Moda, Pino Peluso: Il recupero sartoriale, un imperativo etico

 


Nel mondo della moda contemporanea parlare di ecosostenibilità è diventato indispensabile. Ma per le sartorie tradizionali Italiane la sostenibilità non è una tendenza: è la base della stessa sartoria.

 

C’è un lusso silenzioso, fatto di fibre resistenti e tagli impeccabili, che resiste al tempo e alle mode: è l'alta sartoria di una volta. Il Maestro Pino Peluso, figura di riferimento del settore e Segretario Generale della World Federation of Master Tailors (WFMT), lancia un appello per riscoprire e valorizzare i capi ereditati, trasformandoli in elementi di stile attuale e sostenibile. 

"I capi dei nostri genitori e nonni sono veri e propri tesori, custodi di una qualità tessile che oggi è difficilmente replicabile," afferma Peluso. Pensiamo alla pura lana di un vecchio cappotto da uomo, pesante e strutturata, che oggi non si trova quasi più. È la base perfetta per una rivisitazione. Con un sapiente taglio sartoriale, quello stesso cappotto può diventare un 'oversize' dal taglio Anni '70, magari con una nuova fodera colorata o un collo riproporzionato, rendendolo un capo d'avanguardia. 

Il recupero sartoriale non è solo una scelta di stile, ma un imperativo etico. Per le sartorie tradizionali italiane, come quella di Pino Peluso, la sostenibilità non è una tendenza, ma la base stessa del mestiere “i capi sartoriali sono delle vere e proprie opere d’arte proprio come lo sono auto e orologi vintage”.

"Ogni capo nasce da materiali completamente naturali e riciclabili, scelti con cura e lavorati senza alcun impiego di sostanze chimiche, plastiche o materiali industriali. Le tecniche artigianali utilizzate, tramandate da generazioni, rendono impossibile l’uso di materiali sintetici, garantendo così la purezza e l’autenticità del risultato finale," spiega il Maestro Peluso. E se il detto dice tale padre tale figlio allora perché non indossare un vecchio cappotto del papà o del nonno?

Il Maestro Pino Peluso evidenzia la profonda differenza tra la sua arte e la produzione di massa “il cliente che entra in sartoria può avere la certezza assoluta che ciò che indosserà sarà realizzato nel pieno rispetto dell’ambiente e della tradizione. Ogni abito è un pezzo unico, pensato per durare nel tempo e per essere tramandato, proprio come un valore di famiglia." 

L'ossessione per il 'Fast Fashion', spinta anche dagli e-commerce che ormai sono una realtà diffusa tanto quanto i negozi fisici, se non di più, “sta distruggendo non solo la manodopera qualificata, ma anche l'ambiente, con un inquinamento tessile spaventoso," conclude Peluso. "La sartoria offre l'alternativa più nobile: un investimento in qualità e durata. Rimettere a modello un capo dei nonni non è solo un atto d'amore verso la nostra storia, ma la forma più concreta di sostenibilità e lusso consapevole, in netta antitesi con l'usa e getta.” 

L'alta sartoria si conferma come un baluardo di sostenibilità reale, duratura ed elegante, dove la qualità e il rispetto per la natura sono parte integrante di ogni cucitura.

Fattitaliani

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