di Goffredo Palmerini
L’AQUILA – S.O.S. TERRA! NON LASCIAMOLA MORIRE… è il titolo della mostra dell’artista Bruno Di Pietro, che sarà inaugurata a Pescara sabato 6 dicembre, ore 17:30, al Museo delle Genti d’Abruzzo. L’esposizione rimarrà aperta fino all’8 gennaio 2026. Al vernissage interverranno il critico e curatore della mostra Andrea Baffoni, il Prof. Andrea Lombardinilo, presidente della Quadriennale di Roma, la scrittrice Franca Minnucci e la poetessa Nicoletta Di Gregorio. Maria Rita Carota, vicesindaco ed assessore alla Cultura del Comune di Pescara, porterà il saluto della Municipalità. In mostra oltre 50 lavori tra dipinti, installazioni, fotografie e poesie a tema "Il Paesaggio", a cura del critico e storico dell'arte Andrea Baffoni.
Artista poliedrico di intensa sensibilità e inesauribile curiosità creativa, Bruno Di Pietro ha attraversato oltre mezzo secolo di arte con un linguaggio tutto personale, in continua evoluzione, che unisce la forza del gesto pittorico alla riflessione interiore. La sua ricerca, sospesa tra memoria e futuro, restituisce un racconto visivo di rara coerenza e profondità, dove l’uomo, la natura e il mito convivono in una dimensione di armonia e consapevolezza.
In oltre cinquant’anni di carriera Bruno Di Pietro ha realizzato più di quattromila opere, tra oli, sculture, disegni, installazioni, mosaici e grafiche, consolidando un percorso coerente e originale, articolando la sua opera in 7 Periodi ben distinti, a testimoniare un cammino di costante esplorazione. Al suo attivo anche alcune ultime mostre di fotografia e poesia, con relative pubblicazioni e documentazioni editoriali, che evidenziano la sua capacità di coniugare in suggestiva sinestesia diversi linguaggi espressivi in una visione unitaria dell’arte, intesa come forma di conoscenza e di verità poetica.
Andrea Baffoni, storico dell’arte e curatore della mostra, così tra l’altro scrive in un’annotazione critica sull’esposizione “S.O.S. TERRA! NON LASCIAMOLA MORIRE… - Tra cielo e terra: la forma dell’albero come icona d’arte e di vita”:
Artista di lungo corso, Bruno Di Pietro porta avanti una
ricerca che lo colloca in un contesto di figurazione e astrazione. Punto focale
del suo messaggio è la Natura, da sempre raccontata guardando alla
responsabilità che ha l’essere umano dinanzi al Pianeta. Un lavoro capace di
rinnovarsi attraverso la sperimentazione e l’utilizzo di materiali
differenziati, scandito in sette periodi a partire dal 1965 e declinati in
varie fasi di differente poetica (questi sette momenti sono ben descritti nel
sito internet dell’artista www.brunodipietro.com). Di Pietro attraversa così la
figurazione e l’astrazione, come pure la pop art, lo spazialismo e la
metafisica, fino a una nuova figurazione, confluita poi nella serie Iliade, e
per ultimo, dal 2005, il periodo “confini” con lavori a tema paesaggistico incentrati
sulla figura dell’albero, come rielaborazione di alcuni temi sul paesaggio già
realizzati negli anni Ottanta. Testimone di quel decennio che vedeva esplodere
la Pop Art statunitense alla Biennale di Venezia (1964), Di Pietro ha così
sviluppato un lirismo minimalista, dove la Natura è spunto per rintracciare
dinamiche nascoste. Le sagome degli alberi scandiscono una ritmica interna,
quasi a trattarsi di spartiti musicali. Ordinati secondo una logica
astratto-matematica che ne mette in luce gli aspetti d’insieme, gli alberi
divengono “icone di vita”, come sottolinea lo stesso artista, per
sensibilizzare gli esseri umani verso un territorio da riconquistare e
difendere, nel bene e nell’interesse di tutti. […]
Questi contatti giovanili concorrono
ad alimentare il suo immaginario creativo, la cui ispirazione verte sulle
problematiche sociali, ma senza mai dimenticare il legame con le proprie
origini. Inizia un lungo periodo espositivo, con almeno 40 personali e ancor
più numerose collettive, circa 200, e almeno 4000 lavori tra dipinti, sculture,
installazioni, disegni e grafiche, diffusi in Europa tra collezionisti,
pinacoteche e Musei: Milano, Roma, Palermo, Taormina, Bologna, Parigi,
Bruxelles, Monaco di Baviera, Napoli, tra le città più importanti toccate con
la sua arte, oltre ovviamente una presenza tra Marche e Abruzzo. Numerosi i
premi e riconoscimenti, come pure gli importanti critici che hanno scritto e
presenziato alle sue mostre: Philippe
Daverio, Armando Ginesi, Alessandro Masi, per citarne alcuni,
grazie ai quali viene inserito in importanti edizioni editoriali da ex Bolaffi,
Arte, Comanducci e riviste specializzate di arte contemporanea come D&D. […]
Su questi elementi bisogna leggere la
mostra S.O.S. TERRA! NON
LASCIAMOLA MORIRE… dove l’artista si presenta con un
ventaglio di opere eterogenee legate da un comune filo conduttore rappresentato
dalla critica ad una società perversamente orientata all’autodistruzione. Un
esempio di come l’arte si faccia strumento di riflessione, senza tuttavia
dimenticare il proprio legame con l’estetica. Le opere spaziano tra riferimenti
neo-dadaisti, con assemblaggi di oggetti eterogenei, fino a lavori pittorici
dove è proprio il tema dell’albero ad essere protagonista. Un percorso
affascinante e profondo, ma anche carico di disappunto, non sfugge infatti la
scritta Bolsonaro sul manico della sega, un chiaro richiamo all’ex Presidente
del Brasile e all’ottusità di una politica del profitto, dove la cieca rincorsa
ad un arricchimento sconsiderato sta già creando danni ambientali irreparabili.
La sega, così come la maschera per l’ossigeno (tornata tristemente comune nei
lunghi mesi del covid),
sono per Di Pietro simboli negativi di una situazione a tratti velata di
nostalgia. Ed è proprio l’albero ad incarnare questo sentimento, richiamando la
personale esperienza dell’artista, la cui giovinezza, prima dell’approdo nelle
capitali dell’arte, si consuma in territori dalla forte connotazione rurale, a
contatto con le boscaglie lungo il fiume, arrampicandosi sugli alberi per
godere dei loro frutti, della brezza del vento, del fruscio delle foglie e
della magica sensazione di riuscire a sfiorare il cielo.
L’albero, per l’artista, diviene così un simbolo e archetipo, innestandosi prima nell’animo del ragazzo per poi tramutarsi in segno distintivo della sua pittura. Un’icona simboleggiante la vita, la crescita e quel legame tra cielo e terra capace di generare la necessaria pace interiore per vivere in equilibrio esistenziale. Le opere di Di Pietro iniziano a scandire foreste immaginarie, luoghi del sentire dove l’essere è in piena armonia con la natura. Sono dipinti di struggente purezza, degni della più schietta metafisica, in cui la dimensione terrena si sintetizza per divenire icona. Ed è appunto l’albero-icona l’elemento centrale dell’opera di Di Pietro, icona di perfezione vitale che diviene segno pittorico. Dove i colori non rispondono al senso reale ma piuttosto a quella vocazione interiore capace di superare i limiti della sfera terrena. Un canto poetico, come d’altra parte ci suggerisce l’artista stesso con i propri componimenti, a dimostrazione che la creatività non ha confini e che l’arte può davvero essere l’unica ancora di salvezza per sopravvivere in un mondo indirizzato verso l’autodistruzione.
Bruno Di Pietro è nato nel 1947 a Manoppello, in provincia di Pescara. Pittore poliedrico, è in
continua ricerca di tematiche da esplorare, di tecniche pittoriche e di materiali da utilizzare. Artista non
facile e non incline a discipline e sottomissioni alle accademie, spirito
libero e generoso, intuitivo, osservatore attento, estrapola ed assorbe ogni
positività che lo circonda. Nel 1969 emigra in Svizzera, ma nel 1970 già
rientra in Italia e si stabilisce definitivamente a Milano, dove frequenta l’Accademia di Brera (1971-’73) con il
Prof. Pompeo Borra. Nel 1971 stipula
un contratto con la Galleria delle
Orsole, situata nei pressi della Borsa, nel cuore finanziario della città,
dove peraltro espone la sua prima importante mostra personale, curata da Patrizia Bonetti e Antonino De Bono.
Gli anni
successivi lo portano a Parigi, per
un lungo periodo. Nella capitale francese frequenta la “Maison Americaine” in
Boulevard Raspail e qui apprende le tecniche della gravure, l’incisione. In un’antica stamperia di Montparnasse
collabora e segue le tecniche della serigrafia. Realizza in estemporanea una
serie di dipinti e acquerelli al latte, oggi presenti in collezione, a Milano e
Parigi. Si sposta in diverse città europee, visitando mostre e musei, lasciando
in particolare alcuni suoi lavori in gallerie di Bruxelles, Charleroi, St.
Moritz e Baden. Rientrato a Milano,
forte delle esperienze acquisite, apre uno studio d’arte, dapprima in via
Claudiano e poi in Corso Sempione 17.
Una lunga serie di eventi, premi, mostre collettive e personali connotano l’attività dell’artista, in gallerie e in prestigiose ambientazioni di Milano, ma anche in altre città d’Italia e all’estero, che qui sarebbe lungo e pedante elencare. Soggiorna a Londra, Vienna e Bratislava. Spesso è a Venezia, dove realizza diversi disegni e lavori ad olio, in estemporanea. Dal 1980 al ’90 suoi lavori vengono esposti in fiere campionarie a Milano, Monza, Palermo, Roma, Napoli e Lucerna, a cura di Paolo Colombo. Nella sua attività, a volte frenetica, non tralascia l’Abruzzo, sua terra d’origine, dove periodicamente porta le sue opere in esposizione. Numerosi premi e riconoscimenti gli sono stati tributati per l’attività e l’eccellenza artistica delle opere.
Bruno Di Pietro è socio fondatore dal 2016 del
Contemporary Art Group ATOMOSFERA 7. La sua pittura, negli ultimi anni, spazia
nell’impressionismo. Rientrato in Abruzzo, ha aperto il suo atelier a Villanova di Cepagatti (Pescara). Dal
2005 il VII periodo, tuttora in corso, con diversi progetti creativi a tema:
“Confini”, sul paesaggio e la natura, “La Creazione, 2010”, “Earth, 2015”,
“Oxygen, 2022”, “Genesi – L’Arca e il diluvio universale”. Nel 2023 all’Aurum
di Pescara la prima mostra fotografica “Images – Quando la fotografia è
poesia”. Infine quest’ultima mostra arricchisce ulteriormente il suo VII
periodo (sugli altri periodi della vita artistica si può consultare il sito https://www.brunodipietro.com/). Alcune opere di
questo VII Periodo sono esposte in permanenza in Cina, a Shanghai, presso la
Galleria MCA – Museum of Contemporary Art.



