A pochi mesi dal centenario della sua nascita è online la versione digitale del catalogo generale dell'opera di Fabio Mauri (Roma, 1 aprile 1926 – 19 maggio 2009), artista visivo, scrittore, educatore, editore e intellettuale, il cui lavoro si distingue per le profetiche intuizioni sul ruolo dello schermo nella società contemporanea e per la sua ricerca sull'ideologia, la memoria e la manipolazione. Curata da Carolyn Christov-Bakargiev, la versione digitale precede, in maniera inedita e sperimentale, l’edizione cartacea che sarà pubblicata nel 2026 in italiano da Allemandi Editore e in inglese dalla casa editrice Hatje Cantz.
“Fabio Mauri è stato una delle figure di spicco dell'avanguardia italiana dal dopoguerra fino ai primi anni Duemila”, commenta Christov-Bakargiev, “ha analizzato il trauma storico attraverso la memoria personale, la formazione dell’ideologia, il ruolo manipolatorio che hanno avuto i mezzi di comunicazione di massa – in particolare la proiezione su schermo televisivo e cinematografico - nell'ascesa dei regimi autoritari del XX secolo”.
Frutto di un lavoro pluriennale di catalogazione delle opere e dei filoni di ricerca dell’artista e intellettuale, il catalogo si compone delle immagini e schede di oltre 3.600 opere accompagnate da didascalie estese e rappresenta lo studio più completo sull’artista fino a oggi. Oltre al saggio introduttivo del curatore Christov-Bakargiev, presidente del Comitato Scientifico, il volume presenta un'intervista inedita di Hans Ulrich Obrist, nuovi saggi degli altri componenti del Comitato Scientifico – Laura Cherubini, Francesca Alfano Miglietti e Andrea Viliani – e testimonianze di altri autori.
Il catalogo comprende tutte le opere di Mauri che a oggi si è riusciti a rinvenire in collezioni pubbliche e private, nonché opere effimere, distrutte o disperse di cui si sia riusciti a ricostruire una schedatura esauriente a partire da fotografie e documenti provenienti dallo studio dell’artista o rinvenuti in biblioteche, fondi e archivi pubblici e privati. Sono stati inoltre inclusi materiali quali diari, modellini, testi e conferenze che, pur non appartenendo in senso stretto alle arti visive e performative, si è ritenuto essere significativi per comprendere l’ampiezza dell’opera dell’artista.
“Nella doppia veste di presidente dello Studio Fabio Mauri – Associazione per l’Arte l’Esperimento del Mondo e nipote dell’artista” dichiara Santiago Mauri “sono felice di introdurre questo catalogo, punto d’arrivo di un percorso durato, verrebbe da dire, almeno un secolo. È stato un lavoro quotidiano e meticoloso con l’obiettivo di tramandare, nella maniera più fedele possibile, l’opera di Fabio Mauri dai testimoni alla Storia”.
“Fabio Mauri è stato per me un maestro e un amico, un uomo già maturo che avvicinai su suggerimento di Giancarlo Politi chiedendogli di illustrarmi la verità tra arte e mondo, allorché redigevo un saggio commissionatomi sulla relazione fra arte e politica” dichiara nell’Introduzione il curatore Christov-Bakargiev, “Siamo diventati alleati nella ricerca e non abbiamo mai smesso di dialogare fino alla sua scomparsa. Per me, e per il mondo dell’arte, Mauri era un artista del bianco e nero, precisissimo nel metodo e nella forma, che poneva davanti allo spettatore la realtà così com’è e ne rivelava l’assurda crudeltà, quasi l’opera fosse un esperimento condotto dentro a un laboratorio di fisica”.
Oltre alla pubblicazione del catalogo generale, il centenario della nascita dell'artista nel 2026 sarà celebrato con diverse mostre, tra cui una alla Triennale di Milano ("Fabio Mauri. De Oppressione", 3 dicembre 2025 - 15 febbraio 2026, a cura di Ilaria Bernardi), la retrospettiva al MAMbo, Museo d'Arte Moderna di Bologna all'inizio del 2027, e la mostra prevista al MUDAM di Lussemburgo nella tarda primavera del 2027. La pubblicazione del catalogo generale sarà accompagnata da una serie di incontri ed eventi nel corso dei prossimi anni, a partire dall’anteprima alla Triennale di Milano il 10 dicembre 2025 alle ore 18.00 in occasione della mostra di Fabio Mauri che vedrà Christov-Bakargiev in dialogo con la curatrice della mostra Ilaria Bernardi.