Con
“A
Reason Why”,
Alan Farrington firma un concept album intenso e sincero, capace di restituire
uno spaccato autentico del suo attuale percorso umano e artistico. Il progetto,
nato dalla collaborazione con numerosi amici musicisti, rappresenta un viaggio
introspettivo che intreccia sonorità R’n’B e Jazz con una profonda riflessione
sul senso della comunicazione e delle relazioni umane.
Completamente
autoprodotto, l’album racchiude lo spirito di una comunità musicale che si è
messa al servizio delle canzoni, dando vita a un lavoro collettivo e condiviso,
in cui ogni strumento e ogni voce diventano parte di un dialogo più ampio.
L’approccio diretto e la libertà creativa che da sempre contraddistinguono il
cantautore italo-inglese trovano qui la loro piena espressione, in un
equilibrio raffinato tra istinto e consapevolezza.
Attraverso
brani come “Fool
and Blind”
e “Headwind”, Farrington indaga
l’incomunicabilità e la solitudine, ma anche la forza che nasce dalle
avversità, regalando all’ascoltatore un’esperienza sonora che è al tempo stesso
confessione, viaggio e rinascita.
Ne abbiamo parlato con lui in questa intervista per Fattitaliani, dove Alan ci guida dentro il cuore pulsante di “A Reason Why”, raccontando il suo modo di intendere la musica, la vita e la collaborazione artistica.
"A Reason Why" esplora temi profondi di incomunicabilità umana. Qual è stata l'ispirazione principale dietro questo concept album?
La comunicazione, in un rapporto, può arrivare ad uno stallo, al quale si cerca di ovviare, con parole che spesso non vorremmo esprimere o che non riescono a spiegare nostre sensazioni più profonde. Nutrono appunto solo il nostro ego, meglio riflettere considerando che abbiamo 2 orecchie ed una bocca... dovremmo quindi ascoltare il doppio di quanto parliamo.
Puoi
raccontarci il processo creativo di collaborazione con i tuoi amici musicisti
per questo progetto?
Nelle auto produzioni non sopportate da un’etichetta discografica, non resta che collaborare con fidati musicisti provvisti di strutture per registrare "in casa" o in piccoli studi. "A REASON WHY" è frutto di questo metodo, per questo è quindi prodotto da TUTTI i splendidi fratelli musicisti che mi hanno accompagnato in questo processo creativo.
Come
vedi l'evoluzione del tuo stile musicale, particolarmente evidente in questo
album?
Io non mi ritengo un musicista ma un "musicale", quindi la mia lunghissima esperienza live con, per fortuna, grandi musicisti, ha fatto in modo che progredissi, grazie ad infinite informazioni raccolte sulla strada, ed incrementassi la mia condizione di autodidatta... Ma molto ancora c'è da fare.
Qual
è il messaggio principale che speravi di comunicare attraverso le tracce come
"Fool and Blind" e "Headwind"?
"Fool and Blind" è un brano che adoro, perché rispecchia un momento di solitudine, mentre una storia è finita, ed è stato immediato disegnare l'atmosfera musicale, perché è "sentita e vissuta". Provo a leggere nella tua mente, ma sono ceco e folle. "Headwind" parte dal concetto per assurdo che c'è bisogno di vento contrario durante un decollo, da qui la considerazione che nelle avversità nasce l'opportunità di reagire e trovare la soluzione. E quindi un veloce spaccato funky di esperienze di vita che si conclude con un "sarà meglio che ti focalizzi sulla ciambella e non sul buco".
Qual
è il tuo approccio personale alla scrittura delle liriche e alla composizione
musicale?
Strimpello
e resto colpito, sorpreso da un riff musicale. E subito, improvviso una linea
melodica da sovrapporre... probabilmente frutto di improvvisazioni scoperte nel
circuito jazz dove è bello appunto improvvisare. Oppure l'esatto opposto:
pensare una frase lirica ed apporci sopra un riff musicale, essendo autodidatta
necessita di un po' di tempo.


