Francesco Mircoli – “Banana”: rock’n’roll visionario tra ironia e ribellione. L'intervista di fattitaliani

C'è chi balla per dimenticare e chi, come Francesco Mircoli, balla per prendere a schiaffi la realtà. “Banana” è una botta di vita mascherata da pezzo rock'n'roll con vene dance rock e cuore punk, in cui l’ironia diventa lama tagliente e il nonsense è solo apparente. Tra satira e allucinazione digitale, Mircoli gioca con l’assurdo per smascherare la demenza umana più che quella artificiale, e lo fa con una scrittura teatrale, quasi cinematografica, che si muove tra Buscaglione, Bennato e i deliri lucidi degli Skiantos. Il risultato è una specie di danza esorcistica: un modo per trasformare i mostri interiori in fantasmi innocui, col lenzuolo bianco e tutto il resto. Un pezzo che non chiede di essere capito, ma sentito — magari mentre ci si scompone sul divano, ridendo amaramente.

 

Il testo di “Banana” è un susseguirsi di immagini stralunate. Come lavori alla scrittura?

Ciao a tutti e grazie per l’intervista. Alla scrittura lavoro partendo da frasi o versi liberi che mi appunto quasi quotidianamente

 che poi salvo o al cellulare o dentro un quaderno. Quando poi riesco a farli entrare in un giro di accordi che reputo interessante a quel punto decido

se andare avanti e concludere il pezzo. A volte parti ma non sai come vai a finire. È un lavoro di fine sartoria…Il tutto deve avere un significato

di fondo però. Tutto deve girare e chiudersi bene.

Quanto conta per te il nonsense nella musica?

Sembra non sense ma non lo è, ha molto “sense”, il “sense of humor”! Questa modalità di raccontare piena di antifrasi e con spunti coloriti e

cinematografici permette di aprire molte riflessioni su questa velocissima realtà che stiamo vivendo fatta di tecnologia e tanta frustrazione nelle persone.

Sembra sempre che uno si stia perdendo qualcosa d’importante.

Il protagonista del videoclip viene rinchiuso in un centro di igiene mentale. Una provocazione?

No, è una metafora di come spesso chi ruba qualcosa di poco importante viene messo alla gogna come pericoloso magari per

riempire le cronache locali e nazionali e per contro, chi fa delle vere e proprie ruberie è osannato.

De Gregori diceva - c’è chi ruba nei supermercati e chi li ha costruiti rubando-.

C’è un messaggio che speri arrivi anche tra le risate?

È un periodo che leggo cose assurde allora tra me e me ho pensato- ma qui siamo alla frutta.  Ho pensato al concetto di Banana e al mondo virtuale

dove molta finzione può diventare una nuova verità. A me sembra di vivere a volte in una grande pattumiera che viaggia alla velocità della luce.  Il problema

semmai è che stiamo buttando nella discarica noi esseri umani e questo è preoccupante.

Chiaramente non volevo essere così pesante nel lavoro musicale e così ho cercato un racconto bizzarro e sarcastico che potesse seminare questioni molto attuali.

Se “Banana” fosse un meme, che immagine avrebbe?

L’immagine finale del ballerino brasileiro vestito da banana che viene condotto di forza dentro l’ambulanza è molto interessante e potrebbe essere un meme. E comunque

ti invito a visionare anche la copertina del singolo che a me piace moltissimo, è molto divertente. È un montaggio tra il corpo di un pupazzetto di un westler anni ’80 - Roddy Piper-

con la mia faccia in versione Kurt Russel su Fuga da New York e tra le mani un preservativo che funge da sacchetto.

Un plauso importante anche a Giovanni Martone il grafico che ha curato la grafica!


Fattitaliani

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