La trilogia, della Trilogia del Cuore d’Oro, nasce in un momento particolare per l’evoluzione dell’arte di questo regista. Inizia nel 1996 con il celebre Le onde del destino che gli spalancano le porte e i cuori di Cannes, continua due anni più tardi con il tanto discusso Idioti, e si conclude sulle note di Dancer in the dark nel 2000.
Queste opere cinematografiche sono profondamente segnate da un voto di castità che Lars Von Trier, insieme ad altri registi, firmò nel 1995: Dogma 95.
Questo progetto artistico promuove l’idea di girare film in modo estremamente minimalista con la finalità di permettere la manifestazione della verità nei piccoli angoli della realtà quotidiana, della nostra realtà: quella che incontriamo nella strada per tornare a casa, in uno sguardo fugace con uno sconosciuto, in un ricambiato sorriso. Lars Von Trier ci vuole mostrare la realtà così come i nostri occhi abitualmente la vedono, c’è quindi un’assoluta assenza di luci o filtri, di colonna sonora o scenografia, il tutto rigorosamente ripreso con una camera a mano.
Questo perché per Dogma 95 il cinema non è illusione, e non vuole che lo spettatore si possa perdere nel fascino della grande tecnologia. In questo modo emerge l’autenticità dai veri personaggi e dalle ambientazioni, che anche nel loro semplice essere reale hanno tutto un mondo pronto da mostrare.