NOVE, GIUSEPPE CONTE A CHE TEMPO CHE FA: la difesa comune è assolutamente necessaria

 


“Credo che il sistematico massacro di Gaza di 45mila palestinesi sia dovuto anche alla copertura politica e militare di Biden e dell’amministrazione USA. Ho lavorato con Trump cercando di tutelare nel migliore dei modi possibili l'interesse italiano. Essendo allora il Presidente del Consiglio mi sono trovato anch’io con un Trump che allora ha voluto imporre i dazi e ho cercato di limitare i danni e tutelare il nostro interesse nazionale. Adesso qual è il tema? Trump ci sta sconvolgendo e dicendo cose anche molto inquietanti, però sta dicendo una cosa che sta sconvolgendo l’Europa: ha detto che pensare di battere militarmente la Russia è stata una follia. Su questo punto è una cosa che io sto dicendo in tantissime interviste da tre anni. Il problema qual è su questo punto: è che l'Europa ha fallito completamente la strategia. Qui i nostri governanti ci hanno fatto credere per tre anni che stavamo isolando la Russia e la Russia non è affatto isolata. I BRICS sono cresciti e ha addirittura rafforzato l’interscambio con la Cina con il picco record di 240 miliardi. Ci hanno fatto credere che stava crollando l’economia Russia. +4,1%, mentre noi +0,7%. Ci hanno fatto credere che stavamo vincendo militarmente e che la controffensiva stava funzionando. Non era vero. Ora siamo completamente disorientati e c’è una follia collettiva, un delirio, come stiamo reagendo. A quel tavolo dei negoziati ci va a sedere l’Europa, ci va a sedere l’Italia, siamo noi a essere protagonisti del negoziato. Adesso non contiamo nulla, avevo detto anche questo. Arriverà la pace e verrà fatta sopra la nostra testa. Adesso dobbiamo rimetterci a Trump sperando che, faticosamente e duramente, tuteli a quel tavolo gli interessi gli interessi dell’Ucraina, perché noi difendiamo l’Ucraina contro l’aggressione russa. Adesso in Europa che cosa sta succedendo? L’Europa sta reagendo, non è che si riposiziona e i nostri governanti vengono a dirci scusate per il caro bollette e per il caro vita. No, ci dicono che adesso la Russia è più minacciosa di sempre e dobbiamo riarmarci con 800 miliardi [..] C’è stata l’aggressione russa, ma c’è stato un negoziato dopo 2 mesi, andiamo a vedere la condizioni e parliamo di quel negoziato che è stato rifiutato con la scommessa di una vittoria militare. Chi ne risponde di questo?”. Così Giuseppe Conte a Che tempo che fa su canale NOVE.
 
Sull’assenza dell’ombrello americano: Nel 2021, (gli USA ndr) non ci hanno neanche avvertito che lasciavano l’Afghanistan. La dottrina di Kissinger predica che per gli USA non esistono amici o nemici permanenti, ma solo interessi.  l’Europa che è mancata! È ovvio che abbiamo di fronte stati autocratici, e qui ci vantiamo della nostra democrazia, ma in questo momento stiamo discutendo in Europa di un piano di riarmo di 800 miliardi deciso in fretta e furia, perché ci stanno dicendo che ormai la Russia ci sta invadendo, giusto? Se no allora perché stiamo buttando 800 miliardi se ci servono miliardi per la sanità, la scuola e per il lavoro. Conosce il paradosso della sicurezza? La Francia ci sta dicendo di metterci sotto il suo ombrello, perché “io ho 290, 300 testate nucleari, date i soldi, mettiamoci insieme e io sarò il capofila” perché questo concretamente ci stanno dicendo. Buttiamo 800 miliardi in ordine sparso... Non serve assolutamente a nulla. Per essere competitivi nella logica della deterrenza dobbiamo arrivare a 6.000 testate nucleari. E voi pensate che per arrivare a 6.000 testate nucleari ci arriviamo in un anno o due? In quanti decenni? E poi quanti altri miliardi rispetto agli altri 800 serviranno? Nel frattempo, la Russia starà ferma? Il paradosso della deterrenza e della sicurezza è che la minaccia l’avvertirà anche la Russia. Non è meglio per l’Europa, per i nostri governanti ammettere il fallimento e dire oggi ‘abbiamo sbagliato fin qui, cambiamo strategia’ ? L’Europa sarà protagonista, costruiremo una nuova conferenza di sicurezza e pace, chiameremo tutti i player mondiali. Dobbiamo definire un nuovo equilibrio multipolare”. 
 
Sulla pace in Ucraina e Putin Questo ritornello si è detto per tre anni: la pace si fa in due. Da un lato si diceva che Putin fosse una bestia e non ci si siede, ma la pace la sia fa con il nemico, non con l’amico. Dall’altro tutti sapevate che Putin non voleva fare la pace, mentre ora si scopre che Putin si siederà a un tavolo a Ryiad la settimana prossima. Sono tre anni di retorica bellicista che stiamo subendo, di frottole che stanno raccontando alle televisioni unificate. Ci hanno rimesso gli ucraini e ci rimetteremo anche noi e ci rimetteremo anche gli 800 miliardi, perché li stiamo togliendo ai settori dello Stato a cui servono”.
 
Su Trump e i nuovi equilibri internazionali“Trump dice anche cose molto inquietanti, per non aprire il capitolo di Gaza, in questo momento della Cisgiordania . preoccupantissimo. Ma tornando a noi, io non sto dicendo che è giusto quello che stanno facendo: innanzitutto l’Ucraina dovrebbe stare assolutamente al tavolo. Non andava mortificato pubblicamente: quello che è successo nella Sala Ovale è assolutamente un disastro, perché avvantaggia il potere negoziale di Putin. In questo momento è chiaro che Putin vedendo quello che sta succedendo aumenta il suo potere negoziale. Quando ci si siede a un tavolo negoziale non bisogna mai dare vantaggi a quello che è il tuo avversario. Detto questo io l’ho detto cosa dovrebbe fare. L’unica cosa che l’Europa non dovrebbe fare è questa scemenza che in qualche giorno ha messo su un piano da 800 miliardi dove ogni Stato spende per conto suo, togliendo evidentemente risorse alla sanità e al resto della spesa sociale. Oggi abbiamo una manifattura europea distrutta. Tuteliamo la nostra manifattura. Cosa dovrebbe fare? Facciamoci protagonisti, dobbiamo riformare, abbiamo bisogno di un nuovo equilibrio che va fatto con i player che ci sono. Non possiamo dire da questa trasmissione - che è autorevolissima - chi vogliamo come leader degli Stati Uniti, della Russia o della Cina. Dobbiamo purtroppo avere a che fare con loro, lavorare con loro per imbrigliarli in un accordo, in una prospettiva. Solo quella può dare la realtà di una sicurezza di pace. Mettersi a fare questa gara sciocca stupida e inefficiente non ci porterà a nulla, solo a maggiore insicurezza”.
 
Sul rapporto con Grillo: “Grillo? Non ci siamo più sentiti. Io non l’ho mai assolutamente attaccato. Se mi vuole parlare mi chiama”.
 
Sulla difesa comune europea: “L’ho dicendo da tanto tempo: la difesa comune è assolutamente necessaria. Su questo punto siamo d’accordo perché abbiamo bisogno di autonomia strategica. Io ho sempre detto che non possiamo essere subalterni. Vedete, cambiano le amministrazioni negli USA ed è evidente lo smarrimento. Oggi l’Europa è afona, confusa. Hanno fatto un vertice a Parigi senza concludere nulla, non si è capito nulla. Adesso l’unica cosa che è emersa sono gli 800 miliardi per il riarmo. Follia totale, un delirio collettivo. Quindi è chiaro che dobbiamo raggiungere e perseverare la difesa comune, perché non viene conseguita? Perché viene tirato fuori il piano di riarmo da 800 miliardi che sembra molto più a buona portata? Perché lì bisogna essere seri, bisogna chiudersi e dire: ’Scusate, quanti carri armati abbiamo? 13. Allora ne compriamo 2 o 3. Allora devi scegliere’ e così via per tutta la filiera degli armamenti. E poi ancora un comando unico. Bisogna fare un salto, integrazione politica, perché se non no si può fare la difesa. Però mettendo a fattor comune, anziché continuando a far spendere i singoli Stati”.
 
Sulla costruzione di una difesa comune anziché il riarmo dei singoli paesi: “Lo sto dicendo da tanto tempo: la difesa comune è assolutamente necessaria. Su questo punto con la Schlein siamo d'accordo, perché abbiamo bisogno di autonomia strategica. Io ho sempre detto: ‘non possiamo essere subalterni’. Tra l'altro cambiano le amministrazioni negli Stati Uniti e vedete che disorientamento. Oggi l'Europa è afona e confusa, hanno fatto un vertice a Parigi senza concludere nulla, a Londra non si è capito nulla, l'unica cosa: 800 miliardi di riarmo. Follia totale, un delirio collettivo. Quindi è chiaro che dobbiamo raggiungere e perseverare la difesa comune europea. Perché non viene conseguita? perché tiriamo fuori il piano di riarmo di 800 miliardi, che sembra molto più a buona portata? perché lì bisogna esser seri, bisogna chiudersi e dire: ‘scusate quanti carri armati abbiamo? Ne compriamo 13? No, ne compriamo 2/3’ e allora devi scegliere...’. E così via per tutta la filiera degli armamenti. E poi ancora un comando unico, dobbiamo fare un salto di integrazione politica perché sennò non puoi fare la difesa.
 
Sui negoziati che si stanno prospettando: “Ci siamo spinti così oltre, anziché indirizzare prima un negoziato, che oggi sono fortemente preoccupato. Come stavo dicendo prima, se avessimo preso quella proposta negoziale confezionata dopo un mese o due dall'attacco ingiustificato di Putin, noi oggi avremmo sicuramente tutelato l'Ucraina a condizioni molto più favorevoli e senza ovviamente centinaia di migliaia di morti, distruzioni e via discorrendo: oltre 10.000 profughi, per non parlare dei bambini che sono andati via.  Oggi io sono molto preoccupato, proprio perché, come dicevamo, gli Stati Uniti oggi hanno un interesse di por fine a questo confronto perché il loro problema è la Cina. Cioè, mettetevi dal punto di vista degli Stati Uniti. Perché non ci rendiamo conto, ma Trump ha avuto un mandato elettorale per andare in questa direzione. Dal punto di vista degli Stati Uniti il problema non è la competizione con la Russia, è la Cina. La Cina, tutte le proiezioni ci dicono che di qui a qualche anno avrà un primato economico. E allora qual è il tema? che gli accordi hanno avvantaggiato la Cina, oggi è quello il problema e allora vogliono riequilibrare il tutto. Poi attenzione noi non ci possiamo lamentare se arriverà un negoziato. Cioè, è folle, vogliamo che invece gli Stati Uniti si mettano a guerreggiare con la Russia? Entriamo nel paradosso che un negoziato non ci sta bene? Sarà un negoziato faticoso e io mi auguro con tutte le forze, purtroppo non c'è l'Europa, che si difendano le ragioni fino alla fine, con le unghie e coi denti, dell'Ucraina”.
 
Sulla manifestazione che si terrà a Roma il 15 marzo per rivendicare il ruolo dell’Europa: “Non ci possiamo essere perché, quando in questo momento diciamo: ‘più Europa’ – e noi siamo europeisti veri, nel profondo, ma non fideistici, anche critici - in questo momento dire Europa significa i documenti ufficiali, il piano di riarmo della Von der Leyen e le conclusioni del Consiglio europeo sul riarmo di 800 miliardi. Noi diciamo: ‘no’, perché in questo momento non c'è possibilità di concedersi qualche ambiguità, incertezza. Dobbiamo andare netti: no a questa Europa ufficiale che ci sta portando agli 800 miliardi di riarmo. Primo. Secondo: ‘più democrazia’ è un altro pilastro che ho letto, anche qui scusate, ma dov'è la nostra democrazia? Noi stiamo andando al riarmo e la Von der Leyen applica il 122, cioè, dice: ‘il Parlamento invoca circostanze eccezionali’ come se la Russia ci stesse invadendo da ieri, non da domani, per dire che non si va in Parlamento. Non vuole il voto europeo e la Meloni non l'abbiamo vista neppure in Parlamento. Ha fatto un vertice a Parigi e non si capisce che posizione ha portato, a Londra altro vertice europeo, non si capisce che posizione ha portato. Ha sottoscritto le conclusioni del Consiglio europeo senza venire preliminarmente in Parlamento e poi diciamo: ‘questa è la democrazia europea?’. In quella piazza ci va chi vuole il riarmo e chi è contro. Le piattaforme devono essere chiare, in questo momento non possiamo concederci incertezze, ambiguità. Bisognava precisare bene la piattaforma, perché l’Europa ufficiale delle istituzioni e dei documenti ufficiali sta andando verso il riarmo e io non ci posso essere. La questione è così seria e veramente qui è un passaggio strategico della storia dell'Europa: se noi non siamo chiari adesso e diciamo ‘no’ con forza, ‘ci state portando in un delirio collettivo e noi non ci stiamo’, l'Europa perderà completamente qualsiasi possibilità di esprimere una leadership politica.  Martedì mattina ci saremo tutti, ci sarò anch'io col Movimento 5 Stelle a dire no alla Von der Leyen, alla discussione su questo piano di riarmo. Diciamolo tutti con forza”.
 
Sulla sentenza della Corte di cassazione sulla Diciotti“Io prima di pronunciarmi - ho fatto un post - l'ho voluta leggere ovviamente, essendo un giurista, le sentenze si leggono prima. Allora le sentenze si rispettano, poi possiamo entrare nel tecnicismo. Dal punto di vista politico dico: i giudici è bene che facciano il loro lavoro indisturbati; quindi, questa occasione per aggredirli come al solito…perché, attenzione, Giorgia Meloni quando ha parlato, ha fatto il punto stampa sulle conclusioni che ha sottoscritto in favore del riarmo ed è stata massacrata da commenti negativi, è rimasta scioccata,  quindi, si è aggrappata a questo commento, a questa sentenza per coltivare nella logica della distrazione di massa la sua guerra contro i cattivi magistrati. Se le danno ragione sono bravi, se non le danno ragione sono tutte toghe rosse. Io credo che non funzioni così con le istituzioni del nostro paese. Il potere giudiziario e i giudici fanno il loro lavoro ed è fondamentale, è un principio democratico: tutti i cittadini sono sottoposti alla legge. Quindi questa sentenza me la prendo anche io, perché io sono stato Presidente del Consiglio, fermo restando che il POS lo sottoscriveva il Ministro degli Interni. È cosa risaputa, nota eccetera.. faceva lui propaganda. Mentre lui faceva propaganda io mi occupavo della redistribuzione con gli altri paesi, però questa sentenza sta lì e va rispettata”.
 
Sui decreti di sicurezza firmati un tempo e sul fatto che oggi il partito è in un’altra fase: “Non può essere più, perché non torneremo più con Salvini e con la Lega. Abbiamo fatto una scelta nel campo progressista, una scelta di maturità e un nuovo corso del movimento. Quel che è stato in passato è stato un movimento che ha raccolto una protesta. C'erano tantissime sensibilità, non si può spiegare il passato perché io sono qui oggi in virtù di Grillo, di Casaleggio, dei più piccoli giovani attivisti o dei più anziani che hanno fatto delle marce di pace in tutto il paese. Io rispetto il percorso. Oggi siamo in un'altra fase”.
 
Sul sentimento antiscientifico che dilaga in questo momento e sulla Commissione Covid: “A me dispiace che in questo paese si tenda a perdere quella che è la memoria che andrebbe valorizzata, se non altro per ovviamente poter rispondere più efficacemente in futuro. Adesso per esempio c'è questa Commissione Covid. Questa commissione sarebbe un'ottima occasione, se fatta in modo serio e responsabile dalle forze politiche che l'hanno promossa, per indagare tutto quel che è successo. Perché io come Presidente del Consiglio sono stato il primo a chiedermi quando è scoppiato tutto e ho visto che il paese non era attrezzato, non c'erano mascherine, respiratori: ‘ma che cosa è successo al sistema sanitario? perché ci troviamo in queste condizioni di inefficienza?’ Eppure, per come sta andando questa Commissione Covid, il presidente di Fratelli d'Italia l'ha chiamata ‘un tendone da circo’. Ecco stanno rendendo quello che sarebbe uno strumento di riflessione utile a tutti per prevenire in futuro che risucceda, lo stanno rendendo un tendone da circo. Chiamano addirittura esponenti no- vax, pseudo scienziati che sono degli stregoni senza pubblicazioni scientifiche: la stanno rendendo ridicola. E poi ovviamente non vogliono che si indaghi sulla sanità regionale che gestiva poi di fatto tutto il sistema sanitario a livello territoriale”

Fattitaliani

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