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Questa prima e più corposa sezione del volume, aperta proprio dal testo di Chiodi, è dedicata alle fotografie delle rocce che rimandano a un ghiacciaio ormai invisibile, talvolta giustapposto con interventi artistici. La seconda parte, introdotta dalla riflessione critica di Riccardo Venturi, lascia spazio ai dettagli dei licheni, nuove forme di vita che emergono dalla contrazione del ghiaccio, proponendo un messaggio più positivo di possibile rinascita. Venturi specifica: «dietro di loro i ghiacciai lasciano cumuli di detriti causati da valanghe o crolli di seracchi: immagini petrose che si contrappongono a quelle candide del manto di neve. Ma lasciano emergere anche la vegetazione, tra cui dei licheni, degli incospicui e negletti licheni. […] Eppure questi licheni montani non sono uno scarto, quel poco e niente che resta quando il ghiacciaio si ritira, ma una forma di vita coriacea dai poteri insospettati».
Così, nelle parole di Chiodi, «il lavoro di Cerio si spinge oltre la ricerca degli effetti del cambiamento climatico, perché interroga la condizione stessa della visibilità e della permanenza nell’epoca che vede consumarsi ogni residua illusione di stabilità. I ghiacciai hanno registrato per millenni le dinamiche atmosferiche, il depositarsi delle polveri, le variazioni minime del clima. La loro progressiva sparizione diviene in definitiva la prefigurazione di ogni oblio, di ogni sparizione. La sua tragedia è la tragedia di tutti. La fotografia diventa così un’azione minima ma necessaria: un tentativo di salvataggio del senso nel momento stesso in cui assiste alla sua dissoluzione».
Brenva è pubblicato in contemporanea con l’apertura, il 28 giugno a Palazzo Collicola, Spoleto, della mostra di Stefano Cerio, Corpi d’aria, a cura di Stefano Chiodi. Il progetto è realizzato nell’ambito dell’avviso pubblico "Strategia Fotografia 2024" della DGCC- Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, che ha visto Palazzo Collicola tra i soggetti selezionati.
Stefano Cerio vive e lavora tra Roma, dove è nato nel 1962, e Parigi. Dal 2001 si dedica alla fotografia di ricerca e video. Nel 2024, esporrà al MAXXI nell’ambito del progetto di allestimento di opere della collezione del museo, pensato dall’artista Alex Da Corte. Nel 2021 ha realizzato un’opera per la nuova sede del museo MAXXI de L’Aquila, a cui nel 2022 è seguita la pubblicazione di un libro per Hatje Cantz, intitolato Aquila. Nel 2019, l’Istituto italiano di cultura di Parigi ha presentato Constructions instables; nel 2018, il Museo Pignatelli di Napoli gli ha dedicato una importante retrospettiva. Nel 2017, Hatje Cantz ha pubblicato il libro Night Games, da cui è nata una mostra personale da Camera a Torino. Nel 2015, la serie Chinese Fun, esposta nel 2013 da Noire Contemporary Art a Torino, è diventata un libro per l’editore Hatje Cantz e ha dato vita a una mostra alla Fondazione VOLUME! a Roma. Nel 2014, ha esposto Cruise Ship al Mois de la Photo a Parigi. Nel 2012, ha presentato la serie Night Ski allo Studio Trisorio di Napoli e nel 2011, Winter Aquapark alla Fondazione Forma di Milano, accompagnata da una pubblicazione edita da Contrasto; nello stesso anno ha mostrato il video Summer Aquapark al MAXXI di Roma. Nel 2010, ha realizzato due mostre alla Galerie Italienne di Parigi ed ha esposto al Museo Madre di Napoli nella collettiva O’Vero. Nel 2005, la Città della Scienza di Napoli gli ha dedicato la personale Codice Multiplo.
DATI TECNICI
Confezione: cartonato con rilegatura svizzera Copertina: con stampa embossing + hotfoil (stampa a secco + stampa a caldo) Formato: 24x30cm Pagine: 72 (56 su carta patinata + 16 su carta usomano) Stampa: 4 colori (+ pantone) Lingua: Italiano e inglese Traduzione: Theresa Davis Prezzo: 38 euro Uscita: 25 giugno 2025 Editore: Quodlibet
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