I Fantasmi dal Futuro tornano con un nuovo EP: un viaggio tra rock e contemporaneità

A distanza di due anni dal loro album d'esordio, I Fantasmi dal Futuro tornano con un nuovo EP, "Sono come te", un lavoro che consolida il loro stile e la loro identità musicale. La band, caratterizzata da un sound distintivo che mescola chitarre immerse in riverberi post-rock, una sezione ritmica incisiva e una voce filtrata con tocchi di autotune, continua la sua ricerca sonora all'insegna di un rock moderno e al tempo stesso intriso di sfumature dark.

"Sono come te" si compone di quattro tracce che, pur non avendo un filo conduttore testuale, condividono un'estetica sonora coerente e immediatamente riconoscibile. Un marchio di fabbrica che nasce dall'incontro di tre personalità musicali differenti: un metallaro, un darkettone e un rockettaro, come amano definirsi i membri della band. Proprio da questa diversità prende forma un mix originale e affascinante, capace di unire tradizione e sperimentazione.

L'EP segna un nuovo capitolo nella loro carriera, frutto della necessità di pubblicare nuova musica senza però interrompere l'attività live, che rimane una parte fondamentale della loro esperienza artistica.


Dopo il vostro album d’esordio del 2022, tornate con un nuovo EP. Come si colloca “Sono come te” nel vostro percorso musicale?

Avevamo voglia di pubblicare i nuovi brani che abbiamo scritto successivamente all’uscita dell’album d’esordio ma non abbiamo avuto il tempo per affrontare la produzione di un intero album, anche perché siamo costantemente in giro a suonare dal vivo, così eccoci qua. Un EP di quattro pezzi ci sembra un buon modo di “battere un colpo”.

C’è un filo conduttore tra i quattro brani dell’EP?

Non tanto dal punto di vista dei testi, ma più dal punto di vista musicale. Ci rendiamo conto di avere un suono, un marchio di fabbrica, abbastanza personale e riconoscibile.

Il vostro sound mescola elementi di rock classico e contemporaneo. Quali sono le vostre influenze principali?

Siamo tre musicisti piuttosto diversi, anche se ovviamente abbiamo dei gusti comuni, dei punti di contatto. Quando ci descriviamo sembriamo l’inizio di quelle barzellette nelle quali ci sono un francese, un tedesco e un italiano. Noi siamo un metallaro, un darkettone e un rockettaro. Ciascuno ha i suoi riferimenti musicali, ma forse la nostra originalità deriva proprio dal cercare una soluzione di compromesso.

C’è stato un momento particolare che ha segnato la lavorazione dell’EP?

Quando si è trattato di decidere quale dovesse essere il singolo, sia noi che i nostri collaboratori eravamo per “il tempo”. Poi facciamo una call di gruppo con Alessandro Gallicchio di Black Candy e dice “sono come te”. Momento di silenzio, ci guardiamo in faccia, e all’unisono esce un “ok, hai ragione” che manco l’avessimo provato prima. E in definitiva c’ha visto giusto.

Come sta cambiando la vostra esperienza nel panorama musicale italiano?

Ci piace suonare dal vivo anche perché abbiamo l’opportunità di incontrare altri artisti e magari di aprire concerti di alcuni dei nostri punti di riferimento storici. Ti rendi conto di vivere le stesse gioie e le stesse difficoltà e tutto sommato ti senti di far parte di una sorta di tribù che ha la propria casa su un palco, qualunque esso sia.  

 

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