Presentata la stagione 2025-26 di Teatrosophia: al centro sempre la relazione umana

 


“Non siamo qui per raccontarvi cosa facciamo.

Siamo qui per dirvi perché lo facciamo”.

È in quel “perché” che si racchiude l’anima di Teatrosophia. Potremmo iniziare questa presentazione con numeri, titoli, artisti, eventi. Potremmo dirvi che il pubblico è cresciuto, che la critica ha risposto con entusiasmo, che il nostro aperitivo post spettacolo è diventato un rituale prezioso di incontro e confronto. E tutto questo sarebbe vero. Ma non è questo il cuore di Teatrosophia.

Il cuore è il motivo profondo che ci spinge a fare teatro. Quella tensione ostinata verso l’autenticità, verso un’idea di cultura che non si piega alle mode né alle logiche di mercato. È lo spirito che guida ogni scelta, ogni testo, ogni parola detta sul palco.

Come afferma il direttore artistico Guido Lomoro: “Teatrosophia è la fedeltà a un’idea di fare teatro che non ho mai tradito.”

È questo che ci muove. Un lavoro quotidiano, tenace, spesso silenzioso. Una visione che mette al centro la relazione umana prima di tutto. Una resistenza culturale che si fa atto d’amore, anche quando sembra di essere soli in un paese che troppo spesso dimentica chi prova a costruire valore con mezzi indipendenti.

Eppure, oggi possiamo dire: ce l’abbiamo fatta.

Nella nuova stagione accanto al direttore artistico ci saranno: Andrea Cavazzini, ufficio stampa; Maria Concetta Borgese, consulente artistica; Alessandra Di Tommaso, consulente organizzativa, con particolare cura e coordinamento del format “Aperitivo Teatrosophia”; Marta Viola  e il suo staff di MV Comunicazione, social media manager, sito e  grafica istituzionale; Gloria Mancuso, direttrice tecnica; Gennaro Russo e Sabrina Sacchelli, Assistenti alla direzione artistica, che si occuperanno della gestione di sala, del botteghino e del coordinamento degli aperitivi coadiuvati da Stefania Cancelliere; Manuela Giusto, fotografa; La stagione 2025/2026 si avvarrà anche del prezioso supporto di Radio Danza e Quarta Parete, media partner che accompagneranno il percorso di Teatrosophia contribuendo alla diffusione e promozione delle sue attività.

 

EVENTO DI APERTURA STAGIONE

Un evento molto speciale precederà quest’anno l’inizio della nuova stagione.

In scena il 27 e 28 settembre uno spettacolo musicale che vede come autore e protagonista un artista che Teatrosophia ama molto: Gianni De Feo. CANZONI IN FORMA DI NUVOLE, Cento Storie per Sergio Endrigo e Jacques Brel. Testo di Ennio Speranza. Alla fisarmonica Marcello Fiorini. Allestimento scenografico e costumi Roberto Rinaldi. Produzione: FLORIAN METATEATRO.

Due cantautori a confronto, due sognatori, accomunati dallo stesso gusto per l’avventura. L’irrequieto e apparentemente impetuoso Jacques Brel e il pacato e apparentemente elegiaco Sergio Endrigo, portatori di quella cifra poetica che rende tutti gli artisti unici e riconoscibili. Canzoni note e meno note riproposte per voce e fisarmonica, si intrecciano al ritmo cadenzato di storie leggere, oniriche, fluttuanti come nuvole passeggere. Storie raccontate da un uomo comune in attesa di qualcosa. Un’attesa che è indugio, sospensione ma anche distensione e appagamento.

 

Ed altri eventi ancora “si insinueranno” nella stagione!

Primo fra tutti il concorso PRIMO PALCOSCENICO. Giunto alla sua seconda edizione, con alle spalle il successo della prima, Primo palcoscenico è rivolto ai giovani talenti che si sono diplomati nel 2024 e 2025. Si svolgerà dal 2 al 7 dicembre. La partecipazione è gratuita ed i vincitori avranno diritto all’intero incasso della loro serata e all’inserimento nella stagione 26/27 di Teatrosophia. Questo il link del bando: https://www.teatrosophia.it/index.php/bandi

 

Proseguono le presentazioni di libri, curate con quell’originalità e varietà che contraddistinguono lo stile Teatrosophia. Rimane attiva anche la possibilità di affittare lo spazio per un’ampia gamma di attività: spettacoli teatrali e musicali, prove, corsi e laboratori, esposizioni artistiche, saggi, letture, convegni, casting, riprese televisive e cinematografiche.

E naturalmente, torna anche il nostro inconfondibile aperitivo post-spettacolo: un appuntamento immancabile che trasforma ogni serata in un momento di autentico dialogo tra pubblico e artisti. Perché la magia del teatro non si chiude mai con l’ultimo applauso—continua, viva, nel piacere dell’incontro.

 

E ora venite con noi alla scoperta del Cartellone 2025/2026!

La nuova stagione prende ufficialmente il via con i vincitori della prima edizione del concorso PRIMO PALCOSCENICO. La Compagnia ALTRIOLTRE, che presenta PAGINA BIANCA , in scena dal 2 al 5 ottobre.  Scritto dalla formidabile penna di una giovanissima autrice, Greta Croce, Pagina bianca è diretto da Monica Attianese ed interpretato dalla stessa insieme a Mery Calamita e Gianluca Rossetti.

Osservano il mondo, lo analizzano, lo vivono. Da un piccolo appartamento di periferia. Marco e Beatrice sono impegnati nella stesura di una storia, o meglio, nella creazione del protagonista perfetto. La fervida immaginazione di lui e le brillanti idee di lei, danno vita a una figura fuori dal comune. Frammenti di quotidianità, memorie letterarie e un pizzico di ironia intessono le pagine bianche, in un dialogo tra realtà e finzione. Cosa accadrà quando una tormenta emotiva si scatena nella loro vita, spezzando la linea di confine tra il vero e l’immaginario? Mente, corpo, anima e cuore: forse sono davvero questi gli ingredienti per la ricetta del protagonista perfetto – che sia fantastico o reale.

 

Dal 9 al 12 ottobre torna a grande richiesta dopo il grandissimo successo ottenuto nella scorsa stagione, BIANCO (il volto di Jackson Pollock e Lee Krasner) di Marco Buzzi Maresca. Produzione: Teatrosophia. Due giganti del palco: Serena Borelli e Gianni De Feo, quest’ultimo anche regista dello spettacolo. Le musiche originali di Theo Allegretti. Le coreografie e l’aiuto regia di Maria Concetta Borgese. Le luci, anch’esse protagoniste della scena, di Gloria Mancuso.

L’ America degli anni ’40/’50, delle infinite pianure, degli infiniti oceani, del jazz e della bomba di Hiroshima. Le vicende eroiche dell’avanguardia artistica che migrava dall’Europa al nuovo mondo. Questo è il palcoscenico del tormento di Jackson Pollock, il gigante dell’espressionismo astratto e dell’action painting. Sul bianco delle tele, sul bianco del silenzio, sul bianco di una solitudine infinita, Jackson Pollock e Lee Krasner urlano, danzano, sussurrano la loro simbiosi, il loro amore, il loro disperato lento allontanarsi. Pollock non ce la fa a reggere la tensione dell’arte, del successo, del dover essere. Lee Krasner - compagna e artista non meno importante - pur attratta dal suo fuoco di tenebra, non ce la fa a farlo essere, a non essere. Non è la fotografia della loro vita, ma una cartografia di fantasmi interiori. E’  la danza post mortem del tormento della relazione.

 

Seconda puntata, dopo La Papessa, andato in scena con successo a Teatrosophia 3 anni fa, del Progetto teatrale Free Women Suite di Andrea Balzola e Beatrice Schiaffino, dedicato alle donne libere e ribelli della Storia, che incarnano simbolicamente gli Arcani maggiori femminili dei Tarocchi. Dal 16 al 19 ottobre sarà la volta de L’IMPERATRICE- Intervista impossibile a Virginia Oldoini, Contessa di Castiglione. Protagonista in scena la poliedrica Beatrice Schiaffino che ha curato insieme ad Andrea Balzola, autore del testo, anche la regia. Le voci off sono di Ruben Rigillo, Carmen Di Marzo e Paolo Masera, le musiche di Gerardo De Pasquale.

Chi fu veramente l'enigmatica, affascinante Contessa di Castiglione? Una donna di straordinaria intelligenza e bellezza, ambiziosa e ribelle. Suo cugino il Conte di Cavour e il Re Vittorio Emanuele II decisero di servirsi di lei per conquistare Napoleone III alla causa italiana. E lei riuscì. Ma la sua ambizione andava oltre, aspirava a diventare lei stessa un’Imperatrice. Virginia amava nascondersi dietro un velo di mistero. Era sempre al centro dell'attenzione. Nessuna dama del secolo in Europa fu così ammirata, invidiata e calunniata come lei. Nella sua alcova si celavano molti segreti di Stato, tanto che alla sua morte, i servizi segreti sabaudi bruciarono tutti i documenti che la riguardavano, lasciandosi però sfuggire molte lettere, diari e memoriali. L'Imperatrice è la terza carta degli arcani maggiori femminili dei Tarocchi. L’Imperatrice è la donna che partorisce se stessa e gode appieno del suo potere creativo, della sua bellezza e seduzione, della sua compiutezza e fertilità, della sua capacità e concretezza, della sua luce...

 

Uno spettacolo che è alla sua quarta vita. Che ritorna perché sempre richiesto. Una Produzione Teatrosophia. Scritto e diretto da Guido Lomoro. Coreografie e movimenti scenici di Maria Concetta Borgese. Luci di Gloria Mancuso. Protagonisti in scena: Bruno Petrosino e Tiziano Di Sora Dal 22 al 26 ottobre ritorna NESSUNO DOPO DI TE.

Diego, benestante, ha una vita dopotutto risolta ma affaticata da un inguaribile bisogno di amare e di essere amato. Mirko ha fatto una scelta “ai limiti” sfruttando l’unico talento che pensa di avere. Vive a metà. Nell’assoluta certezza di non meritare un’esistenza migliore. S’incrociano a distanza più volte fino a che arriva il momento dell’incontro. Ne nasce una storia, carica di non detto, vissuta in una gabbia: in comune hanno un alibi che consente ad entrambi di proseguire la loro relazione. Diego, sfidando la comune morale, insegue questo amore, combatte anche per dare una seconda possibilità alla vita di Mirko. Ma quest’ultimo, è frenato dalla paura e dal profondo senso di rassegnazione. Accade però qualcosa, di indotto o forse casuale che lo costringe ad una scelta. Eleggendo la componente performativa come strumento di comunicazione, l'opera si muove su una trama sottile: i dialoghi spesso lasciano spazio al corpo e ai suoi movimenti, le parole del quotidiano vanno a mescolarsi con la poesia.

 

La AST Company, compagnia di riferimento del Centro Sperimentale di Improvvisazione e Teatro – Assetto Teatro è formata da attori e improvvisatori teatrali professionisti che fondano il loro lavoro sulla sinergia tra testo e impro dando vita appunto al loro peculiare Teatro Improvvisato. E dunque eccoli in scena a Teatrosophia dal 6 al 9 novembre con NAKED- Studi nudi di improvvisazione teatrale con Patrizio Cossa e Fabrizio Lo Bello. Regia di Giorgia Giuntoli.

Naked è uno spettacolo sperimentale di improvvisazione teatrale basato sull'esasperazione del lavoro dell'attore: non ci sono costumi, non c'è quarta parete, non c'è scenografia. Non c'è il testo scritto. Tutto è rigorosamente improvvisato. Gli attori ogni sera saranno nudi con la propria capacità di creare personaggi e storie, senza nessuna rete di protezione. In scena non c'è altro se non la vita. L'essenza stessa delle relazioni moderne, ogni sera diversa da quella precedente, ogni volta unica e irripetibile. Il pubblico partecipa così ad una vera e propria epifania: gli attori a nudo con loro stessi non potranno fare altro che immergersi e vivere i loro personaggi senza più confini di immedesimazione; diventano al contempo attori, sceneggiatori, autori, registi. Il risultato è uno spettacolo nuovo e irripetibile ad ogni replica.

 

Un altro appuntamento fisso al quale Teatrosophia non rinuncia perché rappresenta qualcosa di unico. E’ quello col Teatro Multilingue, l’unica compagnia che crea spettacoli recitati in più lingue contemporaneamente e che continua a mietere successi in tutta Europa. La produzione, che ha già debuttato in Francia,  con cui sarà presente nel nuovo cartellone è HO PERSO MARSEILLE, dal 13 al 16 novembre. Autore del testo è Francesco Baj. La regia è di Flavio Marigliani. In scena: Altea Hernandez, Sabrina Sacchelli e Flavio Marigliani.

E’ mattina presto al Vieux Port di Marsiglia il 2 aprile del 1939. María Luisa, rifugiata spagnola appena giunta in Francia, cerca il suo gatto Marseille fra le banchine del porto. All’improvviso, in momenti diversi, le si avvicinano un uomo con dei volantini della Révolution Politique e una donna con intenti più amichevoli. Entrambi, in realtà, hanno una richiesta di aiuto molto importante da farle. Li ascolterà? Li aiuterà? E riuscirà a ritrovare il suo gatto Marseille?
Tre vite al Porto Vecchio di una città che attende, in un vecchio continente dilaniato dalle guerre. Un noir multilingue fra impegno politico, libertà, esilio e sopravvivenza.
L’opera è scritta e recitata in italiano (lingua principale) con francese e spagnolo. Non è necessario conoscere tutte le lingue per seguire la storia e comprenderla.

 

A Teatrosophia hanno inanellato un successo dopo l’altro: Darkmoon, Centolire, Giovanna Dark. Sono gli artisti della Dark Side Lab Theatre Company, collettivo teatrale il cui scopo primario è quello di indagare ciò che contiene una verità profonda e nascosta, con uno sguardo accogliente ma mai elitario verso il pubblico. Ed eccoli nuovamente con un progetto tutto nuovo che sarà in scena dal 19 al 23 novembre e dal 26 al 30 novembre dal titolo AETERNO DORIAN CLUB-una visione da “Il Ritratto di Dorian Gray di OSCAR WILDE. Matteo Fasanella ne ha curato drammaturgia e regia. Cast: Dark Side Lab Theatre Company. Aiuto regia: Virna Zorzan. Produzione: DARK SIDE E.T.S.

Una notte qualsiasi, all’AETERNO Dorian CLUB di Londra. Nell’ala privé del locale, la musica elettronica domina la danza di due ballerine. La loro esibizione solitaria viene interrotta dall’arrivo di un uomo. Le ragazze non appaiono sorprese ma lasciano intendere che quell’arrivo non era prevedibile. Dorian, il misterioso titolare del club, ha scelto di uscire dalle sue stanze. Vive relegato in un’ala del suo club come Sigismondo lo era nella sua torre. Ma la sua è una scelta deliberata. Rarissime sono le volte che decide di provare a lottare con la sua solitudine e concedersi qualche scambio umano. E’ un ragazzo giovane, bellissimo, il suo è il ritratto della perfezione. Eppure è il tormento a dominare il suo volto. Questa notte, sarà la sua notte. La notte dei ricordi, delle rivelazioni dimenticate, delle verità rimosse. La notte degli incontri più inattesi. Dorian Gray è vivo. È in mezzo a noi, condannato all’immortalità.

 

Mauro Toscanelli, tra i protagonisti della scena teatrale romana torna a Teatrosophia con un nuovo progetto del quale è regista e co-interprete. Parliamo di QUATTRO MAMME SCELTE A CASO-Omaggio ad Annibale Ruccello di Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Massimiliano Palmese, Massimiliano Virgilio. In scena insieme a Toscanelli, Fabio Fantozzi, Vincenzo Longobardi e Gabriele Cantando Pascali. La Produzione è di MELANCHOLIA TEATRO.

In scena dall’11 al 14 dicembre.

Una carrellata di quattro madri partenopee le quali, una alla volta, ci conducono nel loro mondo disagiato fatto di cinico pragmatismo, apparente assenza di empatia con le cose e le persone del mondo, che hanno o hanno avuto un rapporto morbosamente lancinante con i loro rispettivi figli. E’ una straziante ossessione quella che pervade ciascuna di esse, rispetto alla dinamica filiale, vissuta però con l’inconsapevole comicità che scaturisce dallo stile ruccelliano. Quattro donne interpretate da quattro attori uomini, proprio per rafforzare la convinzione, come per Ruccello, che l’identità di genere non è altro che uno dei tanti ruoli che un attore o un’attrice sono chiamati ad interpretare nel loro lavoro. Un’esilarante apologia di un mondo ormai al capolinea, non più costretto a credere a nessuna resurrezione e dove la follia liberatoria delle quattro mamme risulta quanto mai tragicamente attuale.

 

La seconda parte della stagione si apre con una giovane compagnia che ha partecipato lo scorso anno al concorso PRIMO PALCOSCENICO. Questo nella ormai consolidata ottica di Teatrosophia di dare spazio alle nuove realtà. La compagnia è STORIE DI PIAZZA che ha tra le sue peculiarità quella di rielaborare testi classici. Dal 15 al 18 gennaio presentano FRAMMENTI. Ideazione, adattamento e regia: Milena Aldini, Davide Ingannamorte, Luca Falleri. E sono sempre loro tre ad essere i protagonisti sulla scena. Le voci fuori campo sono di Dalila Maestrale e Davide Pandolfo.

Un viaggio teatrale che attraversa il pensiero di Luigi Pirandello, esplorandone i temi più profondi e ancora oggi straordinariamente attuali: la maschera sociale, l’identità frammentata, l’alienazione e il conflitto tra apparenza e verità.  Lo spettacolo intreccia monologhi, dialoghi e teatro di figura, utilizzando linguaggi contemporanei per restituire la complessità e la ricchezza dell’universo pirandelliano. Le tre opere selezionate, “Così è (se vi pare)”, “Il treno ha fischiato” e “Uno, nessuno e centomila”  vengono reinterpretate con approcci scenici differenti. Frammenti porta in scena un Pirandello capace di parlare al presente con sguardo lucido e provocatorio. Lo spettacolo alterna registri poetici e comici, offrendo una riflessione intensa sull’illusione della realtà.  Un teatro che indaga il bisogno, e al tempo stesso l’impossibilità, di sapere davvero chi siamo.

 

Io ed Emma, Le intermittenze della morte, DNA. Questi sono i successi ottenuti dalla Margot Theatre Company nelle scorse stagioni di Teatrosophia. La poetica della compagnia amalgama diversi stili di arti performative: teatro di prosa, danza contemporanea, physical theatre e teatro danza. Ed anche il nuovo cartellone li vedrà protagonisti dal 22 al 25 gennaio con AUT AUT. Con la guida registica di Valentina Cognatti, sulla scena vedremo Martina Grandin, Michelangelo Raponi e Alice Staccioli.

Aut-Aut è un lavoro di teatro fisico-poetico nato dalla lettura dell’opera “Aut-Aut” del filosofo danese Søren Kierkegaard, interpretata alla luce delle urgenze dell’attualità. Attraverso il corpo e la parola, lo spettacolo interroga le scelte esistenziali dell’uomo contemporaneo, restituendo un linguaggio scenico intenso, evocativo e profondamente umano. L’espressione Aut-Aut implica che ogni decisione sia una separazione: quando scegliamo una strada, rinunciamo all’altra. Ogni opzione in una scelta di tipo “o-o” rappresenta un mondo diverso, un destino alternativo. Durante il suo percorso, lo spettacolo intende affrontare sia la solitudine della scelta, sia il rapporto con altri, alla luce di alcune tematiche attuali, come il confronto continuo con gli altri, l’ansia sociale e la ricerca di identità personale.

 

Il mese di gennaio si chiude con un artista che in genere Teatrosophia conosce come talentuoso musicista: Adriano D’Amico. In questa stagione lo vedremo invece, oltre che come compositore delle musiche dello spettacolo, anche in veste di autore ed interprete. Dal 29 gennaio al 1 febbraio in scena DON CHISCIOTTE. Co-protagonisti sul palco saranno: Claudio Panzironi e Valentina Mattia diretti da Jolanda D’Amico.

Condizionato dal mondo fantastico che abita la sua mente, il “Cavaliere Errante”Don Chisciotte  si mette in viaggio, armato e risoluto, con l’unico intento di difendere i deboli e riparare i torti. Nella sua follia, trascina con sé il suo servo Sancio Panza a cui promette fama e fortuna a patto che gli faccia da scudiero. Sancio sarà sia la sua controparte razionale, sia la sua visionaria cassa risonante. Don Chisciotte dedica a una dama le sue imprese: sceglie Pasquina, sua serva, da lui trasfigurata in una nobile dama ribattezzata Dulcinea. Malauguratamente le avventure sono scarsissime. Ma la sua visionaria ostinazione lo spinge a leggere la realtà con altri occhi: scambierà i mulini a vento per giganti dalle braccia rotanti e greggi di pecore per eserciti nemici, combattendo questi avversari immaginari e uscendone sempre rovinosamente sconfitto. Ma non è nel tentativo che risiede la più elevata manifestazione del coraggio e della nobiltà d’animo?

 

Alessandra Ferro ci ha abituati a Teatrosophia ad interpretazioni uniche. La vedremo ancora sul palco di Via della Vetrina, anche in veste di regista, con REGINA MADRE di Manlio Santanelli. In scena con lei, Claudio Chopper Camilli. La Produzione è di Associazione FERRO E FUOCO. In scena dal 5 all’8 febbraio.

La vecchia signora “Regina” riceve la visita del figlio Alfredo, giornalista e marito fallito che ha deciso di stabilirsi nella casa materna apparentemente per prendersi cura della madre malata. Ben presto tra i due si instaura uno scambio ininterrotto di accuse, menzogne e amari ricordi del passato. La madre autoritaria e dominante scoprirà che il vero intento senza scrupoli del figlio è realizzare uno scoop giornalistico sul decorso della sua malattia e l’imminente morte. Madre e figlio si inseguono, si cercano e si respingono in un intenso duello emotivo, fin quando, senza vincitore né vinto, con un improvviso colpo di scena interverrà il destino.

 

I Trovatori, siciliani doc, presentano a Teatrosophia uno spettacolo che è parte di un progetto più ampio che si ispira alle giullarate del XII-XIII secolo. Sradicati dagli schemi convenzionali, l’obiettivo è quello di valorizzare l'antica tradizione italiana del racconto cantato: una forma di teatro viva che non rinuncia a far riflettere sulle dinamiche del presente. Dal 12 al 15 febbraio, RICCARDO III-Il potere a pezzi da William Shakespeare. Con Giuseppe Aiosi e Giuseppe Vigneri. Adattamento e regia di Giuseppe Vigneri. Musiche di e a cura di Giuseppe Aiosi. Produzione: I TROVATORI.

Riccardo sogna di conquistare il trono d'Inghilterra, eliminando uno a uno rivali e parenti. Accanto a lui c'è il suo fedele e complice cugino Buckingham. A rendere il dramma vivace e tagliente ci sono le frequenti incursioni di Sepillo, un giullare che con versi caustici e battute mordaci, svela la farsa dietro l’avidità di Riccardo. Le sue apparizioni interrompono il fluire della tragedia, trasformandola in un gioco di parodie, canzoni e scherzi che denunciano, con toni comici e satirici, la corruzione e la crudeltà. Abbandonato da tutti, Riccardo affronta il suo destino. E mentre tutto crolla, le ultime parole di Sepillo riecheggiano come un'amara risata sull'insensatezza dell'ambizione. Ai racconti si aggiungono interventi che riportano i contenuti della storia alla contemporaneità, creando dei parallelismi con il costume e la società del nostro tempo, in chiave satirica.

 

Un incontro magico quello tra Teatrosophia ed Evelina Nazzari che lo scorso maggio ha abitato lo spazio di Via della Vetrina per presentare il suo libro “Memorie a brandelli”. Ed eccola dunque tra i protagonisti della nuova stagione dal 18 al 22 febbraio 2026 con TORNA FRA NOVE MESI che la vede autrice del testo ed interprete insieme a Maddalena Recino. La regia è di Angelo Libri.

Due donne su una scena coperta di fogli stracciati, stropicciati come la loro vita di madri in perdita si affaccendano alla ricerca di un senso che non è più; rovistando nel passato raccontano i moti del loro dolore sforzandosi di ipotizzare un futuro. Cercando tra le carte bianche trovano ricordi, oggetti che sembrano formarsi dal nulla, tutto è carta, fragile, sottile, corruttibile. Non c’è spazio per i sentimentalismi, il dolore arriva graffiante su un letto di rabbia. Lo spettatore è “soggetto guardante” ma fuori da ogni voyeurismo; perché il dolore della perdita di un figlio, che porta con sé tutto il dolore del mondo, può essere solo partecipato e non descritto. Ed è in un lungo momento di silenzio spoglio da ogni possibile rabbia che le donne restituiscono, a chi degli astanti è in grado di sentire, la verità della loro condizione dolorosa.

 

Altro nuovo ingresso nel cartellone 2025/2026 è quello di Alessandro Catalucci e Claudia Rota interpreti di una intensa pièce scritta da Rossana Campo. Dal 26 febbraio al 1 marzo saranno infatti in scena a Teatrosophia con PIU’ FORTE DI ME. Musiche: Luigi Valente. La regia è della stessa Claudia Rota.

Cosa accade se improvvisamente tuo marito annuncia che vuole andarsene a vivere con un'altra donna? Per l'equilibrio già precario della protagonista è una gran botta. Tutto quello che lei tentava di tenere assieme crolla di colpo e il girotondo un po' allegro e un po' sinistro delle sue giornate, il suo balletto personale con l'autodistruzione prende un'accelerata. E beve. Tocca il fondo. Crolla. È proprio vero che ogni cosa che ci accade ha un senso nel quadro della nostra esistenza? Anche un matrimonio vissuto con amore che si sfalda? Anche il tradimento di un coniuge? Anche la conseguente discesa nell'abisso dell'alcolismo e il ricovero che ne deriva? Sì, sembra rispondere la protagonista di questa vicenda, se tutto ciò le permette di ritrovarsi, grazie magari all'aiuto di chi ha vissuto le sue stesse esperienze, e le dà anche modo di scoprire che ciò che credeva "più forte di lei" è in realtà vincibile.

 

Protagonista assoluto della scena teatrale romana, per la terza volta calca il palcoscenico di Teatrosophia in questa stagione. Questa volta con una pièce inedita scritta per lui da Marco Buzzi Maresca. Parliamo naturalmente di Gianni De Feo che vedremo dal 12 al 15 marzo con HANNO UCCISO BAUDELAIRE (Strani fiori). La regia è dello stesso De Feo. Le musiche originali sono di Adriano D’Amico. Produzione: FLORIAN METATEATRO.

Un lungotevere di sogno e degrado, di trasfigurazione e violenza. Reale e immaginario. Un espulso dalla società. Un uomo alla deriva e un poeta si prestano l’anima a vicenda. Si fanno specchio uno dell’altro tra verità e menzogna. Un clochard che è Baudelaire rivissuto in sé come un’àncora di salvezza, si aggira sulle rive del fiume come su quelle di un dantesco aldilà. Un esule, un derelitto. Un relitto sublime malato di malinconia d’assoluto. Un gabbiano senza cielo, un cigno nel deserto. Una rivolta senza senso e senza rinuncia. Così, come in un vortice, eros e morte si rincorrono senza possedersi. Come un cadavere in un’ambulanza, come un pazzo abbandonato in una stanza, come il pubblico che non possiede la verità della scena o di se stesso. Brutalità della realtà e incandescenza del sogno si affrontano in un duello all’ultimo sangue, incarnandosi a tratti negli allucinati versi di Baudelaire.

 

Nella precedente stagione Teatrosophia ha scommesso su di loro. E “Nevischio” è stato un grande successo. Parliamo degli artisti che compongono la Compagnia Australe e che nel cartellone 25/26 presentano un nuovo progetto che sarà in scena per due settimane. Infatti dal 19 al 22 marzo e dal 26 al 29 marzo vedremo OLTRE LO SPECCHIO. La drammaturgia è opera della stessa compagnia Australe e di Matteo Fasanella. Quest’ultimo è artefice anche della regia. Gli interpreti sono: Nunzia Ambrosio, Antonio Buonocunto, Carmelita Luciani, Lorenzo Martinelli.

Quattro colleghi sulla trentina, lavorano insieme in uno studio che cura campagne pubblicitarie per il mondo dell’estetica. Apparentemente complici, convivono in un equilibrio precario fatto di sorrisi di facciata, micro giudizi taciuti e piccole rivalità mai esplose. Tutto cambia quando, con la leggerezza di una distrazione, una delle due donne dice al suo compagno che ha un aspetto “normale”. È lì che si rompe qualcosa. Quel commento diventa la crepa iniziale che porta tutti a guardarsi davvero. Si innesca così una spirale di tensione, fratture emotive, e confessioni inattese, in cui i ruoli sociali, le maschere estetiche e le certezze relazionali si sgretolano una dopo l’altra. Al centro della scena c’è uno specchio che non riflette solo i corpi ma le verità sommerse. Tra dialoghi taglienti, silenzi rivelatori e monologhi interiori, i protagonisti attraversano il confine sottile tra apparenza e verità. Non tutti ne usciranno risolti. Ma tutti, almeno per un momento, avranno smesso di mentire a sé stessi.

 

 

A grandissima richiesta torna nella nuova stagione quello che è stato uno dei maggiori successi della precedente. GIOVANNA DARK, coproduzione Darkside E.T.S. e Teatrosophia che quest’anno vedremo sul palco di Via della Vetrina dal 9 al 12 aprile e dal 16 al 19 aprile. Tratto da: A.Birkin, L.Besson, G.B.Shaw con: Virna Zorzan, Alessio Giusto, Pietro Bovi, Lorenzo Martinelli, Diana Forlani, Matteo Fasanella e con: Guido Lomoro. Adattamento e regia: Matteo Fasanella

Visionaria? Eretica? Medium? Condottiera? Strega? Santa, 478 anni dopo. Giovanna D’arco, la Pulzella d’Orlèans, nel periodo più infuocato della “Guerra dei Cent’anni”, riuscì a farsi accreditare presso la corte francese grazie a un carisma straordinario. Condusse varie offensive contro gli inglesi e ottenne due storiche vittorie ad Orlèans e a Patay, permettendo all’esercito francese di conquistare il territorio fino a Reims e al Delfino di Francia di diventare re Carlo VII. Successivamente patti politici tra potenti e una controversa intercessione della Chiesa Cattolica (allora ancora unita) portarono Giovanna, tra il 1430 e il 1431, ad essere catturata, condannata ed arsa viva. Questa è la storia. Ma chi era davvero Giovanna D’arco? Cosa muoveva la sua passione? Uno dei personaggi più sofisticati e misteriosi della storia dell’umanità, sempre in bilico tra oscuro e divino, 115 anni dopo una beatificazione che sa più di appropriazione di fatti storici che di risposta.

 

Un’attrice straordinaria che rende unica ogni sua interpretazione: Loredana Piedimonte. Sarà lei ad abitare il palcoscenico di Teatrosophia dal 7 al 10 maggio con OPERA PIA. Un testo struggente scritto da Gianfranco Vergoni. La regia è di Nicola Pistoia.

Una donna sola, un uomo solo. Lei insegnante di musica, l’anima menomata da un matrimonio infelice. Lui un disperso, senza radici né memoria, proveniente da un paese lontano. Lei è l’Occidente spaventato e deluso, che si rattrappisce nel suo isolamento, per paura del nuovo, dello sconosciuto. Lui è il Terzo Mondo in fuga, tra fragilità, rancore, dolore. In un intenso, variopinto monologo, il racconto di Pia, la sua scelta, la sua caduta, il sogno di una risurrezione, di un incontro forse ancora possibile, ma solo a patto di non a fermarsi a metà strada. La risposta, qualunque essa sia, si trova oltre ogni ragionevole limite; in fondo all’abisso del desiderio. Una narrazione che rivela l’amore al tempo delle grandi migrazioni. Figure parallele, piccoli plot, incisi, parentesi che nascono come link della storia portante, e che grazie a un’interpretazione precisa e a una regia nitida e mirata, non si confondono con essa.

 

Dopo essere stato uno dei protagonisti di Nessuno dopo di te, Bruno Petrosino torna nel cartellone di Teatrosophia con un monologo inedito che si contraddistingue per la sua unicità. Dal 14 al 17 maggio sarà infatti in scena con IL GIOCO DELLE FORME, scritto e diretto da Stefano Ferrara.

Emidio è un uomo incinto. Il motivo per cui lo sia non è noto. E’ come il miracolo della creazione, ma senza l’annuncio dell’arcangelo. Come dare una spiegazione razionale a qualcosa che capita e basta? Emidio è cinico, rabbioso, insofferente, incapace di accettare il proprio corpo che cambia. Non si potrebbe avere un cambiamento normale? Emidio soffre il concetto atavico di genitorialità. Com'è possibile dare al mondo un'ulteriore bocca da sfamare, quando lui stesso non ci metterebbe piede su questa terra? Emidio non sa accudire e pensa solo ai fatti suoi. Non vuole assumersi la responsabilità di sé stesso, figuriamoci di un altro. Quando si siede non sta mai comodo, cambia sempre posa della schiena, beve l'ultimo goccio della bottiglia. Un'apparente indifferenza, mentre il suo corpo cambia e il peso della responsabilità diventa sempre più ingombrante.

 

Teatrosophia ha aperto la stagione con dei giovani talenti e la chiude con un altro gruppo di artisti che si affacciano con determinazione nel mondo del teatro. Dal 21 al 24 maggio in scena IL DIO DEL NULLA. Scritto da Gennaro Russo, vede in scena quest’ultimo insieme a Silvia Pucci e ad altro attore in via di definizione. La regia è di Francesco De Francesco.

In un mondo in cui la Morte ha smesso di agire, Elia, giovane genio spezzato dal lutto e ossessionato dal controllo, trasforma la propria casa in un laboratorio delirante. Sebastian, un musicista solitario, entra nel suo orbitare senza sapere di essere la cavia, l’eco, o forse il testimone. Tra vino, silenzi e rituali, Elia cerca un senso assoluto: nella sofferenza, nella manipolazione, nella sopravvivenza. Ma se nulla può morire, cosa resta del potere? Un Narratore enigmatico osserva, interviene, suggerisce... Forse la Morte stessa, forse solo il pubblico travestito. Tutto parla, ma nulla spiega. Il mondo fuori implode, ma il vero disastro è dentro. Un’opera disturbante e visionaria sull’ossessione per il senso, la fragilità dell’identità, e il desiderio di diventare Dio. Ma Dio, forse, è solo ciò che resta quando nulla ha più voce. E a volte… nemmeno allora.

 

Teatrosophia

Roma- Via della Vetrina 7

Tel: 06 68801089 / 353 3925682  Mail: info@teatrosophia.com   Sito: www.teatrosophia.it


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