di Giovanni Zambito - Il Faccini Piano Duo, formato dai fratelli italo-inglesi Elia e Betsabea Faccini, è il protagonista dell’ultimo concerto della rassegna I Suoni di Sillene. Stasera, venerdì 29 agosto, alle ore 21.15 al Parco Acqua Santa di Chianciano Terme, il duo porterà in scena Sounds of Cinema, un viaggio attraverso le più celebri colonne sonore della storia del cinema. Da Hans Zimmer a James Horner, da Ennio Morricone a John Williams, le loro quattro mani guideranno il pubblico tra melodie indimenticabili come quelle di Interstellar, Il Gladiatore, Cinema Paradiso, Jurassic Park e Harry Potter. Un concerto che non solo celebra i grandi maestri della musica per film, ma che racconta anche i dieci anni di attività di un ensemble nato dalla complicità fraterna e dalla passione condivisa per l’arte musicale. L'intervista di Fattitaliani.
Il vostro programma a Chianciano Terme è un viaggio attraverso le grandi colonne sonore della storia del cinema. Come avete costruito la scaletta di Sounds of Cinema?
Il programma che proponiamo è pensato come un vero e proprio viaggio attraverso le grandi colonne sonore della storia del cinema. Sounds of Cinema è nato dal desiderio di raccontare storie attraverso il suono, scegliendo brani che tutti conoscono e amano. Oggigiorno le persone hanno bisogno di emozioni, di richiamare immagini e pensieri. La musica ha questo potere e quando è scritta per il cinema, la sua potenza può addirittura amplificarsi. Abbiamo costruito la scaletta cercando un equilibrio tra atmosfere diverse, tra momenti di poesia e pagine dal ritmo travolgente, per accompagnare il pubblico in un percorso emozionante e variegato.
Interpretare Hans Zimmer, James Horner, Ennio Morricone e John Williams significa confrontarsi con autori che hanno fatto la storia della musica per film. Quale di queste musiche vi emoziona di più suonare?
Confrontarsi con tutti questi autori significa entrare in mondi sonori molto diversi tra loro. Non è facile dire quale ci emozioni di più: Morricone ha una poesia unica, Zimmer sprigiona un’energia irresistibile, Williams ci affascina con la sua fantasia orchestrale, Horner con le sue melodie intense. In realtà quello che ci colpisce è proprio la varietà di linguaggi che possiamo esplorare.
La musica da film ha un potere evocativo fortissimo: secondo voi, cosa cambia nell’ascoltarla dal vivo al pianoforte rispetto alla versione orchestrale originale?
Ascoltare queste musiche al pianoforte, rispetto alla versione orchestrale originale, cambia completamente la prospettiva dell’ascolto. L’orchestra crea scenari certamente grandiosi. Il pianoforte ha il potere, forse, di svelare l’essenza del brano, la sua anima più intima. È come avvicinarsi al cuore della composizione. In realtà, sia nel momento della stesura dell’arrangiamento che nel momento dell’esecuzione, noi guardiamo moltissimo all’orchestra e al suono di questa. Nella nostra attività molto spazio è affidato al mondo delle trascrizioni, con un continuo occhio rivolto all’orchestra e ai suoi colori, timbri e impasti. Per noi questo mondo ha un fascino particolare e la capacità di spronare l’inventiva musicale e la fantasia dell’artista come nient’altro. Offre opzioni, idee, storie, un continuo dialogo fra strumenti… e nel nostro caso, fra quattro mani. Possiamo dire che è una vera sfida!
C’è una colonna sonora che avreste voluto inserire ma che avete lasciato fuori per motivi di tempo o di equilibrio del programma?
Naturalmente, ci sono tante colonne sonore che avremmo voluto includere. Abbiamo una vera e propria passione per il mondo delle saghe cinematografiche. Sicuramente ci sarebbe piaciuto includere la musica di Star Wars o de Il Signore degli Anelli, una delle ultime a cui abbiamo lavorato, fresca di quest’estate. Ma purtroppo bisogna scegliere e fare qualche rinuncia.
Siete fratello e sorella: com’è suonare insieme? Quali sono i punti di forza e quali le sfide di questa complicità familiare?
Essere fratello e sorella sul palco è sicuramente una grande ricchezza e, al tempo stesso, una sfida. Siamo cresciuti assieme e di conseguenza ci conosciamo profondamente. Questo è un enorme punto di forza per il nostro ensemble. Suoniamo in duo da dieci anni e ormai bastano piccoli movimenti durante l’esecuzione per capirci al volo. La sfida più difficile è sicuramente riuscire a combinare i nostri caratteri. Siamo due persone con personalità molto diverse, con idee differenti che spesso ci portano a discussioni. E forse anche questa è una fortuna.
Quest’anno festeggiate dieci anni di attività come duo: se doveste raccontare un momento indimenticabile della vostra carriera finora, quale scegliereste?
Il debutto al Teatro Regio di Parma nel 2022 è stato forse il momento più speciale, vuoi per il luogo, vuoi per il contesto. Dobbiamo dire, però, che cerchiamo di vivere ogni concerto e ogni istante della nostra vita musicale con la stessa passione e cura. È una sorta di rispetto che abbiamo verso quest’arte.
Avete collezionato oltre trenta premi in concorsi italiani ed europei: quanto conta per voi la dimensione competitiva e quanto invece la dimensione comunicativa ed emotiva della musica?
I concorsi hanno avuto un ruolo importante nella nostra crescita: ci hanno aiutato a migliorare, a confrontarci con altri musicisti, a farci conoscere. Sicuramente fino a qualche anno fa la dimensione competitiva aveva la sua importanza. Oggi crediamo concretamente nella dimensione comunicativa. La musica vive davvero quando incontra il pubblico, quando riesce a emozionare e a creare un legame tra artista e ascoltatore.
Suonare in un luogo come il Parco Acqua Santa di Chianciano Terme ha sicuramente un fascino particolare. Quanto influisce l’ambiente naturale e storico sull’interpretazione musicale?
L’ambiente e la storia del luogo influiscono tantissimo sull’interpretazione e sull’esecuzione: non sono una semplice cornice, ma diventano parte integrante del concerto. Siamo convinti che il contesto possa amplificare l’emozione e rendere ogni performance unica. In tal senso siamo contentissimi ed emozionati di esibirci in questo bellissimo sito, un luogo davvero suggestivo.
Stasera il pubblico ascolterà melodie che appartengono all’immaginario collettivo: qual è il vostro augurio per chi verrà ad ascoltarvi?Il nostro augurio per il pubblico di domani sera è che possa lasciarsi trasportare da queste melodie, ritrovando ricordi ed emozioni. Spesso a fine concerto incontriamo persone che, entusiaste, ci dicono che le nostre esecuzioni le hanno riportato alla mente episodi di vita e sensazioni. Questo per noi è il successo di un concerto!
Vi piacerebbe in futuro lavorare direttamente con il cinema, magari incidendo o reinterpretando nuove colonne sonore?
Questa è una domanda che non ci è mai stata posta. Sì, assolutamente, sarebbe fantastico collaborare con registi e compositori e portare la nostra visione pianistica dentro nuove colonne sonore. La musica da film, passata e presente, è un mondo enorme nel quale immergersi e siamo certi che lo sarà anche in futuro. Quindi, perché no, lavorare direttamente con il cinema forse farà parte del nostro cammino!