I Soundsick
tornano a stupire con "D.u.s.k.", il loro nuovo singolo estratto
dall'album Epigram. Il brano si distingue per una forte carica emotiva e
sonora, intrecciando sonorità eteree a una riflessione profonda sulla perdita e
la rinascita. In questa intervista esclusiva per Fattitaliani, la band racconta
le sfide incontrate durante la creazione del pezzo, il significato simbolico
del titolo e la scelta di ambientazioni suggestive per il videoclip. Con uno
sguardo rivolto al futuro, i Soundsick confermano la loro vocazione alla
sperimentazione e la capacità di affrontare temi intensi e scomodi con un
approccio musicale innovativo. Scopriamo insieme cosa si cela dietro le note di
"D.u.s.k.".
"D.u.s.k."
segna un altro capitolo nel vostro percorso musicale. Quali sono state le sfide
principali nella sua realizzazione?
Ciao a voi di Fattitaliani!! Per noi D.u.s.k è un brano che fin dal principio, sapevamo sarebbe stato diverso in confronto ad altri brani che hanno poi composto l’album "Epigram". Per realizzarlo abbiamo passato molto tempo alla ricerca del giusto sound che lo facesse funzionare ed anche nella stesura della struttura, alla quale abbiamo cercato di dare una forma che non avevamo mai sperimentato prima. Quindi si, queste sono state le sfide più ardue, ma allo stesso tempo è stato anche molto stimolante comporlo!!
Che significato ha per
voi il titolo "D.u.s.k." e come si lega al tema della canzone?
Il titolo D.u.s.k. fa'
riferimento al tramonto. Il brano tratta come argomento principale, la fine di
una storia che potrebbe essere d'amore o di amicizia, e di come affrontarla
mentre attraversiamo il dolore della perdita con la speranza poi di riuscire a
ricostruire noi stessi.
Il tramonto, quindi, è rapportato metaforicamente parlando ad una storia che tramonta e volge al termine. L'idea di aggiungere il punto dopo ogni lettera del titolo sta a rafforzare il fatto che per imparare a lasciare andare ciò che non ci appartiene più dobbiamo essere in grado di saper mettere un punto quando qualcosa finisce. E purtroppo visto che, a quanto pare, molte storie finisco in maniera violenta, purtroppo non tutti riescono ancora a farlo.
Come mai avete scelto
Rada Ghedea come protagonista del video musicale?
Cercavamo una ragazza molto versatile a livello espressivo e grazie a Gianluca David (il regista) che ci ha messo in contatto con Rada, abbiamo avuto modo di lavorare insieme. È stata molto brava nel rappresentare quanto avevamo in testa e siamo molto felici che abbia fatto parte della realizzazione del nostro ultimo videoclip.
Da dove nasce la scelta
di girare tra le colline e la spiaggia di Civitanova Marche?
Dato che il brano ha queste sonorità molto eteree, ci servivano dei posti molto evocativi. Il regista essendo di quelle parti conosceva molto bene le zone dove poi sono avvenute le riprese. Ce le ha proposte, e dopo averle viste abbiamo accettato subito. Nelle Marche abbiamo davvero dei gran bei posti dove poter perdersi e godere della natura che ci circonda.
La vostra musica attinge
da generi diversi, dal post-rock alla psichedelia. Come si è evoluto questo mix
di influenze in "D.u.s.k."?
In questo brano essendo presente molto eco sulla chitarra e sul basso la psichedelia è venuta da se. In fase di sperimentazione finivamo spesso per perderci in lunghe sessioni strumentali che ci hanno poi aiutato a capire che tipo di stampo a livello di genere, dare alla canzone.
"D.u.s.k." è il
secondo singolo estratto da "Epigram". Come si inserisce il brano nel
contesto del resto dell’album?
In quest' ultimo
album abbiamo voluto affrontare tutte quelle tematiche che solitamente sono
scomode per la società odierna come, il femminicidio, la pazzia, la morte, l’abbandono,
la politica. Per noi D.u.s.k. rappresenta quella voglia di rinascere dopo aver
sofferto ed a livello strumentale potrebbe essere un buon punto di partenza per
sperimentare cose nuove che possano essere stimolanti sia per noi che per chi
ci ascolta!!