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©Quirinale |
Intervista di Giovanni Zambito
In occasione del primo anniversario del suo incarico a Roma, S.E. Christophe Schiltz, Ambasciatore del Granducato di Lussemburgo in Italia, ha concesso un’intervista a Fattitaliani. Racconta le sue prime impressioni all’arrivo, lo stato attuale delle relazioni bilaterali tra i due Paesi, le collaborazioni culturali ed economiche, oltre al ruolo del Lussemburgo sulla scena europea. Tra l’ammirazione per Roma e l’impegno diplomatico, l’Ambasciatore sottolinea la ricchezza degli scambi e manifesta la volontà di rafforzarli ulteriormente negli anni a venire.
Signor Ambasciatore, quando è arrivato a Roma e quali sono state le sue prime impressioni?
Sono arrivato nell’agosto 2024: faceva 38 gradi. La mia prima impressione, credo sia la stessa di chiunque arrivi a Roma: si resta immediatamente colpiti dalla sua bellezza e dalla sua immensità. Conoscevo già la città, quindi non è stata una sorpresa completa. Ho presentato le mie lettere credenziali al presidente Mattarella il 2 ottobre dello scorso anno. È quindi esattamente un anno.
Quindi la sua prima impressione è stata piuttosto “fisica”, si potrebbe dire?
Sì, un’ottima prima impressione (sorride, ndr).
Quando si conosce già Roma, si sa che viverci è molto diverso dal visitarla da turista…
Certo, vivere qui è molto diverso che venire da turista. Si impara a conoscere meglio la città, si ha più tempo per esplorarne i quartieri. Ma soprattutto, lavorare qui significa entrare in contatto con le istituzioni italiane, il mondo economico e culturale… È un’immersione molto più profonda rispetto a un semplice soggiorno turistico.
Ha un luogo preferito a Roma, un posto che la ispira particolarmente?
Dipende un po’ da cosa voglio vedere, ma mi piace molto il quartiere Monti. È un quartiere abbastanza piccolo, con viuzze antiche, ancora relativamente poco turistico. Certo, quest’anno Roma è molto frequentata, ma Monti rimane un luogo un po’ più tranquillo, che apprezzo molto.
Come descriverebbe lo stato attuale delle relazioni tra Lussemburgo e Italia? E in quali ambiti questa cooperazione è particolarmente dinamica?
Direi che i rapporti sono molto buoni, anzi eccellenti. I legami tra Italia e Lussemburgo risalgono a molto tempo fa: come sapete, c’è una comunità italiana molto importante in Lussemburgo — la terza per dimensioni dopo quella portoghese e francese. È un legame storico molto forte.
Gli scambi politici sono molto stretti. Diversi ministri lussemburghesi sono venuti in visita quest’anno: il vice primo ministro e ministro degli Esteri Bettel, il ministro dell’Interno Gloden, oltre ai ministri Roth, Delles e Thill, rispettivamente a Milano e a Venezia. Il Granduca Enrico e la Granduchessa hanno partecipato alla Biennale di Venezia lo scorso anno. Il Granduca, allora erede, ha partecipato agli Special Olympics di Torino insieme ai ministri Mischo e Deprez.
Sul piano economico, l’Italia è il quinto mercato più importante per il Lussemburgo, sia per le importazioni che per le esportazioni. È molto rilevante anche per il settore finanziario. Numerose banche e compagnie assicurative italiane sono stabilite in Lussemburgo e l’Italia è il terzo Paese per numero di società quotate alla Borsa del Lussemburgo.
La Camera di Commercio italo-lussemburghese, molto attiva, ha celebrato quest’anno il 35° anniversario. Nel settore spaziale, per esempio, il satellite di comunicazione governativo recentemente messo in orbita è stato costruito da OHB Italia a Milano.
La compagnia Luxair serve numerose destinazioni italiane — il mercato italiano è il più importante per essa. Anche Ferrero ha una presenza significativa in Lussemburgo.
E sul piano culturale?
Gli scambi sono altrettanto numerosi: come ho già ricordato, la partecipazione alla Biennale di Venezia, le coproduzioni nel campo della realtà virtuale, i film lussemburghesi presentati al Rome Film Festival… Il concerto di un gruppo lussemburghese alla Casa del Jazz nell’ambito del Roma Jazz Festival sarà patrocinato dall’Ambasciata.
In campo culturale molte iniziative sono già attive. Scopro continuamente nuovi progetti: artisti lussemburghesi che si esibiscono a Roma o altrove in Italia, presentazioni di libri, concerti sostenuti dall’ambasciata. Vengo spesso invitato a eventi culturali che sosteniamo attivamente.
Parallelamente, lavoriamo anche per rafforzare i rapporti economici. E, seguendo la raccomandazione del presidente Mattarella durante la consegna delle mie lettere credenziali, cerco di visitare l’Italia oltre Roma, in particolare il nord, che è il vero centro economico del Paese. Sono stato a Trieste due settimane fa e la prossima settimana sarò a Milano per stabilire contatti in diversi settori. In breve, gli scambi sono ricchi e costanti in tutti i campi.
Lussemburgo e Italia sono entrambi Paesi fondatori dell’Unione Europea. Nota differenze nei loro approcci alle politiche europee?
Sì, condividiamo questo status di Paesi fondatori, ed è un elemento essenziale nei nostri rapporti. In entrambi i Paesi esiste una chiara consapevolezza dell’importanza dell’Unione Europea e della cooperazione tra Stati membri. I nostri due Paesi collaborano strettamente nei Consigli a Bruxelles e attraverso numerosi scambi bilaterali. C’è una vera convergenza sull’importanza della costruzione europea.
Può parlarci della comunità lussemburghese in Italia?
È molto meno numerosa rispetto alla comunità italiana in Lussemburgo. A Roma è piuttosto ridotta. Si tratta spesso di lussemburghesi con legami familiari o storici con l’Italia, o di persone che hanno una residenza qui. Si trovano lussemburghesi in diversi settori — studenti, pensionati, professionisti — ma non c’è una concentrazione particolare in un campo specifico.
Secondo lei è più facile per un lussemburghese imparare l’italiano o per un italiano imparare il lussemburghese?
È sempre difficile rispondere. Chi vuole imparare il lussemburghese incontra spesso difficoltà nel praticarlo, perché i lussemburghesi parlano volentieri francese o inglese. In Italia, invece, le occasioni per praticare l’italiano sono numerose, il che facilita l’apprendimento. Se si ha una base in francese, questo aiuta. Alla fine, molto dipende dai singoli individui.
È anche ambasciatore presso la Santa Sede?
No, non è possibile cumulare le due funzioni. C’è un ambasciatore non residente con sede a Lussemburgo accreditato presso la Santa Sede. Io sono anche ambasciatore presso Croazia, Malta e San Marino, oltre a rappresentante permanente presso la FAO, il Programma Alimentare Mondiale e il FIDA.
Arrivando a Roma, alcune abitudini italiane l’hanno sorpresa?
Nessuna vera sorpresa, piuttosto delle conferme: la cucina italiana è eccellente! Come direbbero molti italiani, non è necessario sperimentare troppo o allontanarsi dai classici, come ad esempio la Carbonara (ride).
In quale aspetto della sua personalità si sente un po’ italiano?
(Ride) Lascio rispondere le persone che mi conoscono…
Per concludere, ha un messaggio per il pubblico italiano?
I legami tra i nostri due Paesi sono forti, stretti ed eccellenti. Desidero contribuire pienamente al loro rafforzamento negli anni a venire.
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©Ambasciata del Lussemburgo |
En Français
« Des liens historiques et vivants : l’Ambassadeur
Christophe Schiltz évoque les relations étroites entre le Luxembourg et
l’Italie »
À l’occasion du premier anniversaire de sa prise de
fonction à Rome, M. Christophe Schiltz, Ambassadeur du Grand-Duché de
Luxembourg en Italie, a accordé un entretien à Fattitaliani. Il y évoque ses
premières impressions à son arrivée, l’état actuel des relations bilatérales
entre les deux pays, les coopérations culturelles et économiques, ainsi que la
place du Luxembourg sur la scène européenne. Entre admiration pour Rome et
engagement diplomatique, l’Ambassadeur souligne la richesse des échanges et exprime
sa volonté de les renforcer encore davantage dans les années à venir.
Monsieur l’Ambassadeur, quand êtes-vous arrivé à Rome, et
quelles ont été vos premières impressions ?
Je suis arrivé en août 2024 : il faisait 38 degrés. Ma première impression, je pense que c’est la même pour tous ceux qui
viennent à Rome : on est immédiatement frappés par sa beauté et son immensité.
Je connaissais déjà la ville, donc elle n’a pas été complètement une surprise
pour moi. J’ai présenté mes lettres de créance au président Mattarella le 2
octobre de l’année dernière. Cela fait donc tout
juste un an.
Et votre première impression a donc été plutôt
“physique”, on pourrait dire ?
Oui, une très bonne première impression (sourire,
ndr).
Quand on connaît déjà Rome, on sait que c’est très
différent d’y vivre que d’y venir en touriste…
Bien sûr, vivre ici est très différent que d’y venir en touriste. On apprend
encore mieux à connaître la ville, on a plus de temps pour découvrir ses
quartiers. Mais surtout, travailler ici signifie entrer en contact avec les
institutions italiennes, le monde économique, culturel… C’est une immersion
bien plus profonde que celle d’un simple séjour touristique.
Avez-vous un endroit préféré à Rome, un lieu qui vous
inspire particulièrement ?
Cela dépend un peu de ce que je veux voir, mais j’aime beaucoup le quartier
Monti. C’est un quartier assez petit, avec des ruelles anciennes, encore
relativement peu touristique. Bien sûr, cette année, Rome est très fréquentée,
mais Monti reste un endroit un peu plus calme, que j’apprécie particulièrement.
Comment décririez-vous l’état actuel des relations entre
le Luxembourg et l’Italie ? Et dans quels domaines cette coopération est-elle
particulièrement dynamique ?
Je dirais que les relations sont très bonnes, voire excellentes. Les liens
entre l’Italie et le Luxembourg remontent à longtemps : comme vous le savez, il
y a une très importante communauté italienne au Luxembourg — la troisième plus
importante après les Portugais et les Français. C’est un lien historique très
fort.
Les échanges politiques sont très étroits. Plusieurs ministres luxembourgeois
sont venus en visite cette année : le vice-premier ministre et ministre des
Affaires étrangères Bettel, le ministre de l’Intérieur Gloden, ainsi que les
ministres Roth, Delles et Thill, respectivement à Milan et à Venise. Le Grand-duc
Henri et la grande-duchesse ont assisté à la Biennale de Venise l’année
dernière. Le Grand-Duc, héritier à l’époque, a assisté aux Special Olympics à
Turin avec les ministres Mischo et Deprez.
Sur le plan économique, l’Italie est le cinquième marché
le plus important pour le Luxembourg, tant pour les importations et les
exportations. L’Italie est très importante pour le secteur financier aussi. De
nombreuses banques et compagnies d’assurance italiennes sont implantées au
Luxembourg, et l’Italie est le troisième pays en nombre d’entreprises cotées à
la Bourse de Luxembourg.
La Chambre de commerce italo-luxembourgeoise, très active, a célébré son 35e
anniversaire cette année. Dans le domaine spatial, par exemple, le satellite de
communication gouvernemental récemment mis en orbite a été construit par OHB
Italia à Milan.
La compagnie Luxair dessert de nombreuses destinations italiennes - le marché
italien est le plus important pour elle. Ferrero a également une présence
majeure au Luxembourg.
Et sur le plan culturel ?
Les échanges sont également nombreux : comme je l’ai déjà mentionné, la
participation à la Biennale de Venise, des coproductions dans le domaine de la
réalité virtuelle, des films luxembourgeois présentés au Rome Film Festival… Le
concert d’un groupe luxembourgeois à la Casa del Jazz dans le cadre du Roma
Jazz Festival sera également patroné par l’Ambassade.
Dans le domaine culturel, beaucoup de choses sont déjà en place. Je découvre
sans cesse de nouvelles initiatives : artistes luxembourgeois qui se produisent
à Rome ou ailleurs en Italie, présentations de livres, concerts soutenus par
l’ambassade. Je suis souvent invité à des événements culturels, que nous
soutenons activement.
En parallèle, nous travaillons également à renforcer les
relations économiques. Et conformément à la recommandation du président
Mattarella lors de la remise de mes lettres de créance, je m’efforce de visiter
l’Italie au-delà de Rome, notamment le nord, qui est le véritable centre
économique du pays. J’étais à Trieste il y a deux semaines et je serai à Milan
la semaine prochaine pour établir des contacts dans différents domaines. Bref,
les échanges sont riches et constants dans tous les domaines.
Luxembourg et l’Italie sont tous deux membres fondateurs
de l’Union européenne. Voyez-vous des différences dans leurs approches des
politiques européennes ?
Oui, nous partageons ce statut de pays fondateurs, et cela reste une donnée
essentielle dans nos relations. Dans les deux pays, il existe une conscience
claire de l’importance de l’Union européenne et de la coopération entre États
membres. Nos deux pays travaillent étroitement ensemble dans les conseils à
Bruxelles et à travers de nombreux échanges bilatéraux. Il y a une véritable
convergence sur l’importance de la construction européenne.
Pouvez-vous nous parler de la communauté luxembourgeoise
en Italie ?
Elle est bien moins nombreuse que la communauté italienne au Luxembourg. À
Rome, elle reste assez réduite. Il s’agit souvent de Luxembourgeois ayant des
liens familiaux ou historiques avec l’Italie, ou de personnes ayant une
résidence ici. On trouve des Luxembourgeois dans différents domaines —
étudiants, retraités, professionnels — mais pas de concentration particulière
dans un secteur.
À votre avis, est-il plus facile pour un Luxembourgeois
d’apprendre l’italien ou pour un Italien d’apprendre le luxembourgeois ?
C’est toujours difficile de répondre. Les personnes qui veulent apprendre le luxembourgeois rencontrent souvent
des difficultés à pratiquer, car les Luxembourgeois parlent volontiers français
ou anglais. En Italie, au contraire, les occasions de pratiquer l’italien sont
nombreuses, ce qui facilite l’apprentissage. Si on a un bagage en français,
cela aide aussi. Au final, cela dépend beaucoup des individus.
Êtes-vous également ambassadeur auprès du Saint-Siège ?
Non, ce n’est pas possible de cumuler les deux fonctions. Il y a un ambassadeur
non résident basé à Luxembourg qui est accrédité auprès du Saint-Siège. Pour ma
part, je suis aussi ambassadeur auprès de la Croatie, de Malte et de Saint-Marin,
ainsi que représentant permanent auprès de la FAO, du Programme alimentaire
mondial et du FIDA.
En arrivant à Rome, certaines habitudes italiennes vous
ont-elles surpris ?
Pas vraiment de surprises, mais des confirmations : la cuisine italienne est
excellente ! Comme souligneraient beaucoup d’Italiens, il n’est donc pas
nécessaire de trop expérimenter ou de s’éloigner des classiques, dont par
exemple la Carbonara (rires).
Dans quel aspect de votre personnalité vous sentez-vous
un peu italien ?
(Rires) Je laisserai mes proches répondre à cette
question…
Pour conclure, avez-vous un message pour le public
italien ?
Les liens entre nos deux pays sont forts, étroits et excellents. Je souhaite
contribuer pleinement à leur renforcement dans les années à venir.