Dal 12 dicembre 2025 sarà disponibile sulle piattaforme digitali di streaming “Feeling Bleeding Rising Shining”, il nuovo album di inDAroots Project per altodischi/Blackcandy Produzioni dal quale è estratto il singolo in rotazione radiofonica “Changing worlds”.
"Changing Worlds" apre l'album con un'euforia travolgente, descrivendo un amore che
trasfigura la realtà.
Immagini sinestetiche dipingono un mondo di pura esperienza sensoriale in cui chi ascolta si ritrova immerso, quasi come in un sogno. La traccia svela immediatamente il sound psichedelico che ha ispirato il nuovo lavoro degli InDARoots e apre la strada ai temi cari agli artisti: la forza del desiderio, la bellezza della trasformazione; l'importanza del perdere se stessi per poi ritrovarsi, arricchiti dall'esperienza dell'invasione di sé che ogni amore si porta dietro. Un’invasione che è croce e delizia, crudeltà e bellezza. In ogni caso, meraviglia.
Spiegano gli artisti a proposito del brano: “Changing Worlds è nato sul mare, alla nostra destra la costa e all’orizzonte una distesa di acqua infinita. Il tema ostinato che si ripete, lo abbiamo suonato con un ukulele - l’unico strumento a nostra disposizione in quel momento - molte e molte volte, prima di poter vedere che effetto faceva trasportato sul contrabbasso. E così, la prima volta che lo abbiamo arrangiato e suonato nelle condizioni “definitive”, anche con i loop, con gli effetti sul contrabbasso e sulla voce, con il sintetizzatore, ci è sembrato quasi di tradire un vecchio amico. Poi abbiamo imparato ad amarlo anche “vestito”, ma tutte le volte che lo suoniamo, ci torna alla mente quello stato di grazia, quella distesa di acqua infinita e quella luce accecante che ci faceva strizzare gli occhi dalla quale tutto è partito, per poi arrivare qua. Trasformato, ma in fondo uguale a se stesso, mutato nella forma ma non nell’essenza, ostinato come quel tema sull’ukulele, crudele e innamorato.”
Con
l'album “Feeling Bleeding Rising Shining”, il duo InDaRoots (Gabriella D'Amico
e Cristiano Da Ros) abbraccia la lingua inglese, ampliando la propria cifra
stilistica in una dimensione di più ampio respiro. Il titolo racchiude la complessa e intima confessione
degli artisti sulle emozioni dirompenti, che vengono rielaborate e trasformate
in esperienze significative.
L’esperienza
di ascolto è un viaggio immersivo in cui il contrabbasso spazia tra groove
pulsanti e melodie ipnotiche, mentre la voce dipinge atmosfere sospese tra
sogno e realtà. Questo nucleo acustico è potenziato da un sapiente uso di texture elettroniche, create con loop,
sovraincisioni ed effetti, che arricchiscono il sound "nudo" del duo.
Rispetto
al lavoro precedente, InDaRoots continua a esplorare le fragilità umane, ma con
una prospettiva matura. La scelta dell’inglese,
lingua dal lessico più astratto e franco, si dimostra ideale per veicolare
emozioni non mediate. Questo permette all'ascoltatore di connettersi agli
artisti più sul piano dell’evocazione
sonora che su quello razionale della narrazione.
Ogni brano diventa una "piccola storia universale" ricca di immagini vivide – dolorose, sensuali, oniriche – spingendo l'ascoltatore a confrontarsi con le proprie ombre e a risvegliare identità sopite. Il risultato è un’opera di profonda consapevolezza, a tratti malinconica e a tratti piena di vitale speranza.
Commenta
il duo sul nuovo album: “Con
questo nuovo album, abbiamo compiuto una scelta poetica prima che linguistica.
Passare all'inglese non è stato un tradire le nostre radici, ma un cercare una
nuova terra espressiva per quelle stesse radici. Abbiamo sentito che la lingua
italiana, così ricca di storia e di peso specifico, a volte 'raccontava'
troppo. I suoi significanti – il suono stesso delle parole – erano così legati
a un immaginario culturale preciso da rischiare di distrarre dall'emozione che
volevamo trasmettere. L'inglese, per noi, funziona come un significante più
'trasparente'. Non è che le parole non abbiano significato, anzi. Ma il loro
suono, la fonetica stessa, si fonde con la musica in modo più organico, quasi
fosse uno strumento aggiunto. Le vocali aperte, le consonanti liquide diventano
parte della texture del contrabbasso e dell'elettronica. Ci permettono di
essere più astratti, più universali, di guardare un pò più da lontano anche noi
stessi. Le parole non narrano più un'emozione. Piuttosto
ne diventano il suono, la evocano, lasciando a voi l'esperienza
diretta di sentirla, senza la mediazione di una storia troppo definita.
Questo disco
parla di trasformazioni profonde, di confini da valicare, di amori folli, di
morti e di rinascite. Sono temi che sentivamo avessero bisogno di uno spazio
vuoto intorno, di un respiro più ampio. L'inglese ci ha dato quel respiro. È il
vestito sonoro perfetto per le nostre storie, perché non le chiude in una
narrazione, ma le apre a infinite interpretazioni. È un album nato dal
desiderio che la nostra musica parlasse un linguaggio universale, non per
convenienza, ma per essenza.”
TRACK
LIST:
1. Changing Worlds
2. My Foolish love for you
3. Hopes
4. Alabama Monroe
5. Five Shades
6. In Rainbows
7. Stormy Bounds
8. Flower of love
Biografia
InDAroots
è il progetto musicale nato a Milano nel 2016 dall'incontro artistico tra il
contrabbassista jazz Cristiano Da Ros e la cantante Gabriella D’Amico. Il duo ha
unito due percorsi musicali ricchi e strutturati per dare vita a una sintesi
originale che fonde le rispettive radici jazz e classiche con la passione per
la musica elettronica e d'autore.
Il
progetto è partito in acustico, ma ha rapidamente evoluto il proprio sound
verso un'ibridazione che vede l'elettronica assumere un ruolo sempre più
centrale, culminando nell'attuale cifra stilistica che si può ritrovare
nell'album Feeling, Bleeding Rising,
Shining.
La loro
musica mira a dipingere stati d'animo e
paesaggi interiori, esplorando i temi universali della condizione umana –
dalle fragilità dell'animo alla vertigine delle relazioni – attraverso testi
evocativi e la fusione di suoni organici e digitali.
Entrambi
gli artisti hanno intrapreso il percorso musicale in adolescenza, sviluppandolo
in modo indipendente prima di convergere negli InDaRoots:
·
Gabriella D’Amico ha una formazione
vocale che spazia dal repertorio classico al jazz, linguaggio che ha
approfondito come voce del Blue Time
Society, un quartetto jazz attivo nella scena milanese.
·
Cristiano Da Ros vanta una solida
formazione accademica jazz, con diploma in contrabbasso e studi al Berklee
College of Music. Polistrumentista (suona anche chitarra e pianoforte), ha
collaborato con nomi di spicco del jazz italiano contemporaneo come Dario Walid
Yassa, Antonio Bonazzo e Francesco Chiapperini.
Le
reference musicali degli InDaRoots si collocano in un terreno ibrido:
·
Dal
Jazz attingono alla potenza
narrativa di Charles Mingus, all'approccio modale di Miles Davis e all'energia
contemporanea di Esbjörn Svensson Trio (EST), Brad Mehldau e Avishai Cohen.
·
Dal
Rock Psichedelico e Progressive
prendono ispirazione dalla rivoluzione melodica dei Beatles, dalle esperienze
sonore totali dei Pink Floyd e dal camaleontismo visionario di David Bowie e PJ
Harvey.
·
Dall'Elettronica Colta sono attratti da
producer che lavorano sulle atmosfere e la profondità (Moderat, Apparat, The
Cinematic Orchestra, Jon Hopkins) e sono profondamente influenzati dalla
visionarietà di Björk.
Il loro
pubblico è un target colto ed eterogeneo,
che apprezza l'ascolto approfondito, la sperimentazione e la fusione di generi.
Per
conoscere il progetto, il duo suggerisce l'ascolto di brani come: "Di
crepe, di sogni, di futili desideri", "Shades of Freedom",
"Mordi e Sogna".
InDaRoots è attualmente supportato dall'agenzia di booking Anthill Booking e da Alessandro Gallicchio.
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