C’è una solitudine che pesa più del silenzio: è quella che si prova in mezzo alla gente, quando le parole si svuotano di senso e gli sguardi scivolano via. “Inkiostro”, il nuovo singolo dei Rust of Memory, è una ballata alternative rock delicata e sognante, capace di restituire con grazia quel senso di smarrimento che, a volte, ci prende all’improvviso.
Il brano racconta di quei giorni in cui tutto sembra fuori posto e si torna a casa portando addosso il peso della propria pelle, consapevoli che, anche nell’ombra, c’è ancora uno spazio segreto dove proteggere i sogni. Dove, nel buio, restiamo vigili e vivi.
“Inkiostro” è anche una riflessione sul tempo, immaginato come una clessidra i cui granelli non sono sabbia, ma ruggine: quella prodotta dagli ingranaggi del tempo che scorre. Una polvere che custodisce ricordi, che è memoria stessa. E senza memoria, radice del tempo, non può esserci prospettiva. Ed è in quella prospettiva, che per i Rust of Memory si nasconde il senso stesso dell’esistere.
La storia della band nasce da un incontro casuale: Mirko e Giulio si conoscono a una cena, si scoprono affini e iniziano a suonare. L’idea di un duo acustico si trasforma in qualcosa di più ampio con l’arrivo di Gabriele, amico di Giulio e legato — come lui — a una persona speciale che oggi non c’è più. Il cerchio si chiude con Gianmarco, entrato nel progetto con i suoi tempi, ma diventato da subito una parte fondamentale del suono e dell’identità del gruppo.
Il progetto Rust of Memory nasce con un obiettivo chiaro: condurre un viaggio emotivo fatto di musica e parole, in cui ogni emozione ha un posto legittimo. Le fragilità, la tristezza, la solitudine non sono limiti, ma il primo passo per accedere a passioni più forti — come la rabbia, il desiderio, la rinascita — e forse, trovarvi una catarsi.
“Vorremmo portarvi sulle montagne dell’anima, guadagnare la vetta e guardare verso il mare.”