“Devo raccontarvi delle mie vite e delle mie anime. Devo raccontarvi di Rovenska e di Elettra. Devo raccontarvi di Guglielmo prima di me e di quello che noi, dopo, siamo stati. Devo farlo prima che sia troppo tardi e che anche io dimentichi”
Sono pagine veloci per un tempo sospeso. Accade così quando un romanzo ti prende e ti fa vivere la sua storia non da lettore, ma da protagonista e testimone. È cosi che ci si ritrova accanto a Guglielmo Marconi e a viverlo come un amico di sempre, pronti ad accompagnarlo nelle sue varie stagioni di vita. Ci si ritrova accanto al ragazzo irrequieto affascinato dall’elettricità, al ragazzo recalcitrante agli studi irregolari perché aveva idee e sogni troppo grandi in testa per farsi bastare un’aula, un banco, un professore e un libro di testo. Ci si ritrova accanto al ragazzo che con un colpo di fucile sparato dall’altra parte della collina di fronte casa capisce che tutto quello che aveva pensato poteva funzionare e capisce che alle onde “magiche” dedicherà la sua vita.
Sono pagine veloci, sono pagine dove si perde il filo del tempo e ci si ritrova a leggerle sperando di non arrivare troppo presto alla fine. Sono pagine i fanno ascoltare una voce sopita, una di quelle rimaste nascoste nelle pieghe della storia ufficiale, una voce che nessuno prima aveva mai avuto il coraggio di far parlare. La voce è Elettra, la nave che di Guglielmo Marconi è stata anima e cuore, casa e laboratorio, luogo intimo dei suoi anni più felici. Elettra ci racconta di lei prima di Guglielmo, della sua prima vita e poi dell’incontro fatale quando era ancora Rovenska e messa all’asta dall’Ammiragliato britannico era in attesa di qualcuno che la volesse oppure di essere disarmata per sempre. Il qualcuno che il destino le aveva assegnato è Guglielmo Marconi, l’uomo che aveva cambiato la vita in mare, l’uomo di cui lei sapeva perché - e qui la licenza letteraria dell’autore raggiunge una punta di coralità epica - nel mare non c’è silenzio, ma un vociare continuo tra tutti gli esseri che lo popolano, animati e non animati, che racconta quello che accade e ne trasmette la memoria. È così che il mare diventa luogo immenso di una conoscenza universale, dove tutti sanno tutto e noi, di questo vociare quasi mai ci accorgiamo. La storia di Guglielmo e di Elettra è un romanzo storico, ma anche e soprattutto la storia di un grande amore. Un amore infinito al quale Marco Panella nel suo “Io sono Elettra. La storia d’amore mai raccontata tra Guglielmo Marconi e la sua nave” ha saputo dare penna ed emozione come si deve a un grande romanzo, a una grande storia di mare e a un grande amore.