UDINE – Dalla letteratura al cinema, dall’Italia ai Balcani: due realtà del Friuli Venezia Giulia – la casa editrice Bottega Errante Edizioni e la casa di produzione Quasar Film – approdano al 31° Sarajevo Film Festival con un progetto di respiro internazionale.
Il film "Il bianco si lava a novanta" (Wash at Ninety / Belo se pere na devetdeset), diretto dal regista sloveno Marko Naberšnik e tratto dall’omonimo bestseller di Bronja Žakelj, ha vissuto giovedì 21 agosto la sua prima mondiale, accolto da lunghi applausi e standing ovation da parte del pubblico.Un successo che conferma il ruolo del Friuli Venezia Giulia come ponte culturale ed economico tra Italia ed Europa orientale, grazie anche al sostegno della FVG Film Commission – PromoTurismoFVG e al contributo del Fondo per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia, che hanno reso possibile la realizzazione di un progetto europeo di grande valore.
Una doppia anima friulana: editoria e cinema insieme verso l’Europa
Bottega Errante Edizioni, casa editrice udinese specializzata nella narrativa dell’Europa orientale, ha portato in Italia il romanzo “Il bianco si lava a novanta” (traduzione di Michele Obit), diventato un caso letterario in Slovenia e tradotto in diversi Paesi.
Quasar Film, fondata da Giorgio Milocco e Michele Codarin, è invece il primo co-produttore minoritario del film al fianco della slovena Perfo Productions. La società friulana ha seguito le riprese italiane e alcune fasi della post-produzione.
Due esperienze diverse ma complementari che dimostrano come cinema ed editoria, insieme, possano dare voce alle storie più significative dell’Europa orientale e portarle sul grande schermo internazionale.
Una co-produzione europea
Il film nasce come una co-produzione internazionale tra sei Paesi: Slovenia, Italia, Croazia, Serbia, Montenegro e Macedonia del Nord. Un’opera che non appartiene a un solo Paese, ma che rappresenta il risultato di un grande lavoro condiviso, in linea con la storia narrata: un racconto che attraversa i confini della Jugoslavia di ieri per parlare all’umanità di oggi. Il progetto ha inoltre ottenuto il prestigioso sostegno di Eurimages, il fondo europeo per la co-produzione cinematografica.
La storia
Romanzo d’esordio di Bronja Žakelj, Il bianco si lava a novanta è diventato in Slovenia un vero e proprio caso editoriale: cinque edizioni e il Premio Kresnik come miglior romanzo dell’anno.
Il libro – e ora il film – racconta l’adolescenza dell’autrice nella Lubiana degli anni Ottanta: un periodo segnato da una grave malattia e da tragedie familiari, che la costringeranno a trovare dentro di sé la forza per andare avanti.
Sul fondo, una Jugoslavia che si avvia verso la dissoluzione, mentre l’Italia appare come un Eden lontano e irraggiungibile.
Un racconto autobiografico che intreccia dolore, speranza e crescita, dove la vita personale dell’autrice diventa metafora della fine di un Paese intero.
Žakelj ha collaborato direttamente alla sceneggiatura insieme al regista Marko Naberšnik. “Fin dall’inizio io e Bronja abbiamo costruito un rapporto di fiducia: questo mi ha permesso di avere sempre il suo sostegno e grande libertà nelle scelte registiche”, ha dichiarato Marko Naberšnik, sottolineando il legame speciale che ha reso possibile la trasposizione cinematografica del romanzo.