
Salvo Piparo S. Rosalia - © Foto di Marta Passalacqua
Direzione artistica a cura di Salvo Piparo
Aedi Storytelling Festival giunge alla VII edizione e si svolgerà dall’11 al 21 dicembre al Teatro Montevergini di Palermo. Quest’anno Aedi avrà come sottotitolo la denominazione “il Rosa e il Nero”: due colori significativi che ricordano la città ma anche le due facce, tra il colore delle nostre tradizioni, del nostro linguaggio e il buio delle nostre notizie di cronaca.
Su questo solco, questa edizione ospiterà artisti che delineano due profili: quello della “palermitanità” con i volti più noti e storici del teatro popolare palermitano, da Gianfranco Perriera a Egle Mazzamuto, Costanza Licata e quello dell’impegno, della cronaca, della ricerca, del dibattito e della lotta contro ogni forma di violenza e criminalità con grandi scrittori e giornalisti come Attilio Bolzoni, Giulio Francese, Gaetano Savatteri, Elvira Terranova oltre ad ospiti eccezionali come Ester Pantano e Federico Quaranta. L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti, si consiglia la prenotazione tramite whatsapp 333.1562204, gli spettacoli avranno inizio alle ore 21.00.
Aedi, organizzato dall’Associazione Kleis, nasce proprio dall’esigenza di riappropriazione e condivisione delle storie che appartengono alla nostra terra, poiché da sempre raccontarsi aiuta a metabolizzare sofferenze e momenti critici, oltre che a mantenere viva e vivida la memoria delle nostre radici culturali.
In quest’ottica il Festival dà voce a diversi linguaggi che appartengono non soltanto agli attori, scegliendo professionisti che hanno contenuti da condividere e che sono in grado di rivolgersi ad un pubblico trasversale, ma anche a giornalisti, antropologi, fotografi, uomini e donne portatori sani di racconti di vita.
Aedi Storytelling Festival “il Rosa e il Nero” si svolgerà in occasione dei mesi in cui la città di Palermo fiorisce nelle sue vesti migliori, durante le feste natalizie. Il dinamismo che caratterizza la narrazione popolare, la storia e il carattere territoriale spesso contribuiscono a valorizzare il territorio, gli artisti/narratori, i conoscitori del cunto e delle tecniche narrative della tradizione popolare e orale siciliana. Rappresentare la città in un festival di narrazione, raccontarne le “antiche viscere” attraverso la voce di coloro che hanno vissuto giorni di pace e di guerra, di fame e rinascita.
“Consapevoli dell’impatto turistico già sperimentato nel corso delle edizioni precedenti – dichiara l’Associazione Kleis che si occupa di organizzazione di festival, rassegne, concerti, eventi culturali e di teatro sociale, finalizzati al recupero e alla valorizzazione e diffusione del patrimonio culturale, specie immateriale, in Italia e all’estero – scegliamo ancora una volta Palermo con l’obiettivo esaltare il valore prettamente culturale e teatrale della città, dei suoi teatranti, valorizzando allo stesso tempo le professionalità artistiche di alto profilo che annualmente frequentano il teatro siciliano. Il Festival racconterà anche questa volta il sentimento di comunità attraverso quel legame che affonda le radici nel tempo, diventando un’occasione di valorizzazione e promozione culturale oltre ad essere un filo conduttore per pensieri critici e senso di civica appartenenza territoriale”.
Quest’anno il direttore artistico del Festival Aedi, Salvo Piparo, è stato insignito tra le dieci eccellenze di Sicilia con il premio Sikelios, e ha rappresentato la Sicilia e Palermo presso la Bit 2025 di Milano. Narratore, attore, regista, Piparo è custode delle più antiche memorie e da anni racconta la Sicilia e le sue mirabili storie di vita e leggende popolari. Ricercatore attento delle tradizioni popolari, rievoca la storia attraverso la tecnica del cuntu, le sue storie di vita e leggende popolari rivivono attraverso questa preziosa narrazione.
Il Festival avrà inizio l’11 dicembre alle ore 20.00 con l’inaugurazione della mostra “Palermo Umana” del fotografo Andrea Guarneri, dedicata interamente alla città e ai suoi quartieri, un racconto con le immagini di una città oltre le sue forme materiali attraverso i volti degli abitanti, nei quali, in modi talvolta impossibili da razionalizzare, si iscrivono visivamente le stimmate di una Palermo che fonda la sua umanità in una vitale sofferenza.
Alle 21.00 dell’11 dicembre andrà in scena Ester Pantano con "Vucchi l'arma", che racconta: “l'ho scritto per dire grazie a molte donne/artiste che stimo”. Lo spettacolo è un alternarsi fra narrazione e concerto, in cui si rappresentano energia e forza, i messaggi che hanno saputo cambiare negli anni il modo di rappresentare l'arte, il patrimonio artistico e civile delle donne che, nonostante avessero meno voce, sono riuscite a dare voce e anima a un mondo scettico e deprivato del gusto dello sguardo, dell'anima femminile: “A tutte le Voci che nonostante tutto si fanno sentire e rompono muri di pregiudizi e indifferenza e portano e lottano per pace e uguaglianza, per i nostri diritti”.
Il 12 dicembre Attilio Bolzoni in scena con “Il Pupo siciliano” tratto dal suo libro Immortali (Fuoriscena), in cui spiega come ogni epoca ha la sua mafia e anche quella in cui viviamo ne ha una: è «la mafia degli incensurati». Attilio Bolzoni racconta un’Italia che, ancora una volta, ha perso la memoria, e ripercorrendo gli ultimi dieci anni, ci scaraventa in un passato che credevamo chiuso per sempre, con la giustizia e l’antimafia che sembrano tornate ai tempi prima del Maxiprocesso e di Giovanni Falcone. La mafia si è ripresa il potere, e più che mai necessario un nuovo racconto per smascherarla.
La storia di Andromeda e Telemaco di Gianfranco Perriera, con le musiche eseguite in scena da Paolo Rigano, sarà la protagonista del 13 dicembre: si racconterà di storie del limite, perché è nel limite – quello su cui sanno riflettere e non vogliono rimuovere - che gli umani sperimentano la possibilità di non cedere agli orrori, perché se “Andromeda alla fine fu fatta costellazione, lo fu forse anche perché le stelle sono le lacrime lucenti per le ingiustizie inflitte al prossimo e pertanto dovrebbero scamparci dall’indulgere alla ferocia”.
Il 14 dicembre si racconterà la storia di Mario Francese con Giulio Francese e Silvia Francese. Mario Francese viene ucciso sotto casa dopo una giornata di lavoro. Le sue inchieste sull'ascesa dei corleonesi, su Totò Riina - fino ad allora per lo più quasi uno sconosciuto - sui rapporti tra politica e mafia e, sull'infiltrazione di quest’ultima nei grandi appalti dell’epoca, avevano colto nel segno e le sue gesta rivivranno, ancora una volta, attraverso le testimonianze del figlio Giulio e della nipote Silvia.
L’omaggio a Franco Scaldati sarà il 18 dicembre con “Tra musiche e versi” con Egle Mazzamuto (canto e recitazione) e le musiche eseguite da Carmelo Farina (chitarra). Filo conduttore dello spettacolo è la dimensione onirica, tanto cara a Scaldati, dove si alternano momenti formalizzati nel racconto, cantato e recitato, e attimi di pura poesia, il cui ambito naturale di svolgimento è la notte, colma di attese, di storie reali o sognate, una notte drammatica, dove la tragedia si intuisce e di cui la poesia tratteggia il forte sentimento e i tempi, annunciando "a che punto è la notte".
Con Da Vigata a Macari, il 19 dicembre, il giornalista Gaetano Savatteri insieme all’attrice Ester Pantano daranno vita un dialogo di parola e musica straordinario. Insieme per la prima volta a raccontare storie di Sicilia, con aneddoti e canti che raccolgono la memoria di ogni tempo. Dalla scrittura alla fiction sarà un modo per intessere un filo che unisce la parola al piccolo schermo. Savatteri e Pantano racconteranno la trasformazione di memorie, storie e vicende avvincenti in narrazioni televisive, immerse nell’incanto della nostra splendida terra.
Il 20 dicembre in scena La Cena Vinciana di Federico Quaranta, dove il Cenacolo diventa una parabola universale: non una semplice Ultima Cena, ma il racconto della fragilità e della grandezza umana. Il tradimento, il dubbio, la violenza, la tenerezza: tutto passa dalle mani. Eppure, resta il pane. Segno che l’essenziale non si consuma mai.
La chiusura del Festival, il 21 dicembre, è affidata a due momenti: il primo, alle ore 17.30, con Elvira Terranova con un momento in cui racconterà alcuni fatti di magia che non hanno trovato una verità e, seguirà, alle 18.00 Il pane dei racconti di Salvo Licata con in scena la coppia storica formata da Salvo Piparo e Costanza Licata e con le musiche eseguite da Francesco Cusumano alle percussioni, Irene Maria Salerno al pianoforte e Davide Velardi alla chitarra.

