dal 25 febbraio al 2 marzo dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17
RECOLLECTION OF A FALLING
30 anni di Spellbound Contemporary Ballet
Programma in due parti
Jacopo Godani – “Forma
mentis”
Mauro Astolfi – “Daughters
and angels”
Interpreti: Maria Cossu, Giuliana Mele, Lorenzo Beneventano,
Alessandro Piergentili, Anita Bonavida, Roberto Pontieri, Martina Staltari,
Miriam Raffone, Filippo Arlenghi
Una produzione Spellbound
in collaborazione con Comune di Pesaro & AMAT per Pesaro
Capitale italiana della Cultura 2024, Festival Torino Danza
durata 30’ e 38’ con intervallo di 15’
Viviamo in un pianeta pieno di ricordi. Abbiamo impiegato
circa trent’anni per imparare come assemblare i nostri e non diventarne
schiavi.
Il ricordo della prima caduta, quell’attimo prima e
soprattutto quell’attimo dopo che ci ha fatto capire che è stato un bene
spingerci verso esperienze più profonde. Questo è il nostro punto di partenza,
nato dall’idea e dal tentativo di parlare dell’interconnessione di tutto quello
che abbiamo attraversato.
Trent’anni per capire che non saremo mai delle isole
indipendenti ma parte di un tutto. Probabilmente avremo ricordi più ricchi di
cui nutrirci, forse sempre più disordinati, ma pur sempre qualcosa che mettiamo
dentro e poi tiriamo fuori da noi stessi.
Recollection of a falling è il nostro sistema di dati
accessibili e infinitamente espandibili. Come esseri umani abbiamo fornito
prove sufficienti delle nostre capacità di distruggere tutto: il ricordo di una
caduta, piccola o pericolosamente grande può essere il modo per riconnetterci
al mondo naturale, saltarci dentro e ricostruirlo ogni giorno.
Parte 1
Forma mentis
Coreografia, Art Direction, Luci, Costumi: Jacopo Godani
Musica originale: Ulrich Müller
Musica dal vivo Sergey Sadovoy
Assistente alle coreografie: Vincenzo De Rosa
FORMA MENTIS, un'esperienza coreografica che celebra giovani
danzatori straordinari che partecipano alla creazione di un manifesto artistico
per le nuove generazioni. In questa nuova creazione, Jacopo Godani utilizza
l'arte della "danza intelligente" come strumento di realizzazione e
come mezzo di comunicazione diretta con le nuove generazioni.
Consapevole delle molteplici sfaccettature che siano state
attribuite all’arte negli ultimi decenni, Jacopo Godani ricerca un equilibrio
tra la presentazione di un formato d'arte contemporanea definito da un terreno
etico e la creazione di un dispositivo che possa fungere da sostegno per
giovani artisti per trasformare la loro creatività in idee concrete e
progettualità.
Forma Mentis è una piattaforma vibrante per esplorare il
potenziale della danza come linguaggio universale per mezzo della propria
intelligenza. Ogni passo, ogni movimento, è un'opportunità per esprimere idee e
visioni, creando un dialogo dinamico con se stessi, il pubblico e le
generazioni future. In questo spazio creativo, Godani riconosce il valore del
talento e della determinazione professionale. Ogni danzatore, ogni artista, è
un faro di ispirazione per coloro che anelano a realizzare i propri sogni.
Forma Mentis non è solo una performance, ma un impegno a
creare un impatto duraturo usando la danza come strumento di incoraggiamento a
una pluralità di idee e prospettive. Ogni movimento sul palcoscenico è un passo
avanti verso la scoperta e la celebrazione del potenziale umano.
Forma Mentis è un invito a esplorare, a sognare e a creare,
è un'opportunità per le nuove generazioni di concretizzare i pensieri,
alimentare le visioni e le aspirazioni.
Parte 2
Daughters and angels
Coreografia e regia: Mauro Astolfi
Set e Disegno luci: Marco Policastro
Musica originale: Davidson Jaconello
Costumi: Anna Coluccia
Assistente alle coreografie: Elena Furlan
Daughters and Angels è un lavoro ispirato dalla lettura di
Knowledge and Powers di Isabel Pérez Molina pubblicato da Duoda, un centro di
ricerca interdisciplinare dell'Università di Barcellona riconosciuto a livello
internazionale nel campo degli Women’s Studies. Il testo incrocia un interesse
di Mauro Astolfi, coltivato fin da adolescente, rispetto all'immaginario legato
alle “streghe”, oltre la spettacolarità della cinematografia e alla patina
della magia e più rivolto ai costrutti culturali, gli stereotipi di genere, di
linguaggio, gli abusi di potere radicati ancora oggi.
Secondo Isabel Pérez Molina le donne in ambito medico furono
le prime nella storia occidentale a conoscere e a praticare soluzioni
terapeutiche di diverso tipo. Durante il Medioevo furono guaritrici, anatomiste
e farmacologhe, intenditrici di piante medicinali e conoscitrici dei segreti
della medicina empirica tramandata da generazione in generazione. Riconosciute
dalla comunità come “donne sapienti”, ma “chafarderas” (pettegole), prima che
“streghe” dalle istituzioni, destabilizzavano un certo sistema organizzato e
soprasseduto dagli uomini, sfidando i limiti imposti dai modelli dominanti di
genere al punto da divenire un problema per l’élite maschile feudale e
patriarcale. Durante il Rinascimento la
tensione misogina si consolida, insieme alle dinamiche di esclusione per le
donne in ogni campo. È in quel momento che la lotta per il controllo maschile
della conoscenza e della scienza si inasprisce e comincia la caccia alle
streghe.
In Daughters and Angels Mauro Astolfi rielabora storia,
sensazioni e percezioni personali, per mettere in evidenza l'automatismo folle
che porta a trasformare in violenza, negazione e annichilimento tutto ciò che
non si conosce. In scena, una grande seta nera rappresenta il confine
immaginario di un luogo dove riunirsi di notte, per nascondersi e decidere come
sopravvivere all’ignoranza legittimata. Il nero come blocco, negazione,
opposizione, protesta al potere, al controllo, al mistero. Ma anche luogo di sicurezza,
riservatezza e misteriosa inaccessibilità.
“In Daughters and Angels, non parlo di magia, ma della
possibilità di intraprendere un percorso di conoscenza da parte del genere
maschile del proprio femminile, smantellando gli stereotipi di genere e
mettendo in discussione alcune rocche forti della mascolinità. Cerco di
recuperare un’informazione antica, il semplice potere della conoscenza, senza
appartenenza né primati. La donna che immagino è stata una figlia ricorda ed
amplifica ciò che ha imparato dalla sorgente, l’uomo, sembra aver dimenticato quasi
tutto” (Mauro Astolfi)