Four Flies getta un fascio di luce sulla discografica dell'enigmatica Paloma Records, etichetta fai-da-te fondata nel 1983 dal M° Paolo Zavallone, compositore, arrangiatore, direttore d’orchestra e cantante bolognese con una lunga esperienza tra discografia pop e studi televisivi della RAI, allo scopo di tentare in prima persona l'impresa editoriale nel mercato delle sonorizzazioni. Fouri oggi, venerdì 28 febbraio, in LP e digitale. |
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I 12 brani della compilation, composti da Zavallone, sono prodotti e arrangiati insieme all'amico Mauro Malavasi. Il corpus della Paloma consta di soli 5 album, pubblicati - rigorosamente fuori commercio - nell'arco di un biennio. Avevano il classico aspetto degli LP di library music, caratterizzati da un design essenziale e spartano, funzionale a nasconderne i veri responsabili dietro un gioco di specchi tra pseudonimi, studio band inesistenti e prestanomi. Dietro tanto mistero, però, si cela un piccolo catalogo dalle potenzialità eccezionali, che all'ascolto contemporaneo si rivela quanto di più iconico possa esserci per raccontare un certo periodo della musica italiana dei primi anni '80, non solo in ambito library. Da un lato, la leggerezza spensierata tipica di certa commedia brillante di stampo giovanilistico che imperversava in Italia in quegli anni (Zavallone aveva anche tenuto a battesimo l'esordio cinematografico del giovane Ezio Greggio). Dall’altro, un certo tipo di action music che si dispiega attraverso un boogie-funk aerobico-sportivo, perfetto per scene di ballo. E ancora, tanta disco rallentata, a flirtare con la fusion (“Bengala”), senza contare l’immancabile funk da inseguimento tipico di molti film italiani del periodo, che usano certe sonorità più ritmiche e percussive per dare velocità e parvenza poliziesca al prodotto (“Police”, “Questura”, “Africa Dance”). E ovviamente l’elettronica, con brani affidati unicamente alle sovrapposizioni dei synth, e che sembrano concepiti appositamente per sonorizzare inchieste TV, dibattiti politici e servizi di attualità dal sapore kraut (“Teulada”, “Cronaca Nera”, “Telespazio”). Stupisce, in particolare, la modernità di brani come “Green” o “Atmosfere", cellule di groove ancora vergini, che sembrano pensate appositamente per essere campionate dai producer più smaliziati, e capaci di anticipare certe sonorità che verranno sviluppate in seguito da generi come la house o l’acid-jazz. A distanza di anni, la library music di Zavallone può essere letta anche come un’omaggio a una certa scena musicale bolognese, fatta di piccoli studi di provincia e soprattutto di giovani e talentuosi turnisti (Rudy Trevisi al sax e alle percussioni, Davide Romani al basso, Lele Melotti alla batteria e Paolo Gianolio alla chitarra, che insieme allo stesso Malavasi, di stanza ai synth, rappresentano praticamente la sezione ritmica dei dischi di Vasco Rossi tra 1983 e 1984), e che, come nel caso del conterraneo Enzo Minuti, si offre come un’originale alternativa al predominio di Roma e Milano nel campo della library music. Per molti addetti ai lavori, questi brani erano semplicemente dei "sottofondi", una musica di commento che non nasceva certo da una necessità estetica, ma piuttosto da una mera richiesta di funzionalità: creare una particolare ambientazione sonora per una certa sequenza di immagini o una diretta televisiva. Ma a distanza di anni, non possiamo non accorgerci di quanto questo sound abbia acquisito un'identità e un'essenza proprie e ben definite. Un tocco di nostalgia eighties, ma con una sensibilità che sposa perfettamente il nostro gusto contemporaneo. Paloma Supersound anticipa il progetto di digitalizzazione e divulgazione dell'intero catalogo della Paloma Records, che verrà distribuito dalla stessa Four Flies nel corso del 2025. |