forma proprio in questo periodo. Si tratta di un cortometraggio che affronta la tematica delle discriminazioni sociali.

Da che cosa si può distinguere in un attore il talento dalla tecnica?
Il talento è una freccia in più nel proprio arco ma la tecnica è necessaria per affrontare alcune interpretazioni particolarmente impegnative, per essere in grado di utilizzare i vari metodi recitativi e per saper gestire l'emotività. Aggiungerei anche lo studio che è alla base di tutto. Gli attori che hanno solo la tecnica risultano sicuramente molto bravi e utilizzano voce, corpo ed espressività con estrema sicurezza e convinzione ma alcuni li trovo carenti di quel carisma ed empatia necessari per emozionare e coinvolgere il pubblico o lo spettatore. 

Sii sincera, meglio possederli entrambi o anche uno solo?
E se invece uno dei due deve per forza di cosa mancare, quale ci deve essere invece per forza tra i due?
Io credo che sia più importante il talento, la tecnica si può acquisire. Ci sono tanti attori bravi tecnicamente che non hanno però quella luce particolare negli occhi che rende l'interpretazione “vera” e coinvolgente.

Abbiamo parlato del lavoro dell’attore, ma veniamo ora a parlare della tua professione di fotomodella e modella…Chi fa moda come te può essere in qualche modo avvantaggiato a livello recitativo?
Sono due mondi totalmente diversi. In realtà credo sia proprio l'esatto contrario, l'aver avuto esperienze recitative ti permette di porti davanti la macchina fotografica con qualcosa in più. Spesso durante uno shooting fotografico immagino una storia e le sensazioni giuste che ne possono scaturire per provare a trasmetterle. Credo che in questo modo uno scatto possa risultare bello e autentico.

Ci sono degli accorgimenti particolari per dare il meglio di sé durante un servizio fotografico?
E quando posi sei veramente tu o reciti una parte come ti trovassi su un palcoscenico?

Dipende molto dal tipo di servizio fotografico. Se parliamo di moda e pubblicità di abiti, l'aspetto narrativo di costruirsi una storia non ha molta ragione d'essere. Nel caso in cui si tratti di un servizio fotografico artistico le cose cambiano e a volte è proprio necessario prepararsi come se si andasse in scena sul palcoscenico.  
Foto di Cesare Colognesi
Fattitaliani

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