«La colonna sonora di una corsa randagia di notte, sull’asfalto di un viale di città, tra le scie lasciate dalle luci e la pioggia sul parabrezza dell’auto.
In fuga da ciò che succede di giorno. L’intento del brano è quello di creare un paesaggio sonoro immersivo, che evochi la sensazione di essere perduti in una città al crepuscolo, dove la notte avvolge ogni strada e angolo nel silenzio. La musica è come un'eco di pensieri che entrano ed escono, intrecciati con ritmi pulsanti che riflettono il ritmo calmo e persistente della solitudine.» A Quiet Guy“S.1 e.6 Amore, è un cane che si morde la coda” è la traccia numero 6 di “Corpi estranei”, l’album d’esordio del progetto A Quiet Guy.
Attraverso chitarra, effetti stratificati e ritmi di drum machine, il brano penetra nella notte. La canzone cattura l'essenza di momenti fugaci e riflette la natura ciclica dell'amore, tenero e feroce, proprio come suggerisce il titolo. A Quiet Guy invita l'ascoltatore in uno spazio dove i paesaggi sonori incontrano l'energia grezza del rumore e del post-rock, creando un viaggio sonoro che risuona profondamente dentro di noi.
Le influenze musicali sono ampie ma distinte: dalle trame cinematografiche del paesaggio sonoro islandese, ai toni sperimentali della chitarra di Marc Ribot e Lee Ranaldo, fino alle atmosfere viscerali spesso associate a compositori italiani come Teho Teardo e Stefano Pilia. Questi elementi si fondono in un brano che è allo stesso tempo meditativo ed elettrizzante, portando una bellezza ossessiva ad ogni nota.
Ciascuno dei sette episodi del disco vuole essere un intervento musicale per una puntata di un’immaginaria serie Tv. Ispirandosi alla vita provinciale della Pianura Padana, le composizioni raccolte nell’album “Corpi estranei” evocano immagini e sensazioni che spaziano dalle giornate nebbiose alle città deserte, dai contorni grigi delle zone industriali all'inquietante bellezza delle case abbandonate.