La recente scomparsa della pedagogista Sofia Corradi, conosciuta come “Mamma Erasmus”, ha riportato alla memoria una delle intuizioni più luminose della storia contemporanea europea: il programma Erasmus, ufficialmente avviato nel 1987.
Come afferma Michele Pinto (europrogettista in ambito formazione imprenditoriale), si tratta di: «un progetto comunitario che, ancor prima di creare opportunità di studio, ha generato ponti di pace e comprensione reciproca tra milioni di giovani europei, fino a definire un’intera generazione: Erasmus».La
notizia della morte di Sofia Corradi arriva al rientro dagli impegni
statunitensi della Fondazione E-novation e dalla recente missione tra New
York City e Washington DC, dove si è svolta la dodicesima edizione del
Premio Eccellenza Italiana. Dagli Stati Uniti giunge chiaro il
riconoscimento per la creatività e l’ingegno italiani, apprezzati come
simbolo di eccellenza e competenza. Proprio questo sguardo esterno (extra UE)
invita a una riflessione urgente: valorizzare la cultura italiana in Europa,
affinché le sue radici non vengano indebolite o disperse.
L'Europa,
a distanza di 80 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, è
chiamata a tornare protagonista non solo sul piano geopolitico, ma soprattutto
su quello culturale e umano. L’eredità di Sofia Corradi è oggi un monito
e una speranza: prima degli assetti socio-economici, è la formazione
dell’uomo a costruire la pace. L’Erasmus non è soltanto un programma di
scambio (o una vacanza studio) tra Università e no-profit europee, ma una palestra
di tolleranza, resilienza e apertura mentale, che insegna a vivere la
diversità come ricchezza e l’incontro come opportunità.
In
un mondo segnato da tensioni e disuguaglianze, il desiderio di tornare in
Europa (prima e in Italia poi) rappresenta la volontà di riaffermare il ruolo
dei cittadini europei come esempio virtuoso di cooperazione e integrazione
tra Stati. Tutelare la giovane storia europea significa difendere il
progresso e la dignità umana, riaffermando che dal dialogo tra i popoli
nasce nuova conoscenza, in particolare quella scientifica.
In
tal senso, 10 anni fa (il 24 settembre 2015), Papa Francesco,
nel suo storico discorso al Congresso degli Stati Uniti, ha consegnato
al mondo parole che ancora oggi risuonano come una preghiera civile, invitando
i popoli a riscoprire: «la bellezza del linguaggio universale dell’amore e
del rispetto per la persona umana».
«Sono parole che ci guidano ogni giorno»
- commenta Massimo Lucidi, Presidente della Fondazione E-novation
- «perché ricordano che la cultura e la conoscenza non sono beni accessori,
ma strumenti di pace, ponti tra popoli e speranza per le nuove generazioni. È
questo il senso del nostro impegno tra Stati Uniti ed Europa: costruire
relazioni fondate sull’uomo e sulla verità, unendo civiltà diverse in un unico
linguaggio di fede e di libertà».
È
questa la via che la Fondazione E-novation intende proseguire, rafforzando
le relazioni USA–UE e ribadendo il primato culturale del Vecchio
Continente come radice stessa della civiltà moderna.
Lunga vita all’Erasmus! Simbolo di
un’Europa che continua a educare, unire e ispirare.


