Gli autori hanno aperto la serata spiegando motivazioni e
metodologia della loro ricerca, basata in particolare su interviste realizzate
via web a un campione rappresentativo di consumatori. “Le vittorie della Coppa
Davis a Torino e dell’Australian Open – hanno raccontato alla platea i
professori Cesare Amatulli e Matteo De Angelis – sono state sicuramente l’innesco
di un lavoro scientifico che ha inteso sviscerare l’impatto di un campione
sportivo sui consumi ma anche sull’immagine dell’Italia stessa. Ci ha poi
particolarmente sorpreso, nell’indagare il sistema valoriale connesso
all’immagine che gli italiani hanno di Sinner, scoprire che la prima risposta spontanea
degli intervistati è stata l’umiltà”. Già, il campionissimo sul tetto del mondo
col sorriso semplice, con una impressionante etica del lavoro, lontano anni
luce dagli atteggiamenti spesso sfacciati e sopra le righe di tanti altri
personaggi agli onori delle cronache sportive e non. “Sinner è un fenomeno del
tutto differente rispetto ad altri campioni contemporanei: gli intervistati
hanno associato al suo nome come emozioni prevalenti la gioia e soprattutto
l’orgoglio in modo trasversale”.
Ecco uno dei grandi temi legati alla figura del tennista
altoatesino, cioè il suo essere davvero rappresentativo di un Paese come
l’Italia. Tra i suoi detrattori, vengono infatti messi in rilievo alcuni
aspetti: la residenza a Montecarlo (comune peraltro a tantissimi altri
sportivi) oltre al cognome e al bilinguismo dettati dalla provenienza da una
terra di confine come il Sud Tirolo. “La nostra ricerca – hanno chiuso gli
autori – evidenzia come Sinner susciti reazioni fortemente legate alla
determinazione, all’etica lavorativa, all’umiltà nell’essere vittoriosi, anche
all’accettazione e all’insegnamento che può provenire dalla sconfitta. Stiamo
parlando dei valori che contraddistinguono da sempre il nostro essere italiani.
Proprio per questo, Sinner è più italiano di tanti altri presunti tali”. Gioco,
partita, incontro!