Fattore Rurale: l’urgenza della verità nel nuovo album "Emilia Cowboy". L'intervista

"Emilia Cowboy" è un album che non teme il confronto con la superficialità della vita moderna, erigendosi a baluardo della sincerità. La critica sociale raggiunge il suo apice in “Revolver”, un brano che suona come un allarme: un promemoria che la vita è fragile e che ogni giorno potrebbe essere l'ultimo, un concetto ribadito in “Prendimi e portami via”. La band ci mette in guardia contro l'illusione di poter controllare ogni aspetto dell'esistenza (La stagione del veleno) e contro la codardia di non essere sinceri con se stessi. Il disco è un atto d'accusa contro chi "vive inseguendo l'idea di voler piacere a tutti", invitando l'ascoltatore a un'auto-analisi necessaria per potersi, finalmente, sentire libero.

È partendo da queste premesse che la band si racconta a Fattitaliani, svelando genesi, visioni e ferite del nuovo disco.


Parliamo del vostro nuovo album. Com’è nato? Cosa rappresenta per voi?

Nasce come ogni cosa che facciamo, dall'esigenza e la verità. Il Fattore Rurale vuole urlare al mondo un messaggio preciso: è inutile scappare dalla propria natura. Solo l'accettazione dei propri peccati potrà rendere le persone libere. L'essere umano è lontano dall'essere perfetto perché consumato dalle cicatrici del proprio vissuto e dalle disillusioni della vita reale. Disseppelliamo la verità, nascondere i mostri sotto al letto non è la soluzione e la sincerità verso se stessi, renderà liberi. Chi vive inseguendo l'idea di voler piacere a tutti vivrà di merda e la butterà su chi ha accanto.

C’è un filo conduttore che lega i brani dell’album?

Assolutamente sì, ma preferisco non dirlo. Vorrei che l’ascoltatore si lasciasse attraversare, trovando il suo filo conduttore.

Quali sono le vostre influenze musicali?

Più che influenze musicali; secondo me l'artista, musicista, scrittore o regista che sia, forma l’essere umano più profondamente. Non si parla di influenze musicali, ma di come la vita è stata influenzata dall'arte. Per quel che mi riguarda Twain, Lansdale, Scorsese, Guccini, Vasco, Springsteen e Cash sono tra gli artisti che più hanno segnato la mia crescita, come essere umano.

Come e quando è iniziata la vostra passione per la musica?

Voglio essere sincero, tutte le volte che mi fanno questa domanda provo a ricordare e alla fine mi invento qualcosa. Ma la verità è che non me lo ricordo, sono sempre stato attraversato dall'arte, tra cui la musica.

Con quale artista vi piacerebbe collaborare e perché?

Kylie Minogue, perché è emotivamente devastante.

Cosa ci riserverà la vostra musica nei prossimi mesi?

Continueremo a fare quello che facciamo dal 2018, scriveremo canzoni e faremo concerti. Senza alcuna domanda e senza alcuna aspettativa. Grazie per la possibilità di raccontare un po' del Fattore Rurale.


Fattitaliani

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