ROMA – Fine anno e inizio del nuovo, tempo di classifiche. Ma questa non vuole esserlo.
E’ un invito a (ri)scoprire qualche disco che quest’anno, per un motivo o per un altro, ha parecchio da dire, cantare, ballare. Uno spunto, nulla di più.
Non è facile barcamenarsi in un mondo sonoro dominato dai singoli, dai featuring e da una sconfinata offerta dei servizi di streaming che invitano all’abbuffata ma poco al gusto lungo e pieno di un album.
Ecco dieci consigli (e una ventina di stuzzichini), da metter su da soli o in compagnia.
Ci sono artisti anglofoni, ovviamente. Ma il mondo ha tantissimo da offrire e ormai è a portata di orecchio. Dalla Palestina alla Danimarca, dalla Puglia al Veneto, dalla Svezia al Guatemala. Scegliete il vostro groove.
SULTAN – Shabjdeed e Al Nather
Il rapper Shabjdeed e il produttore Al Nather vivono a Ramallah, in Palestina. Sono tra gli esponenti di spicco della scena underground che su Spotify conta milioni di ascolti. In un’intervista al quotidiano inglese Guardian di qualche tempo fa spiegavano che vivere sotto le bombe è come restare imbottigliati nel traffico a Londra: fa parte della vita quotidiana.
Sultan è “un disco di guerra”. L’album ha toni generalmente cupi, a tratti apocalittici, è regale e provocatorio. La produzione, tra suoni spezzati e drum and bass, è favolosa.
Se vi piace: MA LI BEIT – Bedouin BurgerOMEN – Baloji
CASCADE – Floating Points
E’ il disco di house music di cui non sapevamo di aver bisogno. Sam Shepherd, musicista di Manchester, mixa da anni suoni elettronici e acustici, ambient e jazz. Tre anni fa ha pubblicato ‘Promises’, registrato con il gigante del jazz Pharoah Sanders e la London Symphony Orchestra. Stavolta alza tempi e volume per un’ora di ballo senza sosta. A tratti nostalgico, ricorda e cita Giorgio Moroder e Donna Summer; procede forte e dritto nelle orecchie e nel corpo. Musica per sballarsi e mandare in soffitta l’anno che se ne va.
Se vi piace: IN WAVES – Jamie xxSILENCE IS LOUD – Nia Archives
NIGHT REIGN – Arooj Aftab
Cura, desiderio, rifugio, amore. Tutte “cose che succedono la notte”, scriverebbe Peter Cameron.
Arooj Aftab le mette in musica: sentimenti, emozioni e stati d’animo che si accendono col buio. Pakistana, cresciuta in Arabia Saudita e trapiantata in America, a New York. Canta in urdu e in inglese. Poesie, storie d’amore finite (male), una coraggiosa versione dell’ultra classica ‘Autumn Leaves’. Suonato e prodotto da dio, è un disco che merita più ascolti e s’accompagna benissimo al whisky. Brilla come la luna su uno specchio d’acqua.
Se vi piace: TEN FOLD – Yaya Bey
SENTIR QUE NO SABES – Mabe Fratti
ROMANCE – Fontaines D.C.
Il rock è morto, sai che notizia. Eppure questo gruppo irlandese, di Dublino, dal 2019 ha pubblicato quattro dischi, uno più riuscito dell’altro. Qui ci sono chitarre, voci strascicate, qualche ritornello, ma senza esagerare. Un po’ meno indie che in passato, non più un segreto indie, ormai pronti per il grande pubblico di stadi e palazzetti. Altro che la reunion degli Oasis, spendete i soldi per loro.
Se vi piace: LETTER TO SELF – SprintsGOAT – Goat
LIVE DRUGS AGAIN – The War on Drugs
Da quindici anni la band di Adam Granduciel, look da improbabile rockstar, suona la stessa musica. Sontuosa e americana, un rock da autostrada un po’ patinato e retrò. Onore a loro, che ancora tengono viva la fiamma dei dischi dal vivo, madeleine degli anni che furono. Assoli di chitarra, code estese, synth d’atmosfera. Arrangiamenti cinematografici, tra Springsteen e Neil Young: la colonna sonora del prossimo viaggio.
Se vi piace: PRELUDE TO ECSTASY – The Last Dinner Party; THINGS WE HAVE IN COMMON – Efterklang
MY LIGHT, MY DESTROYER – Cassandra Jenkins
Belle canzoni e ricchi arrangiamenti. Cassandra Jenkins continua a migliorarsi, e non era facile né scontato. Uscito in estate, il disco calza benissimo anche sotto sciarpe e cappelli invernali. Da metter su insieme al caffè, per svegliarsi con suoni e profumi, mentre il mondo è ancora fermo e dalla finestra non si capisce se è giornata di sole o di nebbia.
Se vi piace:
MADI DIAZ – Weird FaithGEMELO – Angelica Garcia
IN MEMORIA DI – Lamante
Lamante è il nome d’arte di Giorgia Pietribiasi, 25enne veneta. Questo è il suo disco d’esordio, un album di ricordi ed emancipazione. Tra femminismo e Cccp. Prodotto magistralmente, ha un cuore punk che fa di brani come ‘Rossetto’ o ‘Non chiamarmi bella’ dei potenziali inni generazionali. Esordio potentissimo, un’epifania, dal primo all’ultimo suono. L’arrivo sulle scene di un’artista che ha tanto da dire.
Se vi piace:SULLE ALI DEL CAVALLO BIANCO – Cosmo; MAYA – Mace
DANCE, NO ONE’S WATCHING – Ezra Collective
Jazz, soul, afrobeat, ritmi latini. Il quintetto londinese è stato il primo gruppo jazz a vincere il Mercury Prize nel 2023. Neanche il tempo di festeggiare ed ecco il nuovo disco: balla, nessuno ti sta guardando; l’invito che tutti vorremmo. Un’ora di musica gioiosa, il groove che accende la serata. Che sia il veglione di capodanno o il primo aperitivo del 2025. Se ti dicono “porta qualcosa”, eccolo: accompagna il vino col disco giusto.
Se vi piace: DO YOU REMEMBER? – Sonic Interventions; THE MESSTHETICS AND JAMES BRANDON LEWIS – The Messthetics and James Brandon Lewis
SWEET RELEASE – Justin Adams & Mauro Durante
Tornano a incidere insieme Justin Adams, chitarrista britannico, e Mauro Durante, violinista e cantante del Canzoniere Grecanico Salentino. L’incontro di due grandi musicisti, che hanno lasciato tanto spazio all’improvvisazione. Più vario e meno crepuscolare del precedente, ‘Sweet realese’ è una corsa tra le brughiere inglesi e i profumi della Puglia. Lamento boschivo,
ballo in compagnia, rituale da sudare. Antico e contemporaneo, è una giostra nel dì di festa. Taranta pudding. Se vi piace:
TWO STAR & THE DREAM POLICE – Mk.gee; A LA SALA – Khruangbin
ENDLESSNESS – Nala Sinephro
C’è tanta bellezza nell’opera di questa jazzista belga che fa base a Londra. Un’opera di 45 minuti, divisa in dieci movimenti, tra elettronica e strumenti acustici. Musica curativa, può aprire porte e visioni. Richiede un ascolto attento, non si rischia il sovradosaggio e ogni ora è giusta: alla luce del mattino o al buio della notte. Inonda le orecchie, alleggerisce il cuore e apre la mente.
Se vi piace: MY PROPHET – Oded Tzur; ODYSSEY – Nubya Garcia
Fonte Agenzia DIRE - www.dire.it