Lorenzo Dipas torna con nuova musica: ''La società siamo noi, dobbiamo riprenderci gli spazi che ci hanno rubato''. L'intervista

 


"Palle” è il titolo del nuovo singolo di Lorenzo Dipas (Alti Records/Believe Music) e arriva dopo la pubblicazione del precedente ‘Art Cafè’. Il brano è un’ammissione di colpa, in un mondo dove bisogna essere performanti, brillanti e coraggiosi (con le palle), in realtà la cosa più coraggiosa che si possa fare è ammettere di non averle (le palle). Nella vita ad ogni età ci si può sentire deboli, sbagliati, ancora non a fuoco o semplicemente paralizzati e questa non è per forza una cosa di cui vergognarsi: ammettere di non avere né il coraggio né le palle, in realtà è avere le palle di ammetterlo.

Nel brano dici che viviamo in un mondo dove bisogna essere sempre brillanti e performanti. E’ la società che ce lo impone?
Si certo. La società dell’apparire, del performare, del fatturare e del dover essere per forza vincenti ci impone di stare al passo. Dovremmo però ricordarci, ogni tanto, che la società siamo noi. E possiamo, anzi mi azzarderei a dire, dobbiamo fare di tutto per tornare a riprenderci i vuoti, gli spazi che questi ritmi di vita ci hanno rubato.

Cosa ti ha spinto a scrivere ‘Palle’?
L’input è nato dalla necessità di chiudere il disco che avevo iniziato. Infatti credo sia stata l’ultima canzone che ho scritto del disco che verrà. Quando si scrivono le canzoni a volte succede una specie di magia: parti così per gioco senza una reale necessità di esprimerti e ti ritrovi a mettere in musica delle cose che covavi dentro da anni e a cui non eri mai riuscito a dare una forma. Così è successo con questa canzone.

Cosa pensi della nuova generazione?
Penso che “so’ ragazzi", è giusto che parlino con il linguaggio che più si sentono vicini. Alcune cose soggettivamente mi piacciono anche, soprattutto quando sento nella musica un background più “colto”. Ormai ho fatto pace con l’idea che alla mia età  voglio concentrarmi soprattutto su quello che mi piace realmente senza forzare più nulla. Tante cose, come succede ciclicamente, sono mode ed è giusto che arrivino e poi vadano via. Le grandi canzoni, invece, resteranno. 


Dove vorresti arrivare con la tua musica? 
Mi piacerebbe arrivare a renderla autosostenibile per poterla coltivare fino all’ultimo dei miei giorni.

Fattitaliani

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