Festival di Sanremo, una “Splendida Cornice”

 


Chiuse le porte del Teatro Ariston, mentre i tecnici smontano la scenografia, si tirano le somme di un'edizione sorprendente del Festival di Sanremo, la numero 75.

Nessuno alla vigilia si sarebbe aspettato questi numeri. Un anno, quello del 2025, in cui si raccolgono i frutti di una rivoluzione cominciata con Amadeus. Carlo Conti, aziendalista per eccellenza, alla corte di mamma Rai da quarant'anni, costruisce un Festival attingendo dal passato e acquisendo la lezione lasciata dall'ultimo direttore artistico. 

Dall'ex scuderia Claudio Cecchetto arriva Gerry Scotti, la sua presenza è mitigata dall'eccessivo numero di canzoni in gara che si ascoltano, nella prima serata Gerry (per certi versi il Carlo Conti di Mediaset) prova a sparigliare le carte, non ha il ruolo della figura istituzionale, il suo peso non riesce a equilibrare quello della raggiante Antonella Clerici, più volte padrona di casa di quella manifestazione, per lui voto 6. 

Antonella è la vera regina della prima serata, si destreggia su quel palco con la stessa abilità e disinvoltura che dimostra tra i fornelli della cucina di Rai1. Una pecca: i costumi. Ha fatto bene a ribadire che li ha disegnati lei, del resto quale stilista li avrebbe disegnati? Temo volesse pure i complimenti come quelli che progettano casa loro, buttando inutili soldi dalla finestra, e poi si vantano pure di aver fatto tutto da soli senza avere chiesto la consulenza a un architetto qualificato, per lei, archiviata la questione costumi, voto 8 ½. 

La prima serata è premiata dagli ascolti che danno forza e coraggio al ragionier Conti, si passa alla seconda, entrano in scena Cristiano Malgioglio, lui sorpreso e incredulo quanto tutti noi, la sua presenza serve come sempre a omaggiare sé stesso, si salva quando si lamenta per l'eccessivo numero di autori in uno dei brani che sta per presentare: «ai miei tempi eravamo in due!», per lui, tutto sommato simpatico e imprevedibile, voto 7. 

Straordinaria la presenza di Nino Frassica, lì in veste “negativa” di Cristiano Malgioglio, come sempre l'attore messinese prepara tutto alla perfezione, ha un copione ben scritto che cavalca con disinvoltura, Nino è l'elemento prezioso di tutte le trasmissioni a cui partecipa, voto 9. 

Entra in scena una raggiante e simpatica Bianca Balti, una scheggia impazzita solare e vitale, la sua partecipazione è una botta di vita e un omaggio alla vita stessa, voto 10. 

Giovedì è la vota di Miriam Leone, in quota Rai1, sembra lì più per promuovere le prossime fiction che per presentare il Festival, fa il suo, voto 7. 

Elettra Lamborghini fa parte dello show, ma non è lei a mettere il turbo, voto 5. 

La mattatrice della terza serata è Katia Follesa, nella sua semplicità porta in scena sé stessa, un'attrice preparata al servizio di un Festival che ha bisogno di donne come lei, voto 9. 

È venerdì, la serata delle cover, uno spettacolo nello spettacolo, non amo di per sé questo appuntamento, non mi piace distolga l'attenzione dalla gara, ma in assenza dei vari Canzonissima, Studio Uno o Fantastico, nell'era dei format stranieri, è l'unico varietà, forte all'interno del traino Festival, che la Rai riesce a mettere in piedi in un anno di programmazione. 

La vera rivelazione della serata è Geppi Cucciari, fin dalla sua prima entrata, dalle scale e nega l'aiuto di Carlo Conti che si appresta a darle una mano per fare gli ultimi gradini. Lei non ha bisogno di supporti, la sua forza è la preparazione, la sua squadra di autori, la disinvoltura nel cavalcare un copione scritto con audacia e intelligenza è una conferma. È talmente tanta roba che sorprende lavori in Rai, Geppi è un monumento da tutelare e salvaguardare, per lei voto 10 e, come dico agli alunni più motivati e meritevoli, è 10 solo perché non riesco a darle di più. 

Sabato tocca ad Alessia Marcuzzi, in quota Amadeus, chiudere il lungo elenco di presentatori che hanno affiancato Carlo Conti in questa edizione, lei è la valletta senza particolari doti artistiche che ce l'ha fatta, buon per lei, voto 7. 

In tutte le serate aleggia la figura di Alessandro Cattelan, lui è l'eterna promessa della tv mai mantenuta, il suo modo di parlare singhiozzando entra ed esce da questa manifestazione senza lasciare alcun segno, se non qualche singhiozzo, voto 5, che poi è la somma degli “1” acquisiti sera dopo sera. 

Abbraccia tutta la manifestazione sua maestà Carlo Conti, tolta la mia personale antipatia, che è sempre meno di quella che pare lui dimostri nei confronti dei giornalisti in sala stampa, a lui, a conti fatti, non resta che dargli 10. 

Ha raccolto, come solo lui poteva fare, il Bruno Vespa dell'intrattenimento, un'eredità difficile che ha saputo portare a compimento senza cedere in eccessi e tentazioni.

Antonino Muscaglione


Fattitaliani

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