Intervista di Marialuisa Roscino
La cefalea è al 19° posto tra le
cause di disabilità. Tra ridotta produttività e giorni persi di lavoro, la
cefalea può avere un notevole impatto sulla vita familiare, sociale e
lavorativa. Spesso non ci consente di partecipare a feste con amici e parenti e
momenti di relax. Qual è la relazione
che lega una patologia così complessa al mondo della riabilitazione? In che modo, un fisioterapista specializzato può
aiutare le persone che soffrono di cefalea? Lo abbiamo chiesto al Dott. Giulio
Pancani, fisioterapista laureato presso l’Università Sapienza di Roma,
specializzato in riabilitazione nelle cefalee, co-fondatore e responsabile dello
Studio Fisioterapico Cipro.
Dott. Pancani qual è il ruolo
della fisioterapia nella gestione delle cefalee?
La cefalea è una patologia
neurologica che va approcciata a 360°, in un ambito multidisciplinare. Il
percorso di cura parte dalla diagnosi del medico neurologo. Tuttavia, evidenze
scientifiche degli ultimi anni hanno messo in luce la necessità di effettuare
anche una valutazione muscolo-scheletrica del rachide cervicale con un
fisioterapista specializzato nel trattamento delle cefalee.
Il rachide cervicale può
essere la causa principale o un fattore aggravante la cefalea?
Certamente, le disfunzioni del
rachide cervicale sono la causa scatenante della cefalea cervicogenica e da
colpo di frusta (tipi di cefalea
secondaria), ma è stato appurato da numerosi studi che anche le cefalee primarie (emicrania, cefalea
tensiva e a grappolo), sono caratterizzate da disfunzioni articolari e/o
muscolari in questo distretto anatomico, che possono scatenare o aggravare la
cefalea. È fondamentale precisare che queste disfunzioni possono essere
rilevate con alcuni semplici test da effettuare in sede di valutazione: in
altre parole, prima di iniziare il percorso fisioterapico, il paziente saprà se
le disfunzioni cervicali influenzano il suo mal di testa.
Esistono quindi dei test
specifici per capire se la fisioterapia può aiutare il paziente che soffre di
cefalea?
Assolutamente sì: attraverso
particolari tecniche di terapia manuale si cerca di riprodurre ed attenuare i
sintomi della cefalea del paziente. Se si riesce ad evocare e a modulare i
sintomi significa che la componente cervicale ha senz’altro un’influenza sul
mal di testa di quel paziente. Inoltre, vengono effettuati test per valutare la
mobilità del rachide cervicale e vengono somministrati test muscolari, sia per evidenziare
eventuali ipotonie (debolezze) muscolari, sia per valutare l’eventuale presenza
di Trigger Point miofasciali (aree ipersensibili di un muscolo che spesso sono
fattori irratativi per la cefalea).
Quali sono i capisaldi del
trattamento fisioterapico nelle cefalee?
Il primo passo è senz’altro
un’accurata valutazione iniziale per capire se il paziente potrà trarre
beneficio da un percorso fisioterapico. Appurato ciò, la riabilitazione si basa
su alcuni obiettivi fondamentali, tra cui:
- “riprodurre e spegnere” i sintomi della cefalea
analogamente a quanto viene fatto in sede di valutazione, per lavorare
direttamente sui meccanismi del dolore;
- mobilizzare il rachide cervicale (quasi sempre caratterizzato
da deficit di mobilità);
- rinforzare con esercizi specifici la muscolatura
profonda del rachide cervicale (spesso deboli e disfunzionanti in pazienti
cefalalgici);
- eliminare o ridurre i fattori “stressor, in
particolare i trigger point, che concorrono all’insorgenza dei sintomi;
- l’educazione sanitaria: fare comprendere al
paziente, quanto una corretta alimentazione e uno stile di vita attivo
possano aiutare il percorso terapeutico, coinvolgendo anche specialisti
del settore.
I pazienti dovranno attendere
molto per osservare dei miglioramenti?
Spesso nell’arco di 4/6 sedute si
iniziano a notare la riduzione della frequenza e/o dell’intensità dei sintomi,
accompagnata anche da una ridotta necessità dell’utilizzo di farmaci. Le
cefalee secondarie (cervicogenica, da colpo di frusta ecc…) tendono a
rispondere in maniera più rapida al trattamento e si può arrivare anche alla
completa risoluzione dei sintomi. Anche chi soffre di cefalea primaria
(emicrania e cefalea tensiva), potrà trarre benefici importanti dal trattamento
fisioterapico, arrivando spesso a diminuire di almeno il 60% l’intensità, la
frequenza e la durata del mal di testa, oltre che ad una riduzione della
disabilità e dell’uso di farmaci. È
fondamentale precisare che la buona riuscita del percorso terapeutico è
strettamente correlato all’adesione del paziente al piano riabilitativo: è
fondamentale che il paziente dedichi poco più di 5 minuti al giorno alla
compilazione del diario della cefalea
e allo svolgimento degli esercizi personalizzati che saranno assegnati dal
fisioterapista. Un minimo sforzo, ma indispensabile, per vincere un nemico che
spesso ci costringe a rinunciare a momenti di relax e di svago.