ORBITLANE, "SERVE A LIE". Accettare le proprie debolezze

 


Quanto può fare freddo su un lago ghiacciato sospeso tra l’abisso e il cielo?

Quanto può fare freddo quando sfidiamo Dio a una partita di dadi?

E quanto gelo può celare una cattedrale nascosta sotto il ghiaccio, simbolo di decadenza e ambizione corrotta?

È in questi scenari che precipitano coloro che, accecati dall’arroganza, si ritrovano con gli occhi marci d’invidia e le mani sporche di sangue.

È il gelo dell’anima di quelli che hanno trasformato l’ambizione in supponenza, convinti che mentire sia giustificabile, finché un incendio – reale o simbolico – non li riconduce alla realtà.

E bruciano. Nelle fiamme, nel dolore.

Perché anche il paradiso richiede il sacrificio della morte.

Il nuovo singolo degli Orbitlane, “Serve a Lie”, è un viaggio catartico tra gelo e fuoco: un brano metalcore dalle sonorità moderne, con passaggi elettronici e atmosfere alla Bring Me The Horizon. Una riflessione musicale sulla fragilità umana e sul potere redentore dell’umiltà: solo chi accetta i propri limiti può risalire dall’abisso e aspirare a qualcosa di più grande.

"I won’t serve a lie": non sarò al servizio di una bugia.

Il brano arriva in concomitanza con un importante traguardo per la band: il 9 giugno, gli Orbitlane apriranno il concerto dei SiM a Milano.


Metalcore da Venezia, ma con lo sguardo puntato oltre i confini di genere.

Gli Orbitlane fondono potenza sonora ed emotività profonda, ispirandosi a band come Architects, Bad Omens e Bring Me The Horizon, ma con una visione personale e un messaggio chiaro:

raccogli ciò che semini, orbiti intorno a ciò che scegli.

Con testi intensi e una scrittura capace di parlare anche a chi non è un fan del metalcore, la band si sta ritagliando uno spazio importante nella scena alternativa. “Serve a Lie” è il terzo singolo e l’anticipazione di un primo album che promette di lasciare il segno.


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