Si conclude oggi, domenica 15 giugno, la Biennale Teatro 2025 diretta da Willem Dafoe, una Biennale che ha catalizzato l’attenzione di molti, giovani e meno giovani, media nazionali e internazionali, lanciando interrogativi sull’eredità di una stagione fondamentale del passato e su come connettere questo passato al presente.
In due settimane si sono registrate 13.300 presenze, con le sale sempre affollatissime. Il forte riscontro della stampa ha visto presenti, oltre a tutte le testate nazionali, molti media internazionali: The New York Times, The Guardian, BBC Radio, Frankfurter Allgemeine Zeitung, Deutschlandfunk, Theater der Zeit, El Pais, El Mundo, Aftonbladet, Artforum, Bomb Magazine, The Theatre Times, The Drama Review, RSI, fra gli altri.
Il pomeriggio e la sera della giornata conclusiva, domenica 15 giugno, vedrà di nuovo intrecciarsi i diversi filoni che compongono il festival. Dall’erede della lezione grotowskiana, Thomas Richards, in scena con The Inanna Project insieme alla sua compagnia multiculturale (Teatro alle Tese, ore 17.00), ai maestri di oggi, come Romeo Castellucci, che con la sua performance site specific I mangiatori di patate, cadenzata due volte al giorno lungo tutto l’arco del festival, ha offerto la sua visione potente coinvolgendo gli spettatori in un viaggio quasi rituale all’Isola del Lazzaretto Vecchio. Fino alle nuove generazioni, con l’artista pluridisciplinare afro-belga Princess Isatu Bangura e i suoi monologhi dirompenti, in scena per l’ultima volta con Great Apes of the West Coast (Tese dei Soppalchi, ore 20.30). Il festival si conclude con la performance della cantautrice, strumentista e compositrice già di culto Daniela Pes, in scena con Spira (Teatro alle Tese, ore 22.30), la folgorante opera prima che tanti premi le ha guadagnato, come la Targa Tenco per la "Migliore Opera Prima".
Ed è ancora nel segno delle generazioni più giovani l’ultimo atto del festival, che vede premiato per Biennale College Regia under 30 il regista Alberto Colombo con Imago vocis.
Biografia dell’avanguardia è poi il titolo del documentario che Rai 5 ha realizzato sui protagonisti della ricerca che hanno riscritto la grammatica del teatro del secondo Novecento e che la Biennale Teatro 2025 ha messo sotto la lente interrogandosi sul rapporto con il presente. Allo stesso modo il documentario riflette sul senso di quella rivoluzione e su quali frutti ha dato nel corso dei decenni successivi.