Celio Bordin, pittore e scultore Veneto, naturalizzato Statunitense, con studio a Los Angeles, Art District, racconta a Fattitaliani la sua storia di Artista di successo e la sua Arte.
Come tutti
gli artisti d’oltre oceano che intervisto, l’utilizzo dei nuovi mezzi di
comunicazione informatica/internautica consentono quello che fino a pochi anni
fa era fantascienza: poter parlare e guardare il proprio interlocutore
dall’altra parte del mondo è qualcosa di straordinario; divenuto ai nostri giorni
assolutamente naturale per qualsiasi professione che per accelerare tempi e
decisioni condivise, utilizza quelle che tecnicamente si chiamano “conference call”. È così che abbiamo
fatto la nostra chiacchierata vis-à-vis!
Celio Bordin
è un artista autodidatta senza una formazione classica e formale. Ha imparato
dalla sperimentazione e dal suo innato istinto artistico che lo ha portato a
realizzare Opere di grande spessore artistico con una tecnica straordinaria. Da
venti anni si è dedicato a tempo pieno alla sua Arte di Pittore e di Scultore,
riconosciuto dal mondo dell’Arte statunitense come un importante artista che ha
già realizzato tantissime personali e Live Action, basti ricordare tra il 2015
e il 2016 Miami (Wynwood Art Group), Los Angeles (Gloria Delson Gallery),
Galleria Vittorio Emanuele II a Milano.
In questi
ultimi anni, Celio ha iniziato una nuova forma espressiva, della quale ci
parlerà, che vede quale strumento privilegiato la penna stilografica usata su
tela di canapa, sul corpo umano in qualche occasione con penna a sfera. Celio è
guidato da una tecnica particolare istintiva, catarsis che genera pathos
nello spettatore che ama questo genere innovativo, evocativo e destrutturante.
Ma di tutto
questo parleremo più diffusamente nella nostra intervista-conversazione.
Ciao Celio, benvenuto e grazie per la tua disponibilità
nell’aver accettato questa chiacchierata sulla tua professione e sull’Arte.
Iniziamo subito la nostra conversazione con due domande apparentemente
semplici: Come ti presenteresti ai nostri lettori italiani quale Celio-Uomo?
Bene, il benvenuto a tutti.
Arte è professione per alcuni e per
altri passione, si collabora, ma su due parallele differenti.
Celio persona tra le persone, una
vita di estremi che collimano perfettamente, tanto impegno, tanto coraggio.
Boia chi molla...
La seconda serve per completare la prima: Cosa diresti a chi
leggerà questa nostra conversazione del Celio-Artista?
Direi a chi legge, che mi sta
guardando nel cuore.
Celio, dall'Italia ti sei spostato a Los Angeles. Vuoi
raccontare questa tua esperienza di “artista emigrato” che ha avuto un
importante successo ed è riuscito a trovare una sua importante dimensione
artistica in un Paese dove l’Arte oggi rappresenta qualcosa di molto
importante, così come lo era nel nostro Bel Paese fino al XIX secolo?
L'unica è andare, non importa
quando e dove vai. Andare, prendere la valigia delle capacità che, se ci credi
è vita. L'universo sa bene quando è il momento perfetto e via.
Abbandonare le cose materiali,
gli affetti restano e si moltiplicano, se non c'è danaro forse arriverà, quel
che serve per cambiare, se ci credi.
L’Italia ha un patrimonio
artistico che ci ritroviamo nel DNA, ma non dobbiamo sederci sopra, dobbiamo
evolverlo perché siamo fortissimi.
Le nostre opere e la nostra
storia sostengono i musei del mondo, continuare, aggiungerne, di questa epoca,
il passato ci ha donato un'eredità da portare avanti, da offrire, non solo all'America,
ma all'umanità.
Celio, sai bene che in qualsiasi professione non basta il
talento, ma per diventare veri professionisti serve apprendere le tecniche di
lavoro e tanta disciplina nell’imparare ad utilizzare i “ferri del mestiere”,
un po’ come si faceva nel Rinascimento italiano con i cosiddetti Maestri
d’Arte. Qual è stato il tuo percorso formativo, professionale e artistico da
questo punto di vista?
È una domanda che mi incuriosisce
quando leggo risposte ordinarie, tipo percorsi scolastici, accademie e master
etc...
Diciamo che non ho nulla da
dichiarare inteso come voti di bravura, la mia disciplina è fare e creare
quando lo sento, chiamiamola ispirazione ma è più attrazione, passare dal
supporto verso me stesso liberando quello che sento. Non so se è esattamente ''catarsis'',
comunque liberatorio.
''Quando non lavoro penso, quando
lavoro non penso'' (Pino Concialdi), azzeccato...
Chi sono stati i tuoi maestri d’Arte e a chi ti ispiri
nell’esercizio della tua professione e nello stile pittorico e scultoreo che
utilizzi?
Le opere che preferisco sono
quelle che mi permettono di entrare nella pancia dell'autore, come se avesse
ancora qualcosa da raccontare, adoro ascoltare la loro voce, ovvero l'opera, mi
piace connettermi.
Quindi sono aperto a qualsiasi
tipo di arte che sappia raccontare, senza ausilio della parola, poi indago e
studio quello che mi interessa di più.
Celio, tu quando hai iniziato questa professione, quali
difficoltà hai trovato nel tuo percorso professionale che hai dovuto affrontare
e superare? Cosa vuoi raccontare di questo ai nostri lettori?
(Consiglierei di immaginare posti come stadi, 500-1000 artisti, due
quadri a testa, e fiumi di parenti e amici di tutti che si mischiano.
Questi sono gli eventi massivi...
Altri sono condivisioni minori in posti più piccoli più o meno
importanti, tutto con costi.)
Tutto si ripeteva all'infinito,
in espansione, quantità + profitto e.....
Affrontare e superare al più
presto questo malessere sociale, mi ha dato la possibilità di ottenere visibilità
e così ho fatto, (sorride!) ... la libertà, che meraviglia, ho prodotto a non
finire, tanto, dovunque, il puzzle infinito va a comporsi, cerco di non
sprecare 5 minuti della mia vita.
Dico ai nostri lettori che
ascoltando l'anima e l'istinto, ho trovato coraggio per creare il mio percorso,
sempre.
Qual è stata la proposta artistica più strana che ti hanno fatto
e che hai ricevuto da quando lavori come professionista?
Solitamente le proposte strane le
faccio io, quelle che mi arrivano sono spesso formali e banali, classico di
mentalità vecchia e superata, il problema è essere capiti e quando questo
avviene i volponi se ne impossessano, ma io l'ho già fatto e regalo gli avanzi.
Ci sono anche belle situazioni
che abbraccio volentieri, ricordo collaborazioni con organizzazioni no profit
ed eventi con devolution, per potere aiutare gli altri con qualcosa di
magnifico e ricordarsi che noi stiamo bene e siamo dei privilegiati, molto
molto fortunati, quindi dare, condividere ed aiutare è stupendo.
Celio, saprai bene che nel mondo dell’Arte ci sono moltissimi
giovani talenti che purtroppo non riescono ad esprimersi in questa società, pur
avendo studiato nelle migliori scuole, perché il mercato dell’Arte è gestito
prevalentemente da cinici mercanti d’arte e da affaristi che non hanno cura del
talento ma solo del potenziale business.
Da questo punto di vista accade spesso che questi giovani artisti vengano
“schiavizzati”, con compensi irrisori, da “Grandi Artisti” che li trasformano
in cosiddetti “schiavi d'arte”, fenomeno molto diffuso nei paesi anglosassoni (U.S.A.,
Inghilterra, Australia), ma adesso anche in Europa, e in Italia da un po' di
anni a questa parte. La parola “schiavi d'arte”, lo saprai certamente, è il termine che
nelle colonie americane del '600 veniva usato per indicare gli “schiavi”! Ed
oggi, con un'accezione neo-realista,
questo termine si ripropone soprattutto nel mondo della letteratura, della
pittura e della scultura: non sarebbe mai possibile che certi autori scrivano e
pubblichino due-tre libri-mattone ogni anno; oppure che Artisti delle arti
figurative, realizzino centinaia di Opere ogni anno! Ma questa è un'altra
storia che magari potremmo trattare in un'altra intervista! Comunque sia,
quello che voglio chiederti è: Quando eri un giovane artista hai mai ricevuto
questo genere di proposta? E insieme: Cosa pensi di questo brutto fenomeno del
mondo dell’Arte che sta sempre più dilagando a livello planetario?
eh sì … questo è un cancro,
l'illusione, famiglie si spaccano per mandare i propri figli nelle migliori
scuole, da cui escono in un cubo, formattati e senza anima, differenti ma
simili, chi più chi meno, già ipnotizzati e grandi artisti, ma in realtà
parcelle di eventi massivi e vittime del sogno.
Tranne qualcuno che è più
fortunato, il resto va all'oblio, che pena, ma come tutti i grandi che hanno
lasciato qualcosa di innovativo, i giovani pionieri non devono secondo me
aspettare che qualcuno dica loro ''ci penso io a te'' … sono favole, ognuno
deve pensare per sé, annaffiare ogni giorno la sua creatività e ringraziare la
vita se un dono gli ha fatto, libertà si chiama, non serve apparire sempre,
essere immagine di invidia, sentirsi migliori degli altri, no non penso proprio
sia cosi, credo serva una buona dose di umiltà, di onestà verso se stessi e gli
altri.
Il sistema lo conosciamo tutti,
non posso dire niente che non si sappia già, è tanto fumo, bisogna guardare
oltre ed essere felici per ciò che si fa, non importa cosa pensa la gente.
Io gioisco quando espongo, perché
ognuno è attratto da un'opera diversa, come ero diverso io ogni volta che ne
realizzavo, questo è, sono sincero con la mia creatività, non servono parole, i
quadri e opere vanno visti, il segno è la mia voce e con quello parlo, urlo e
racconto.
Molte offerte di partecipazione
ad eventi massivi mi arrivano, inviti multipli senza neanche il mio nome, senza
sapere chi io sia o meglio ... cosa io faccia.
Vediamo un po', calcolatrice alla
mano.
Cari lettori, non è questo arte, perché
non è libertà, è il dover fare una cosa perché è così che si fa. Ma chi l'ha
detto, chi sono questi qua? A volte mi sembra la congiura dei mediocri, insomma
... siamo amministrati da gente a cui non interessa nemmeno chi sei, le tue
capacità e via dicendo, ma dico anche che tutti hanno diritto di stare in
questo mondo, sia quelli che pagano, sia quelli che si fanno pagare, ma la mia
visione è la realtà che vivo, e ho deciso di uscire dal cubo, più volte, non mi
piace quel mondo, anche se qualche volta aiuta nelle connessioni ma seguo il
mio e funziona.
La tua risposta è dirompente e carica di energia come una
cascata d’acqua limpida e pura! È questo che mi viene di dire dopo averti
ascoltato!
Celio, hai mai avuto la tentazione durante la tua carriera di
mollare tutto e dedicarti ad un'altra attività, ad un altro tuo talento?
Per me non è tentazione, è necessità
e si torna alla libertà, nel mio percorso mi son dedicato a numerose attività,
senza economie, imparando, … veloce sequenza: pittura, scultura, videoarte,
regia, contrabbassista, tecnico cinematografico, fotografo, spaccalegna e
restauratore, ho illuminato locali e importanti luoghi, creato eventi e fatto
concerti, viaggiato e tirato le ossa ad un sacco di gente, e tutto molto bene, così
dicono ... e per quanto sia difficile lo auguro a tutti.
Quando penso a un nuovo evento,
lo vedo perfettamente, studio le luci e gli spazi, la musica, scenografia, il
modo e il contesto, tutto, lo vedo, lo faccio e condivido con tutti tutto ciò
che ho imparato, per volare insieme.
Se per un motivo qualsiasi dovessi abbandonare questo lavoro,
cosa ti piacerebbe fare nella tua vita professionale?
Non lo considero un lavoro, sono
molto open, non ci ho mai pensato.
Il tuo mondo, il mondo dell'arte in generale, è un mondo pieno
di compromessi e di serpenti travestiti da agnellini. Spesso per fare carriera
più velocemente molti artisti, sia uomini che donne, accettano compromessi che
li portano al successo in tempi più rapidi. Tu, Celio, come hai gestito i
compromessi che ti sono stati sottoposti, dando per scontato che tutto questo è
una sorta di “must” che diversi
servizi di giornalismo d'inchiesta hanno spesso svelato ai non addetti ai
lavori e alla gente comune?
Posto che vai gente che trovi, ho
avuto le mie esperienze come molti altri, tirarsela non serve, è quello che fai
che ti racconta, ci sono tanti mestieri nell'azienda Arte, scuole che insegnano
questi ''mestieri'' e in genere chi insegna non lavora, lì, vengono formattati
i diversi reparti, ogni anno si moltiplicano e vogliono mangiare tutti, da
realista ... fare la differenza non è facile, arte è passione, un'altra cosa.
A cosa stai lavorando adesso, Celio? Vuoi raccontarci qualcosa
in anteprima delle tue prossime Opere e dove saranno esposte perché i nostri
lettori e i tuoi tantissimi follower possano venirti a vedere?
Recentemente ho iniziato a
studiare gli inchiostri, di tutti i tipi, la loro alchimia e la reazione del
pennino che li percuote raspando sulla canvas,
la penna stilografica, la mia amica, su tele di due metri, milioni di segni in catarsis, mi stacco da terra, mi fa
stare benissimo, ho amici nella tela che vengono a trovare me e poi il
pubblico.
Le parole non servono,
passeggiare nelle mie opere, immergersi nel labirinto per capire come io stavo
quando le ho create raccontando quella storia.
Quando performo in live action,
il pubblico diventa l'opera, il coinvolgimento è forte, quasi una catarsis
collettiva.
Il mio calendario è in
evoluzione, posterò le news e chi mi ama ...
mi segua.
www.celiobordin.com, instagram: celio_bordin.
Adesso, Celio, se ti fa piacere, descrivici qualcuna delle tue
Opere che i nostri lettori potranno ammirare con una foto che allegheremo a
questa intervista!
Vista la modalità con cui realizzo
le opere, in sincerità, la lettura la faccio dopo, quando l'opera è terminata,
è lì che sovente mi accorgo che c'è dentro una storia, personaggi che la
raccontano, ma di allora, di un altro tempo, questi abiti e cappelli, queste
espressioni ognuna differente e diverse caratteristiche nei volti, sogni
inesauditi e vittorie sul campo, congiure e santità, castelli e caverne, torri
e animali.
Consiglio il lettore ed il
pubblico di soffermarsi nell'opera e di entrarci, osservare con attenzione, un
rapporto di pancia più che di testa o mentale.
Anche io mi stupisco di quello
che vedo e più vedo e più c'è da vedere, le opere necessitano di tempo e
iniziando a passeggiarci ci si avvicina allo stato della mia catarsi mentre
l'opera si componeva.
Mi piace anche lavorare su due
opere contemporaneamente, due forze, ma devo essere molto carico per sostenere
migliaia di segni contemporaneamente.
Quando iniziano queste catarsis tutto va in automatico e le ore
passano, poi quando il fisico piange stacco, la mano si ferma ed io mi sento
svuotato. Il giorno successivo guardo il risultato, l'inchiostro si è espanso,
mischiato e l'alchimia converte il segno in forma.
Se dovessi raccontare
cos'è l'Arte a due bambini di dieci anni, con parole semplici e comprensibili a
qualsiasi bambino di quell’età, cosa diresti loro per far capire questo mondo
duro, difficile, ma al contempo incantato se visto dall’esterno da spettatori e
da appassionati d’Arte?
Direi loro: ''ciò che vi piace è la base della vostra Arte e
crescerà con voi fino a diventare uno stile di vita''
Direi loro che la vita è meravigliosa e non bisogna mai smettere
di giocare, che se sono onesti con la vita riceveranno cose positive dalla vita
stessa.
Oggi il mondo
dell’Arte è invaso da tantissimi “critici-professionisti” che a mio modo di
vedere spessissimo sono delle persone che non capiscono nulla e che spesso sono
mossi da una sorta di “movente” quale quello che descrive benissimo Sigmund
Freud nel suo saggio «“Coloro che
soccombono al successo” (1916) …
altrui» aggiungo io; e che il grandissimo genio pittorico di Jean-Michel
Basquiat (1960-1988) descrive con queste parole: «Non ascolto ciò che dicono i critici d'arte. Non conosco nessuno che ha
bisogno di un critico per capire cos'è l'arte.» Tu cosa ci dici in
proposito?
Mi piace leggere e ascoltare le critiche dei critici, ci sanno
fare, ma per lavorare devono trovare qualcosa da dire riguardo i contenuti di
un artista ''sconosciuto'' o chissà chi.
È la costruzione dell'immagine nell'ampolla del percorso Arte.
Tutti gli artisti hanno bisogno di qualcuno che parli di loro, me compreso, poi
cambia la modalità perché questo accada, insomma dipende, se vengono a vederti perché
gli interessi, o se li devi andare a cercare con i criteri di mercato.
Sigmund Freud
ha scritto diversi saggi sull’Arte … lo saprai di certo! Ma il concetto
basilare era sempre lo stesso: «L’Arte è
l’espressione più poderosa del profondo dell’animo umano. Attraverso
l’espressione artistica possiamo sapere chi siamo veramente dentro la nostra
anima!» Non è proprio una citazione! Ma è quello che ne ho tratto io da
tutte le letture freudiane fatte sui temi dell’Arte, che in un certo qual modo
riprende il grande genio d’Arte contemporanea Jackson Pollock (1912-1956) con
queste parole: «Tutti noi siamo
influenzati da Freud, mi pare. Io sono stato a lungo junghiano. La pittura è
uno stato dell'essere. La pittura è una scoperta del sé. Ogni buon artista
dipinge ciò che è.» Qual è la tua opinione in proposito per quella che è la
tua esperienza di grande e affermato Artista contemporaneo?
Dio creò il mondo ''l'arte in sé artista'' … Pollock sapeva, è lì
la sua autenticità.
Quando mi chiedono, se non capiscono, dico ''quel quadro sono io
in quel momento'' … (e non da solo...)
Se dovessi
scegliere un colore tra il rosso e il blu, quale sceglieresti? E perché?
Li mischierei subito come con gli inchiostri, in diverse dosi.
Adesso,
Celio, per finire la nostra chiacchierata voglio farti una domanda che io amo
molto: qual è il Tuo sogno nel cassetto che fin da bambino ti porti dentro e
che oggi vorresti realizzare?
Un sogno realizzato ho paura mi possa stancare in fretta,
continuare a sognare sì. Da bambino disegnavo, non avevo giochi, ma quello del
disegno è sempre bello, a qualsiasi età.
Tanti sogni tanti cassetti.
Mio
padre, il Vanni, mi diceva ''e i schei?'' (e i soldi?), ed io rispondevo
''faccio quello che mi piace, è impagabile”, lui sorrideva!
Grazie per essere stato con me e per averci raccontato la tua
storia di Artista, di Pittore e di Scultore. Ti faccio il mio più grande in
bocca al lupo per il tuo futuro artistico, così come tutta la Redazione del
Magazine fattitaliani.it, e come si dice dalle tue parti … break a leg! (sorrido!).
Grazie a te dell’intervista,
Andrea, e in bocca al lupo anche a voi.
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I lettori che volessero conoscere più da vicino l'Arte di Celio
Bordin, possono consultare i link di seguito elencati:
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I lettori che
volessero conoscere l'autore dell'intervista, Andrea Giostra, potranno consultare
la sua Pagina Facebook Ufficiale:
https://business.facebook.com/AndreaGiostraFilm/?business_id=1569737553326223
;
https://www.facebook.com/andrea.giostra.37
;
https://www.facebook.com/andrea.giostra.31
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