L’intervista esclusiva Fabio Fazio a Che tempo che fa sul NOVE alla leggenda del rock Bruce Springsteen insieme a Jeremy Allen White, in occasione dell’uscita in sala del film “Springsteen: Liberami dal Nulla” di Scott Cooper.
BRUCE SPRINGSTEEN SUL CORAGGIO DI RACCONTARE GLI ANNI PER LUI CRITICI RAPPRESENTATI NEL FILM “LIBERAMI DAL NULLA”:
“Non so se sia una questione di coraggio. È stato comunque interessante, quelli sono stati gli anni dove davvero io sono passato attraverso una grande transizione dal punto di vista della mia salute mentale e di vita. Ho anche inciso Nebraska, che è uno dei miei album preferiti, non volevo fare un album musicale ‘normale’. Abbiamo scelto semplicemente qualche anno della mia carriera e della mia vita, perché volevamo dare più dramma e più musica al mio personaggio, cosa per me importantissima”.
BRUCE SPRINGSTEEN SULL’INCISIONE DI “NEBRASKA”:
“Ho sempre cercato di seguire la musa, la mia musa è la musica. La cosa più essenziale, la prima cosa per me, è cercare di capire che cosa farò. Non mi preoccupo così tanto se il mio album avrà successo o meno, la cosa che mi interessa veramente è dare verità e trascendenza e che abbia il maggior valore possibile in quel momento per il mio pubblico, perché la mia anima sta con il mio pubblico, è la garanzia che io do al mio pubblico ed è la mia vita questa ed è anche il motivo per il quale faccio e sono un artista. Il film quindi risuona in questo e in questa parte della mia vita”.
JEREMY ALLEN WHITE SULLA SUA INTERPRETAZIONE DI BRUCE SPRINGSTEEN:
“Non è stato facile. Ho sempre ammirato Bruce e la sua arte. So anche quanto è amato dal pubblico in tutto il mondo e ci sono molte idee attorno a lui, è una persona idealizzata. Ho dovuto trovare il modo mio di capire lui da giovane, quando aveva 31, 32 anni al tempo. È stato un periodo della sua vita dove è veramente iniziato il suo lavoro. Ho cercato di capire quale fosse il suo passato, il suo presente di musicista. Ho dovuto quindi imparare alcune cose, ho dovuto imparare a cantare, anche a suonare la chitarra, giusto un po’, ed è stato ovviamente importantissimo. Ho sentito molta responsabilità in questo senso e volevo ovviamente rendere giustizia alla storia di Bruce, a quel periodo della sua vita, alle persone che lo ammirano tutt’oggi e ammirano la sua musica. È stato un bel percorso”.
BRUCE SPRINGSTEEN SULL’INTERPRETAZIONE DI JEREMY ALLEN WHITE:
“Ha fatto davvero un lavoro meraviglioso, perlomeno le canzoni che ha imparato a suonare. Devo dire che lo ha fatto in modo naturale, poi ha una voce naturale, canta proprio dando la sua impronta, dà questo afflato interno ed esterno psicologico della musica, che è l’essenza, se vuoi davvero far bene. Adesso licenzio Steven Van Zandt (il suo chitarrista, ndr) e sarà lui, Jeremy, che lo sostituirà (ride, ndr)”.
JEREMY ALLEN WHITE SUL RAPPORTO TRA BRUCE SPRINGSTEEN E IL PADRE INTERPRETATO NEL FILM:
“Questo film tratta di tanti aspetti, c'è anche la relazione tra padre e figlio e per me è stato molto importante focalizzarmi anche su quello, capire quanto amore tra l’altro ci fosse e c’è, tra lui e il padre. È stato importantissimo riuscire a rendere questo con compassione e con vera comprensione per dare una vera connessione anche al film”.
BRUCE SPRINGSTEEN SUL VEDERE LA PROPRIA STORIA IN UN FILM:
“Abbiamo visto insieme il riflesso della nostra famiglia, nel senso che è stata un'esperienza davvero profondamente emotiva per me. Abbiamo ricostruito la casa di mia nonna, che è la casa in cui sono cresciuto in Virginia fino a che avevo 6,7 anni. È una casa che io visito ancora nei miei sogni, almeno due volte l’anno la sogno in modo tale da poter rientrare, riuscire a ritornare, per me è un sentimento estremamente importante. Gli anni della tua vita a quell’età rimangono sempre con te, al di là dei conflitti, al di là dei ricordi, al di là dell’intensità di quei luoghi dove abbiamo vissuto. È stato davvero uno dei luoghi più forti della mia vita e riuscire a riviverlo in questo modo è stato meraviglioso”.
SE BRUCE SPRINGSTEEN SAPESSE CHE STAVA INCIDENDO UN CAPOLAVORO CON “NEBRASKA”:
“No, era semplicemente un caso. Stavo facendo dei demo per un album che volevo fare con la E Street Band. Avrei speso troppo se fossi andato in uno studio di registrazione, quindi mi sono comprato una serie di strumenti, un deck per la registrazione, che costava davvero poco. Ho cominciato a registrare, li ho cantati tutti una o due volte. Il tutto è costato circa un migliaio di dollari”.
JEREMY ALLEN WHITE SULL’INCONTRO DELLA SUA FAMIGLIA CON BRUCE SPRINGSTEEN:
“Bruce è stato veramente carino con loro quando si sono incontrati. Penso che mia madre provasse a fare delle frasi ma in realtà non c’era riuscita e diceva parole un po’ sconnesse. Quando Bruce se ne è andato mi ha chiesto ‘Ha senso quello che ho detto?’ e le ho risposto ‘In realtà no, però lui è stato carino’”.
Bruce Springsteen: “Gente fantastica, sono dolcissimi, meravigliosi, è stato davvero bellissimo. E soprattutto ho visto da dove veniva Jeremy”.
BRUCE SPRINGSTEEN SUGLI STATI UNITI DI OGGI:
“È un momento dove non si può non avere dei dubbi. Non so dove stiamo andando, però questo Paese per 250 anni ha combattuto per la libertà, è stato il segno della speranza, del credere, è un esempio, speriamo, di democrazia positiva per la maggior parte dei Paesi del mondo. Naturalmente abbiamo fatto molti, molti errori, però abbiamo sempre cercato di fare del nostro meglio. Io credo che il nostro cuore sta nel luogo giusto e non abbiamo mai avuto una storia di autocrazia. Visto che ho dei figli, credo che la situazione cambi e allo stesso tempo cercherò di fare del mio meglio lavorando, cercando naturalmente, con la mia piccola influenza, di far sì che le cose cambino”.
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