Il rombo di un trattore che diventa linea di basso, “stappi” di bottiglie usati come percussioni, cisterne di vino che mutano in tamburi taglienti, il suono euforico delle bollicine che si liberano nel bicchiere e quello ovattato dei grappoli d’uva che cadono al suolo.
Un’opera sonora senza precedenti, fluida e giocosa, ma anche metallica e scura, capace di ridisegnare ciò che pensavamo di conoscere già.È Through the Grapevine, in Franciacorta (Earthphonia III), il nuovo EP di Max Casacci dedicato al suono del vino e della sua lavorazione, che esce il 2 aprile per 42 Records / 35 mm.
Un nuovo progetto con cui il musicista e produttore, cofondatore dei Subsonica, continua a esplorare e sperimentare nel mondo dei rumori e degli ambienti sonori, sempre alla ricerca di nuovi spunti, ritmi, suggestioni, tra registrazioni e manipolazioni delle infinite fonti sonore che ci circondano, arrivando a misurarsi anche con quelle più inaspettate, senza l’ausilio di strumenti musicali.
Dopo suoni ed ecosistemi della natura in Earthphonia e rumori dello spazio urbano di Urban Groovescapes (Earthphonia II), è tempo di una nuova sfida, un nuovo viaggio di immaginazione nel quale l’ispirazione arriva sempre dal contesto e coinvolge tutti i sensi, trasformando in musica un simbolo di contemporaneità, leggerezza, condivisione per un EP realizzato utilizzando esclusivamente i suoni del vino e dei suoi ambienti e processi di lavorazione, in totale assenza di strumenti musicali.
La raccolta nasce da una sonorizzazione realizzata, durante il Festival della Franciacorta, nelle Cantine Bersi Serlini. Un evento che ha visto visitatori, paesaggi, profumi, avvolti da suoni, tempi, melodie realizzati solo con elementi presenti e visibili nei vari ambienti, attraverso stimoli sonori in grado di attivare un’intima connessione con lo scenario circostante.
Una ricerca che va oltre i confini della musica “tradizionale”, quella di Max Casacci, cominciata con Watermemories (2019), opera nata dai suoni dell’acqua di Biella, in collaborazione con Michelangelo Pistoletto, passando per i tre movimenti di Earthphonia, fino all’esperienza che vedrà coinvolto il musicista dall’8 al 13 aprile a Milano, dopo una settimana dall’uscita dell’ultimo EP: Paolo Sorrentino ha infatti affidato a Max Casacci la creazione del tessuto sonoro – realizzato sempre in assenza di “veri” strumenti musicali - de La dolce attesa, il progetto-installazione del regista Premio Oscar per il Salone del Mobile.Milano 2025, affiancato dalla visione scenografica di Margherita Palli.
L’EP Through the Grapevine, in Franciacorta (Earthphonia III) si apre con un tappeto di cicalii di fine estate che ci conduce in Cantine: il primo brano, che descrive la magia delle lente e delicate trasformazioni del vino nell’oscurità, è strutturato sui suoni delle botti, delle bottiglie, dei calici, sul movimento rotatorio del remuage, sulla croccantezza delle bollicine amplificate con microfoni ultrasensibili, e sostenuta da una ritmica di “stappi” utilizzati come percussioni. La focus track Trattore (Vendemmia cassa dritta) nasce, invece, in un secondo momento a metà tra una celebrazione futurista della vendemmia e un baccanale dionisiaco contemporaneo. Il rumore dei grappoli che cadono - come specificato dalla voce che descrive i vari elementi durante il brano - si trasforma in una cassa in quattro che invita alla festa. Il suono del mosto nella pressa offre note e accordi; il rombo di un trattore regala le due linee di basso. Ma è un casuale accordo liquido, già naturalmente presente nelle registrazioni, a offrire la materia prima per lo special all’interno del quale l’ascoltatore si ritrova idealmente e gioiosamente a “naufragare” nel mosto. Dove è facile, e bellissimo, perdersi. Cisterne è stato invece composto con elementi più “industriali” negli ambienti dei grandi contenitori e dell’etichettatura: alcune cisterne, con la loro imponente metallica eleganza, come una fila di percussioni marziali e ordinate, sono state percosse e fatte risuonare come tamburi metallici. La meccanicità delle macchine per le etichette, i contenitori in plastica percossi, il suono dello stesso ambiente sgocciolante diventano gli strumenti di una partitura liquida e gioiosa, come il vino, contrappuntata dalle note dei calici.
Quando ho accettato l’intrigante invito a trasformare una cantina di vino Franciacorta in musica, non avevo bene in mente cosa avrei dovuto e potuto fare. Ma dopo un breve confronto con Chiara Bersi Serlini, che in passato ha lavorato nel mondo dell’arte contemporanea a Londra collaborando con artisti del calibro di Bill Viola, Francesco Vezzoli, Chris Cunningham e Aphex Twin, è stato immediato comprendere – racconta Max Casacci - che entrambi avevamo a cuore la ricerca di qualcosa che fosse puramente bello e inesplorato.
Dai vigneti, alle cantine, alle cisterne, al luccichio del tramonto tra i filari, tutto il mondo e l’immaginario legato al vino sembra rivelarsi, così, in una veste nuova dove il gusto, l’olfatto e la vista cedono il passo all’udito: un lavoro che, però, non è esercizio di stile o sperimentazione concettuale, ma racconta in modo diretto e inedito luoghi, pratiche, metodi, ritualità in un intreccio di suoni dove il pensiero si perde, l’abbandono del corpo si fa inevitabile e l’armonia con lo spazio diventa protagonista.
Tracklist EP
1. Cantine
2. Trattore (Vendemmia cassa dritta)
3. Cisterne
Crediti
Scritto, prodotto, mixato da Max Casacci in Andromeda Studio, Torino
Masterizzato da Luca Cordero (coffee music) in Andromeda Studio, Torino.
La copertina, che ritrae un particolare dell’orto vitae tenuta Bersi Serlini, un tempo sede di un Monastero, è opera di Marino Capitanio – che ha lavorato anche ai primi due capitoli di Earthphonia - su fotografia di Andrea Tavelli.
Un ringraziamento speciale a Chiara e alla Cantina Bersi Serlini.
Biografia
Max Casacci è musicalmente attivo, dall’età di 19 anni, nel mondo underground del post-punk e della new wave militando in due delle formazioni più in vista della Torino di metà Anni 80, Deafear e Carmody. Parallelamente, in una sala doppiaggi cinematografica del padre, assembla un piccolo studio di registrazione dove svolge attività di compositore per danza contemporanea, cinema, teatro sperimentale. Lo studio, che in seguito prende il nome di Casasonica, diventa punto di riferimento per la musica indipendente, torinese e non solo, degli Anni 90. Entra poi a fare parte degli Africa Unite come chitarrista, coautore e coproduttore, suonando in tutto il mondo, Giamaica inclusa. Dopo la fine della collaborazione con gli Africa Unite, nascono i Subsonica di cui è chitarrista, coautore di musica e testi e produttore. Negli Anni 2000 i Subsonica diventano una delle band più influenti del panorama italiano. Max Casacci parallelamente lavora come produttore e/o compositore per artisti come Mina, Eugenio Finardi, Antonella Ruggiero. Accetta poi l’incarico della direzione dell’indimenticabile Traffic Torino Free Festival. Nel 2011, nell’ambito della Biennale d’Arte di Venezia firma, insieme al musicista Daniele Mana (Vaghe Stelle), un’opera sonora con i suoni del vetro, Glasstress, da cui nasce un album omonimo. Nel 2012 entra a fare parte del collettivo di musica e divulgazione scientifica Deproducer con
Max Casacci
Instagram - Facebook - YouTube
42 Records
www.42records.it – info@
Foto di Andrea Tavelli