L’elisir d’amore di Donizetti torna sul palcoscenico dell’ENO con una produzione vivace e coinvolgente ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale.
La messa in scena, diretta da Harry Fehr, reinterpreta l’opera come un episodio nostalgico in stile sitcom, con Adina, Nemorino e gli altri personaggi trasferiti in una tenuta rurale inglese popolata da ausiliarie agricole e ufficiali della RAF. Sebbene il concept a volte sembri indulgere un po' troppo su se stesso, la produzione si distingue grazie a interpretazioni eccellenti e una direzione musicale ben calibrata.Al centro dell’opera si trova la chimica tra Adina (Rhian Lois) e Nemorino (Thomas Atkins). Lois interpreta Adina con un equilibrio tra arguzia e profondità emotiva, in particolare nel secondo atto, dove la sua vulnerabilità risulta autenticamente commovente. Il suo controllo vocale è impeccabile, specialmente nei momenti più intimi, rendendo credibile la trasformazione del suo personaggio da erede distaccata a donna innamorata. Atkins, nel ruolo di Nemorino, brilla con la sua interpretazione della celebre aria “Una furtiva lagrima”. La sua capacità di unire precisione tecnica e sentimento sincero conquista il pubblico, elevando il suo personaggio da innamorato respinto a eroe romantico.
Anche Brandon Cedel, nel ruolo di Dulcamara, spicca particolarmente. La sua vivace interpretazione del venditore ambulante di elisir, completa di tempi comici perfetti e agilità vocale, ruba la scena in più occasioni. Il suo ingresso nel primo atto, in cui decanta i poteri miracolosi del suo “elisir”, è uno dei momenti più coinvolgenti della produzione. Il ruolo di Belcore, interpretato con carisma da Dan D’Souza, offre un efficace contrappunto a Nemorino. Le sue interazioni con Adina mettono in evidenza il suo opportunismo e la sua spavalderia, aggiungendo un ulteriore livello di tensione alla storia.
Il coro merita elogi per l’energia e la coesione dimostrate, in particolare nelle scene in cui i paesani reagiscono alle buffonate di Dulcamara e Belcore. La direzione musicale di Teresa Riveiro Böhm riesce a bilanciare umorismo e pathos, mantenendo lo spirito leggero dell’opera senza trascurarne la profondità emotiva. L’orchestra, sotto la sua guida, offre una performance brillante e raffinata.
La scenografia, con i suoi richiami nostalgici all’Inghilterra in tempo di guerra, crea uno sfondo visivamente piacevole senza mai eclissare i protagonisti. Sebbene l’ampiezza del palco del Coliseum a volte diluisca l’intimità delle scene comiche, l’effetto complessivo risulta affascinante e accessibile.
In definitiva, questo Elisir d’amore si afferma come una produzione divertente e ricca di calore. Cattura l’umorismo e l’affetto dell’opera di Donizetti, mettendo in luce il talento del cast e del team creativo. Per chi è alla ricerca di un’esperienza operistica che faccia sentire bene, questa versione è assolutamente da non perdere. FLG.
In English
Review: The Elixir of Love at ENO
Donizetti’s The Elixir of Love (L’elisir d’amore) has returned to the ENO stage with a lively and engaging production set during World War II. This staging by Harry Fehr reimagines the opera as a nostalgic, sitcom-like episode, with Adina, Nemorino, and the rest of the cast transported to a rural English estate filled with Land Girls and RAF officers. While the concept sometimes leans a little heavily on its own charm, the production is anchored by excellent performances and a well-paced musical interpretation.
At the heart of the opera is the chemistry between Adina (Rhian Lois) and Nemorino (Thomas Atkins). Lois portrays Adina with a blend of wit and emotional depth, particularly in Act II, where her vulnerability becomes genuinely moving. Her vocal control is impeccable, especially in quieter moments, making her transformation from aloof heiress to a woman in love feel authentic. Atkins, as Nemorino, shines with his rendition of the famous aria “Una furtiva lagrima”. His ability to combine technical precision with heartfelt emotion captures the audience’s sympathy, elevating his character from a lovelorn underdog to a romantic hero.
Brandon Cedel as Dulcamara is another standout. His lively portrayal of the traveling elixir salesman, complete with sharp patter and comedic timing, steals several scenes. His arrival in Act I, where he touts the miraculous powers of his “elixir,” is one of the most engaging moments in the production. The role of Belcore, played with swagger by Dan D’Souza, provides an effective counterpoint to Nemorino. His interactions with Adina highlight his opportunism and bravado, and his presence adds an extra layer of tension to the story.
The chorus deserves praise for its energy and cohesion, particularly in scenes where the townsfolk respond to the antics of Dulcamara and Belcore. The musical direction by Teresa Riveiro Böhm balances humor and pathos, maintaining the lighthearted spirit of the opera while giving weight to its emotional core. The orchestra, under her baton, delivers a performance that is both buoyant and polished.
The production’s design, with its nostalgic nods to wartime England, provides a visually pleasing backdrop without overshadowing the performers. Though the expansive Coliseum stage occasionally dilutes the intimacy of the comedy, the overall effect is charming and accessible.
Ultimately, this Elixir of Love succeeds as an entertaining and heartfelt production. It captures the humor and warmth of Donizetti’s opera while showcasing the talents of its cast and creative team. For those seeking a feel-good operatic experience, this rendition delivers.