ROMA – Arriva in libreria e negli store online il nuovo saggio di Vincenzo Di Michele, Campo Imperatore 1943 – Quel falso mito della liberazione del Duce, un’opera che si colloca tra le novità editoriali più discusse dell’anno nel panorama della saggistica storica.
Dopo aver pubblicato Le scomode verità nascoste nella II Guerra
Mondiale, dove Vincenzo Di Michele aveva già introdotto la vicenda
della liberazione di Mussolini dal Gran
Sasso, anticipando l’esistenza di retroscena mai realmente chiariti avvertiva
i lettori che quello studio non era concluso. Oggi quell’indagine è arrivata a
compimento.
Con questo nuovo libro Di Michele porta a termine un lavoro
iniziato nel volume precedente; è il risultato di anni di studio, riletture dei
documenti, confronti tra testimonianze e fonti d’archivio. Quella che per
decenni è stata raccontata come un’operazione militare “perfetta”, viene
sottoposta a una revisione storica.
Nel corso della sua carriera, Vincenzo Di Michele ha pubblicato numerosi saggi, alcuni dei quali hanno suscitato ampio dibattito. Tra i suoi libri: "Io prigioniero in Russia", oltre 50.000 copie vendute, vincitore di numerosi premi. Il suo stile rimane riconoscibile e profondamente rispettoso dei fatti. Di Michele non riscrive la storia per provocare, ma per restituirle profondità e verità.
Quel falso mito della liberazione del Duce
Non tutte le pagine della storia sono
state scritte fino in fondo. Alcune, anzi, sembrano intenzionalmente lasciate a
metà, lucidate nel tempo fino a diventare mito. È da questa intuizione che
nasce il nuovo libro di Vincenzo Di
Michele, Campo
Imperatore 1943 – Quel falso mito della liberazione del Duce, un
saggio che rimette mano a uno degli eventi simbolo del Novecento italiano.
Il 12 settembre 1943 la propaganda
trasformò il salvataggio di Benito Mussolini dal Gran Sasso in una leggenda militare. Un’azione rapida,
eroica, spettacolare. Un capolavoro delle forze tedesche. È così che per oltre
settant’anni è stato raccontato. Il lavoro dello storico Vincenzo Di Michele sceglie una strada diversa: smontare quella
narrazione pezzo dopo pezzo, con documenti, testimonianze, fonti d’archivio e
una logica semplice quanto scomoda: guardare dove per troppo tempo non si è
voluto guardare.
Il libro ricostruisce le ore, i giorni
e le settimane che precedettero la presunta “operazione perfetta”. Emergono contatti, passaggi di informazioni,
ambiguità istituzionali, scelte politiche mai chiarite fino in fondo. Vincenzo
di Michele non rincorre teorie sensazionalistiche, non forza le conclusioni. Fa
qualcosa di più sottile e più potente: lascia parlare i fatti, incrocia
versioni, mette a confronto documenti ufficiali e memorie personali. Il
risultato è una narrazione tesa,
asciutta, che somiglia più a un’inchiesta che a un semplice saggio storico.
Uno dei punti forti del libro è il ridimensionamento della figura di Otto Skorzeny, da sempre dipinto come l’artefice assoluto dell’operazione. Vincenzo Di Michele mostra come il racconto costruito nel dopoguerra abbia gonfiato ruoli, oscurato responsabilità, cancellato nomi. Non per spirito polemico, ma per correttezza storica. Quando la storia diventa leggenda, qualcuno decide sempre cosa va ricordato e cosa va dimenticato.
Le scomode verità nascoste nella II Guerra Mondiale
Come anticipato, questa nuova opera si
inserisce nel percorso che l’autore ha intrapreso con il libro pubblicato nel
2024, Le
scomode verità nascoste nella II Guerra Mondiale. In quel volume, Di Michele aveva già messo in
discussione decine di episodi rimossi, addolciti o semplificati: la fuga dei
criminali di guerra, i silenzi delle istituzioni, le sofferenze civili. Il filo
conduttore è evidente. Non è ricerca di scandalo, è ricerca di completezza e
presa di coscienza.
Campo Imperatore 1943 è una
naturale prosecuzione di quel lavoro. Qui il focus si stringe su un solo
evento, ma il metodo resta lo stesso: verificare,
confrontare, riaprire archivi, rileggere testimonianze. Il risultato è un
libro che non offre risposte facili, ma pone domande difficili. Di quelle che
restano in testa. Di quelle che costringono a rileggere la storia con occhi
meno indulgenti.
Da un punto di vista stilistico, il volume si distingue per un tono misurato. Niente proclami. Niente attacchi frontali. La scrittura è pulita, lineare, quasi giornalistica. Ogni capitolo costruisce il precedente. Ogni documento apre un dubbio. Ogni testimonianza incrina una certezza. È un libro che non urla, ma insiste. E proprio per questo colpisce.
Chi è Vincenzo Di Michele
Vincenzo
Di Michele è una figura atipica nel panorama della saggistica storica
italiana. Scrittore, giornalista pubblicista, laureato in Scienze Politiche,
lavora da anni sulla memoria e sulla rilettura critica degli eventi del
Novecento. Non appartiene alla storiografia accademica tradizionale, e forse
proprio per questo riesce a mantenere una libertà
di sguardo che si riflette in ogni sua opera. La sua attività si muove tra
archivi, testimonianze dirette, documenti dimenticati e fonti spesso
trascurate. Il suo lavoro nasce da una convinzione semplice: la storia non è
mai definitiva. Può essere riletta, approfondita, corretta. Con Campo Imperatore 1943 – Quel falso mito
della liberazione del Duce firma un’opera destinata a far discutere,
ma anche a durare. Un libro che non si consuma in una polemica, ma si deposita,
lentamente, come una domanda aperta sulla coscienza storica del Paese.



